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«Io, trapiantata, a due passi dalla bolla Covid»

I pazienti ricoverati nello stesso reparto dei positivi al coronavirus hanno paura: «Medici e infermieri costretti a un super lavoro ma noi non ci sentiamo al sicuro»
Il reparto di medicina con le stanze riservate ai positivi

GROSSETO. È ricoverata da 21 giorni nel reparto di Medicina, all’ospedale di Grosseto. È una paziente fragile: 47 anni, trapiantata di fegato. Martedì 12 luglio deve sottoporsi di nuovo a un delicatissimo intervento chirurgico. «Ma nello stesso reparto – dice – due camere sono riservate alle persone che hanno il Covid, e io temo per la mia vita». 

Porte aperte e polemiche

Non è sola, la donna ricoverata nel reparto di Medicina, ad aver protestato per la presenza delle mini bolle Covid nel reparto. «Le due stanze dove sono ricoverate le persone positive – dice – dovrebbero essere sempre chiuse. E invece è da questa mattina (lunedì 11 luglio, ndr) che sono aperte. È vero che gli infermieri si cambiano ogni volta che entrano nelle bolle, ma è anche vero che ad esempio utilizzano le stesse ciabatte e con quelle vengono nelle nostre camere. La mia non è una protesta fatta tanto per fare, ho paura per la mia vita. Se contraggo il Covid, nelle mie condizioni, rischio di morire». 

La donna ricoverata in medicina è immunodepressa. Trapiantata di fegato 14 anni fa, martedì 12 luglio deve sottoporsi ad un altro delicatissimo intervento chirurgico a Pisa. «Ovviamente non mi fanno uscire dalla mia stanza – dice – e ho detto anche a mio marito e a mia figlia, che ha 10 anni, di non venire a trovarmi. Non posso permettermi di contrarre il Covid, è troppo pericoloso». 

Quella della creazione di bolle Covid nei reparti degli ospedali (stanze riservate a chi risulta positivo al momento del ricovero) è stata una scelta della Regione, alla quale l’Asl Toscana Sud est si è adeguata. 

Scelta che però, con l’aumentare dei contagi che negli ultimi giorni hanno ripreso a crescere a dismisura, viene ora contestata soprattutto da chi è costretto a restare ricoverato nei reparti dell’ospedale dove alcune stanze sono riservate alle persone “positive per caso”.  

Infermieri e medici in prima linea

E come sempre accade, dall’inizio della pandemia, sono gli infermieri, i medici e il personale sanitario quello che rischia di più. La segnalazione della signora che ha subito il trapianto di fegato non è l’unica che è arrivata a MaremmaOggi. La preoccupazione arriva anche da altri degenti.

In particolare una donna castiglionese, con un problema polmonare, ricoverata nel reparto da giorni e che vede arrivare in continuazione i malati di Covid-19. Le camerette adibite proprio alle micro bolla Covid fanno preoccupare, anche perché i medici e gli infermieri che poi si devono occupare anche di tutti gli altri degenti sono gli stessi e devono districarsi fra cambi di indumenti e terapie.
«Inutile girarci intorno –dice la paziente castiglionese – qui il Covid sta tornando in maniera massiccia e praticamente gli arrivi sono continui. Io sono preoccupata e non bastano le rassicurazioni dei medici e degli infermieri, che tra l’altro sono costretti ad un super lavoro e ad una attenzione massima. E nessuno poi ci dice niente».

 

 

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