GROSSETO. Andiamo a farci un giro in Mali o in Niger, c’è più caldo nell’Africa centrale: l’albanella minore, uccello rapace della famiglia degli Accipitridi diffuso in una fascia di territorio che dall’Europa occidentale e dall’Africa nord-occidentale giunge fino all’Asia centrale, in autunno migra a sud.
Parte dalla Maremma, e non solo dalla Maremma, sverna nel centro dell’Africa, sono circa 3000 km in linea d’aria, poi torna dalle nostre parti.
Un uccello di circa trecento grammi di peso che, con tratti anche di 8-900 km in 12 ore, attraversa mezzo mondo, dimostrando a tutti noi quanto può essere fantastica la natura.
Da un anno c’è un progetto di studio di questo meraviglioso rapace. E sabato scorso, 26 aprile, al Museo di storia naturale della Maremma, in un incontro organizzato dal Gom (Gruppo ornitologico maremmano), presieduto da Claudio Martelli, è stato tracciato un primo bilancio.
A dirigere il progetto è Giampiero Sammuri, biologo, specialista in Amministrazione pubblica, esperto di aree protette, autore di oltre 30 pubblicazioni in campo zoologico e ambientale, di piani faunistici, consulente in piani di controllo della fauna selvatica.
Sammuri, un grandissimo esperto in campo ambientale, è stato presidente del Parco della Maremma e di Federparchi, ora è presidente del Parco dell’Arcipelago toscano.
Il progetto è finanziato dalla Fondazione Gioia e Carlo, che fa capo a Filippo Marchi (Tenuta di Montelattaia, a Roccastrada), nipote di Giovanni Falck, il presidente delle famose acciaierie lombarde, scomparso nel 1972, che ha coinvolto Alcedo Aps, che ha dato l’incarico di dirigerlo a Sammuri.
Per tutte le operazioni il progetto è autorizzato dalla Regione Toscana, che ha avuto parere favorevole dall’Ispra, l’Istituto superiore per la ricerca ambientale, che ha anche un proprio ricercatore, il dottor Francesco Pezzo, nel team di lavoro.
Il monitoraggio dell’albanella minore
Il progetto – ha spiegato Sammuri – si basa su alcuni capisaldi
- Individuazione dei nidi e valutazione del successo riproduttivo
- Monitoraggio ed operazioni ai nidi
- Genetica
- Controllo posizioni Gps
- Contaminanti
Con Giampiero Sammuri ha lavorato un gruppo di lavoro formato da una serie di esperti del settore.
Guido Alari, biologo e ornitologo, si è occupa di monitoraggio di campo, attività ai nidi, controllo giornaliero delle tracce Gps.

Flavio Monti, ricercatore Cnr-Iret, ornitologo, si occupa dell’analisi dei dati Gps, contaminanti, genetica, attività ai nidi e applicazione trasmettitori satellitari.

Francesco Pezzo, ornitologo e ricercatore Ispra, si occupa di inanellamento, biometria e attività ai nidi.

Vincenzo Rizzo Pinna, ornitologo e tecnico faunistico, si occupa di monitoraggio di campo, attrezzature tecnologiche (drone, fototrappole) e attività ai nidi.

Andrea Sforzi, direttore del Museo di Storia naturale della Maremma, si occupa di monitoraggio di campo, attività ai nidi e applicazione dei trasmettitori satellitari.

I primi risultati del progetto, i viaggi in Africa dell’albanella minore
«Il progetto riguarda il monitoraggio e lo studio dell’albanella minore – spiega Giampiero Sammuri -. Il team di lavoro è impegnato su più fronti: cerchiamo i nidi e valutiamo il processo riproduttivo, quindi quanti giovani si involano dalla Maremma e anche se ci sono delle predazioni. Inoltre facciamo analisi, prelevando piccoli quantitativi di sangue, per vedere se ci sono dei contaminanti che possono essere dannosi per la specie».
E poi c’è il tracciamento Gps.
«Inanelliamo gli uccelli e piazziamo dei trasmettitori Gps, leggerissimi, che ci consentono di vedere il percorso che fanno. Quelli che abbiamo inanellato l’anno scorso sono andati tutti in Africa, nel Sahel (una fascia di territorio dell’Africa subsahariana, estesa tra il deserto del Sahara a nord, la savana sudanese a sud, l’oceano Atlantico a ovest e il Mar Rosso a est, ndr). Uno è già tornato. Questo ci consente di vedere anche la percentuale di sopravvivenza».

IL VIDEO
Chi è Giampiero Sammuri
Giampiero Sammuri, di Roccastrada, è biologo, specialista in Amministrazione pubblica, esperto di aree protette, autore di oltre 30 pubblicazioni in campo zoologico e ambientale, di piani faunistici, consulente in piani di controllo della fauna selvatica. Impegnato, altresì, in attività didattiche e di formazione in biologia, conservazione della biodiversità e gestione delle aree protette.

È stato dirigente delle Aree ambiente e conservazione della natura della Provincia di Grosseto per 7 anni e della Provincia di Siena per 16. Presidente del Parco della Maremma dal 2000 al 2012. Docente nel corso per la gestione delle aree protette presso l’Università di Siena.
Dal 2009 al 2023 Presidente di Federparchi, dal 2011, vicepresidente della sezione italiana Iucn (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), dal 2012 presidente del Parco nazionale dell’Arcipelago toscano e coordinatore della riserva Mab Unesco Isole di Toscana. Dal 2012 al 2015 membro del board di Europarc Federation.
Ideatore del progetto per la reintroduzione del falco pescatore in Italia per il quale ha ricevuto dal Wwf Italia il prestigioso Panda d’Oro nel 2006. Ha ricevuto il Pegaso d’Oro dalla Regione Toscana nel 2017 “per l’impegno e la dedizione profusi nella sorveglianza e gestione per la prima nidificazione di tartaruga Caretta caretta mai accertata prima per l’isola d’Elba” e nuovamente nel 2021, “per i risultati raggiunti come presidente del Parco nazionale Arcipelago Toscano nell’impegno alla sostenibilità e alla tutela ambientale”.
È anche uno sportivo e maratoneta (completate 8 maratone tra cui New York, Parigi, Berlino).
Autore
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Direttore di MaremmaOggi. Dopo 30 anni di carta stampata ho capito che il presente (e il futuro) è nel digitale. Credo in MaremmaOggi come strumento per dare informazione di qualità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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