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Jean Claude e il sogno della birra made in Amiata

Informatico di successo lascia tutto e torna sull’Amiata per amore e per coltivare il luppolo, preziosa base per la sua birra: la sua azienda agricola produce già olio da Gambero rosso
Jean Claude Zacchini e il luppolo della sua “ad Meata”

CASTEL DEL PIANO. Dopo gli studi superiori ad Arcidosso, tutta la famiglia si era traferita a Roma. Lì Jean Claude Zacchini aveva iniziato gli studi in informatica. Dopo lo studio del Visual C++, intercettando l’evoluzione che l’informatica in quegli anni stava avendo, trovò subito lavoro.
Con il boom di internet entrò prima in Kataweb, poi in Costa Crociere e Telecom, stabilizzandosi alla TIM dove ricopriva la carica di analista programmatore.

Nel borgo amiatino lo ha riportato una storia che parla di amore a passione.

Galeotta fu la vacanza

Jean Claude viveva in autonomia a Roma, l’Amiata era un posto legato oramai ai suoi ricordi e alle sue amicizie storiche. Proprio quelle con le quali a 29 anni si ritrovava a organizzare una vacanza in Puglia. Proprio quella è stata l’occasione in cui ha conosciuto la persona che adesso è sua moglie: Katia.
Saranno lei e un amore per un territorio mai dimenticato, a farlo tornare sull’Amiata: «Facciamo tutto insieme, dalle etichette al progettare il futuro, ecco perché ho lasciato la vita che facevo prima, ho trovato un motivo più che valido».
Lasciata la TIM ed entrato in quello che sarà il nucleo originario della Terranova Software (azienda informatica grossetana con commesse in tutto il mondo), si è poi dedicato totalmente all’agricoltura, iniziando dalla coltivazione del luppolo.

Zacchini e l’impianto del luppoleto

Con Katia stava già portando avanti da tempo l’attività della pizzeria rosticceria in Piazza Madonna a Castel del Piano, quando nel 2017, con la spinta del contributo giovani regionale, è arrivata la decisione di aprire la propria azienda agricola. Un’azienda dalla quale arriverà una birra che sarà sempre più made in Amiata. È già disponibile alla spina per tutti i clienti della pizzeria rosticceria. Il locale è destinato a cambiare la propria fisionomia con la crescita dell’azienda agricola: diverrà la loro vetrina.

Per fare un birrificio, ci vuole il luppolo

Il luppoleto, il primo embrione della sua azienda, contava 120 piante, la produzione si basa su quello che è stato coltivato in questi ultimi anni. La produzione prevista per il birrificio agricolo potrà contare su 440 piante e 4 tipologie di cultivar. Questo nuovo luppoleto è stato costruito in Località Pescina a Seggiano e le varietà sono state scelte insieme a Giulio Fornari del birrificio “In bocca al luppolo” con cui intende creare birre uniche.
«Fare un luppoleto a 800 metri d’altezza da possibilità di tirare fuori delle caratteristiche organolettiche molto particolari dal luppolo, accentuandole. A discapito magari della quantità – racconta Jean Claude -. È per questo che non lo venderemo, ma lo useremo per produrre la birra».

Nei terreni acquisiti per dare ossigeno al contributo giovani agricoltori (fondi del Psr), c’è una vecchia stalla, proprio adiacente al luppoleto. «Sarà quella la sede del nuovo birrificio di ultima generazione – racconta entusiasta – sarà costruito ex novo, e avrà una capacità iniziale di circa 3.000 litri di birra al mese. Sono convinto che arriveremo subito su queste cifre, semplicemente perché anche grazie a Giulio saremo in grado di ampliare la platea dei nostri clienti senza dover aspettare».

Birra sostenibile

Con l’arrivo del nuovo birrificio, arriveranno a quintuplicare le produzioni, abbassando i costi. Sarà un microbirrificio biologico, che produrrà birra agricola appunto, biologica. Con l’aiuto di Giulio, ma anche con quello del cognato Alessandro Pii.
L’idea è quella di sfruttare al massimo i fondi del PNRR previsti al finanziamento del bando per il fotovoltaico in agricoltura, andando a creare un birrificio completamente sostenibile: «Sarebbe un gioiello per tutto il territorio» dice Jean Cleaude.

L’intenzione di Zacchini non è quella di fare decine di tipologie birre, ma di creare 5-6 etichette e farle bene, mantenendo un equilibrio costante sulle produzioni, sulla qualità, senza eccedere nella quantità.

 

L’anteprima alla festa della Castagna

Jean Claude con la sua Birra sarà presente alla “Festa della castagna” di Arcidosso «Abbiamo studiato con Giulio uno stand, dove presenteremo una birra dedicata ad Arcidosso. Il suo nome lo scoprirete presto – dice Jean Claude – Ne abbiamo altre due in test, una con lo zafferano dell’Amiata, e un’altra con delle erbe autoctone. Vorremmo che tutti i nostri prodotti siano collegati al territorio di questa montagna, che abbia delle radici qua».

Non solo luppolo: l’olio è da Gambero rosso

«Volevo aprire l’azienda per produrre luppolo, con il premio giovani ho dovuto creare le condizioni adatte per poi proseguire, così da ricevere il contributo e crescere – racconta Zacchini – Ho acquistato altri terreni, l’azienda conta circa 10 ettari in totale, per la maggior parte di castagni. Sono stati stroncati dal cinipide però, fino al 2020 non hanno prodotto – prosegue – Nel frattempo i terreni con gli olivi hanno iniziato a rendere, e sono stati loro l’innesco vero dell’azienda: tutta biologica, dove facciamo tre tipi di olio».
L’olio Seggiano Dop prodotto dall’azienda di Jean Cleaude “ad Meata” ha alcune etichette dedicate anche al tracciato dell’Eroica e l’anno scorso ha vinto il premio Gambero rosso, mentre l’Igp fa parte della selezione pubblicata dalla Regione Toscana.

Alcune delle etichette d’olio

I progetti di Jean Claude e Katia non si fermano qui e legano all’oliva e alla castagna progetti di accoglienza e di esperienza in azienda: «Vorrei dare la possibilità di fare esperienze in azienda come quella di raccogliere le olive, dando informazioni su come fare e sul prodotto. Il raccolto, la sera, sarà portato al frantoio e il cliente si potrà poi portare a casa l’olio».
«Abbiamo in mente di allestire anche un punto qui a Castel del Piano che contenga un alloggio e una sala didattica. Per le castagne ci sono molte persone che mi chiedono di poterle raccogliere».

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