GROSSETO. C’è una legge di bilancio in arrivo che taglia in modo drastico i fondi alla scuola. Che non è mai una buona idea. E lo fa in modo semplice, accorpando istituti e riducendo così il numero dei dirigenti scolastici e del personale scolastico. In sostanza gli attuali parametri minimi per la costituzione delle autonomie scolastiche si innalzano da 600 alunni a 900/1.000 alunni e, a livello nazionale, si perderanno circa 700 istituti. In Maremma le previsioni parlano di un meno quattro, da 31 a 27.
In consiglio comunale, questa mattina, giovedì 14 settembre, si discuteva un ordine del giorno del consigliere Stefano Rosini, che peraltro fa l’insegnante e la materia la conosce bene, per impegnare sindaco e giunta a contrastare questa norma della legge di bilancio. Una sorta di pressione sul governo, per capirsi, così come sta facendo anche la Regione Toscana.
Ma l’ordine del giorno è stato bocciato. Per questo Stefano Rosini protesta, sottolineando come non si possa fare “spending review” sull’istruzione.
Rosini: «La Regione ricorre alla Corte costituzionale, il Comune di Grosseto invece approva il Governo»
«Mentre la Regione Toscana, blocca il taglio lineare rappresentato dall’accorpamento delle scuole, a Grosseto la maggioranza che governa la città boccia l’ordine del giorno che andava ad impegnare il sindaco, la giunta e l’assessore alla pubblica istruzione ad adottare tutte le iniziative per ottenere la modifica delle nuove disposizioni che individuano i parametri per la definizione dei piani di dimensionamento delle scuole».
«La delibera della Regione Toscana, che ha già fatto ricorso alla Corte costituzionale, è un passo avanti nella battaglia contro lo scellerato piano del governo. L’ordine del giorno presentato dal sottoscritto andava proprio a contrastare la direttiva del ministero opponendosi al dimensionamento scolastico visto che dalle analisi di queste nuove disposizioni sono previsti tagli che produrranno riduzione di istituti, dirigenti scolastici e personale già a partire dall’anno scolastico 2024/2025. Questo con accorpamenti tra scuole anche distanti che vanno ad influire sul personale Ata e docenti, oltre alla complessità organizzativa».
«Il PnrrR non c’entra proprio nulla. Chiamiamola per quello che è: una scelta di spending review. Infatti il Pnrr non obbliga ai tagli ma chiede “di fornire soluzioni concrete ad alcuni problemi che le scuole italiane stanno vivendo con particolare sofferenza” con un intervento sul dimensionamento scolastico».
«Perciò perché non abbassare il numero di alunni per classe?»
Rosini: «Il Pnrr dice di investire sulla scuola»
«Il Pnrr non si permette di dire che dobbiamo tagliare, ma chiede di investire sulla scuola. Invece oggi ,con una logica puramente ragionieristica, che la scuola ha già subito nel 2009 con la legge Gelmini – Tremonti, si andrà a fare un taglio di spesa per l’istruzione scolastica dì 4 miliardi e 116 milioni di euro (“Stati di previsione” della legge di bilancio 2023) con la previsione di un taglio del 50 per cento delle risorse sul reclutamento e aggiornamento dei dirigenti scolastici e del personale scolastico».
«Mi chiedo che senso abbiano questi accorpamenti quando hai invece bisogno di istituzioni scolastiche più vicine al territorio».
«Se chiudi e riaggreghi in megascuole è molto difficile che queste rimangano efficaci agenzie educative. Una perdita grave, soprattutto nelle aree interne e nelle zone dove spesso la scuola è l’unico soggetto esistente. Come si può pensare che riescano a svolgere bene il proprio ruolo di presìdi educativi nei territori quei dirigenti scolastici che sono costretti a interfacciarsi con più di 10 scuole in aree estesissime? Come possono contribuire allo sviluppo e alla coesione sociale? Ci sono zone in cui anche la chiusura di una scuola può essere un colpo duro alla socialità».
In Maremma da 31 istituti a 27
«La Flc Cgil di Grosseto, attraverso delle proprie elaborazioni, ha visto che anche il nostro comune e la nostra provincia saranno colpiti dai tagli, infatti facendo la media con un coefficiente tra 900 e 1000 si arriverebbe ad una riduzione di 4 istituti cioè si passerebbe, nel nostro territorio provinciale, da 31 istituti attuali a 27».
«Le scuole vedranno privarsi così di dirigenti scolastici e personale amministrativo, diventando dei gusci vuoti, dove i riferimenti dirigenziali saranno presenti a scuola a giorni alterni».
«Oggi la maggioranza di centro destra, votando contro questo ordine del giorno, ha di fatto confermato di essere d’accordo con questa logica del dimensionamento scolastico decisa da una legge di bilancio, da un provvedimento di natura economica e non didattico – pedagogico – culturale».
«I consiglieri votando contro hanno dimostrato di essere in linea con questo Governo affinchè vada avanti con gli accorpamenti ed i tagli numerici».
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