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In classe sì ma con il prof. precario

Giovedì 15 settembre si torna in classe ma mancano gli insegnanti di ruolo. A rimetterci saranno anche gli studenti, costretti al giro di valzer dei supplenti
Banchi di scuola @maremmaoggi
Ragazzi a scuola

GROSSETO. Giovedì 15 settembre suona la campanella ma, rispetto all’anno passato, nulla è cambiato. Mancano gli investimenti per le immissioni in ruolo, per l’adeguamento degli stipendi, per l’edilizia scolastica, manca un piano efficace di gestione del Covid, anche se non siamo più in emergenza sanitaria. Rimangono invece le classi numerose, le cattedre scoperte e il precariato dei docenti.  A lanciare l’allarme è il segretario della Flc Cgil Cristoforo Russo.

Una situazione drammatica

I primi giorni di settembre si sono svolte le assegnazioni delle supplenze, i numeri fotografano una situazione drammatica, sia per la quantità di lavoratori precari che per i ragazzi, che di anno in anno sono soggetti ad insegnati di supplenza invece che a insegnanti stabili di ruolo.

Cristoforo Russo segretario provinciale Flc-Cgil
Cristoforo Russo segretario provinciale Flc-Cgil

«Sono state assegnate più di 800 cattedre totali – continua Russo – tra tutte le classi di insegnamento e tutti gli ordini e grado. Di queste, sono circa 160 le cattedre a tempo pieno andate a supplenza, che invece sarebbero dovute essere ricoperte da personale di ruolo; sono ben 490 quelle assegnate con contratto fino al 30 giugno e circa 170 gli spezzoni di orario. Tutto questo vuol dire che il fabbisogno di insegnanti nella nostra provincia è ancora coperto per una grande parte da personale precario. A dimostrazione che i concorsi che si sono svolti nell’ultimo anno non sono stati assolutamente in grado di dare una risposta efficace alla questione del personale docente».

Da anni i sindacati stanno chiedendo per tutte le classi di insegnamento un sistema di immissione in ruolo e di formazione, stabile e continuo. L’unico modo per ridurre il precariato da una parte e per garantire la continuità didattica ai ragazzi, dall’altra.

«Va fatta, inoltre, una riflessione sulla questione del sostegno – aggiunge Russo – ogni anno viene sottovalutato il quantitativo necessario di cattedre di ruolo, tagliando fuori i ragazzi dalla possibilità di avere un docente di ruolo, quindi debitamente formato e fisso nel tempo, ma lasciandoli soggetti ai cambiamenti dei contratti precari dei docenti».

Caos supplenze

Ma le note dolenti sulle assegnazioni delle supplenze riguardano anche la modalità scelta dal ministro Bianchi, «che ha voluto svolgere la procedura solo tramite il sistema informatizzato – dice ancora Russo –  e ha forzato i tempi nonostante gli uffici scolastici territoriali non fossero pronti, vanificando anche alcuni sforzi che avevamo condotto insieme, noi sindacati e personale dell’Usp, per cercare di assicurare una procedura chiara, lineare e corretta. Invece, abbiamo vissuto giorni di confusione totale, in cui non era chiaro a chi spettasse una supplenza piuttosto che un’altra, ma al Ministero si dovrebbero render conto che ci sono in ballo le vite e la relativa progettualità di migliaia di lavoratori precari. Proprio per questo non accetteremo più la procedura da remoto, ma ci batteremo per avere le convocazioni in presenza, come tra l’altro abbiamo fatto qui a Grosseto due anni fa. L’unica modalità che garantisce trasparenza, chiarezza e che dà la possibilità di correggere istantaneamente eventuali errori che possono verificarsi.
Auguro a tutti i ragazzi e i lavoratori della scuola un buon anno scolastico, che trovino la motivazione per dare il meglio di loro stessi, nonostante ogni anno vengano vessati e non vedano riconosciuto il ruolo fondamentale che hanno nella nostra società». 

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