Il centro per i disturbi alimentari di Casa Mora non funziona Skip to content

Il centro per i disturbi alimentari di Casa Mora non funziona

A dirlo l’associazione Perle Onlus, che punta il dito contro la Regione Toscana. La risposta dell’Asl: «Il centro già funziona, a presto sarà attivo il regime residenziale»
L'ingresso del centro disturbi alimentari a Casa Mora
L’ingresso del centro disturbi alimentari a Casa Mora

CASTIGLIONE DELLA PESCAIA. Centro per i disturbi alimentari, una vera denuncia quella sollevata dall’associazione Perle Onlus – Movimento Lilla: «Il centro per i disturbi della nutrizione dell’alimentazione a Casa Mora, la Dca, non funziona. Non è possibile che la struttura sia aperta solo per il day hospital».

La richiesta è che la struttura funzioni, anche se i bene informati sussurrano che con la carenza di medici è praticamente impossibile trovare il personale per mettere in moto a regime la macchina.

Cosa è il centro Dca di Casa Mora

La costruzione del centro per i disturbi alimentari è iniziata nel 2016: circa 2,6 milioni di euro stanziati, e seppur con qualche ritardo la Dca di Castiglione della Pescaia ha visto la sua attivazione già alla fine dello scorso anno.

Casa Mora è considerato uno dei centri più importanti del centro Italia a livello pubblico: altri sono presenti a Lido di Camaiore (Lucca), Pellegrino Parmense (Parma), Todi (Perugia), Portogruaro (Venezia), e Arcugnano (Vicenza), oltre che alcuni privati a Firenze.

Il progetto ha previsto la ristrutturazione dei vecchi edifici presenti: due nuclei residenziali da 23 camere con bagni controllati, e 3 postazioni per gli infermieri.

La struttura è su due piani, e in quello superiore ci sono le aree per la terapia, quelle di supporto e socializzazione; così come in esterno, dove è previsto anche un orto vicino alla cucina con giardino delimitato.

Inoltre ogni camera ha una regolazione per il riscaldamento, e sul tetto è stato installato un impianto fotovoltaico da 20 kWp, con il recupero delle acque piovane per l’irrigazione. In totale l’area si estende su circa 10 ettari di superficie, con quella coperta di circa 600 metri quadri per una volumetria di circa 3000 metri cubi.

Il giardino interno della Dca a Casa Mora

Ecco il testo integrale dell’associazione a firma della presidente Mariella Falsini, che ha sollecitato la Regione Toscana e la stessa Asl, non ricevendo risposta.

Centro per i disturbi alimentari, esiste ma non funziona

«Tutti i giorni riceviamo richieste da tutta Italia di persone in cerca di un “centro residenziale di cura per disturbi alimentari”, o di persone che sono in lista d’attesa per entrarvi».

«Oggi la nostra denuncia riguarda il paradosso di una struttura che esiste, di nuova costruzione, ma di fatto non funziona. “Casa Mora” a Castiglione della Pescaia in provincia di Grosseto. E di questo chiediamo conto alla Regione Toscana».

«Casa Mora è stata costruita con le risorse della Regione Toscana e ci sono voluti ben 4 anni per ultimarla. Sono state fatte due inaugurazioni: a luglio 2021 e dicembre 2021. Potrebbe ospitare 20 pazienti in regime residenziale».

«Sottolineiamo che la struttura si troverebbe a sole 2 ore da Roma, che da sempre lamenta carenze per il ricovero di chi soffre di Dna, disturbi della nutrizione dell’alimentazione, oltre a raccogliere le numerose richieste di aiuto da tutta la Toscana. Assurdo».

«Attualmente svolge solo un servizio ridotto di semi-residenza, meglio che niente, anche se non proprio agevole da raggiungere per chi tutti i giorni deve fare avanti e indietro. Inoltre le spese di sostentamento e delle utenze della struttura ci sono, tanto quanto lavorasse a regime».

La Regione vuole una cattedrale nel deserto?

«Chiediamo quindi alla Regione Toscana se intende trasformare il Centro disturbi alimentari Casa Mora in una cattedrale nel deserto, nonostante l’incremento esponenziale delle malattie del comportamento alimentare e di conseguenza la richiesta di supporto sia chi vive in regione sia di chi vive in regioni limitrofe».

Un ambulatorio del centro disturbi alimentari a Casa Mora

 

La risposta dell’Asl

Non si è fatta attendere la risposta a firma di Giuliana Galli dell’Asl Toscana sud est sul Centro per i disturbi alimentari: «Casa Mora funziona ed è già punto di riferimento. Presto attivo anche il regime residenziale»

«Casa Mora sta già offrendo risposte concrete per la cura dei Disturbi del comportamento alimentare e tra pochi mesi le sue attività saranno ulteriormente potenziate – ha detto Giuliana Galli direttrice del Dipartimento di coordinamento tecnico della salute mentale dell’Asl Toscana sud est, in risposta alla lettera dell’associazione Movimento Lilla e Perle Onlus -. Il Centro disturbi alimentari a Castiglione della Pescaia rappresenta la prima struttura pubblica, non solo per l’Asl Toscana sud est, ma di tutta la Regione Toscana per la cura dei disturbi alimentari».

«Attualmente funziona la semi residenza che è aperta tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 20 insieme agli ambulatori. Dal giorno dell’inaugurazione nel dicembre 2021 sono state effettuate 73 prime visite, e in questo momento sono in carico 21 pazienti. Sono numeri di un centro che svolge una attività intensa e importante – prosegue Galli – per offrire un servizio qualificato alle persone che soffrono di Dca».

«Ricordo che a Casa Mora è stato trasferito il centro diurno attivo da anni presso l’ospedale Misericordia, in cui, anche per le limitazioni imposte dal Covid, potevano accedere un massimo di 4 pazienti».

«Con la nuova struttura invece possiamo finalmente far fronte alla richiesta che è sempre in aumento. Per il completamento delle attività con il regime residenziale per 20 nuovi posti – puntualizza la direttrice – abbiamo lavorato per definire le modalità di funzionamento e siamo al termine della predisposizione della gara pubblica per dare in affidamento i servizi assistenziali mentre il coordinamento sarà aziendale».

«I tempi sono stati un po’ più lunghi rispetto al previsto ma siamo in dirittura d’arrivo e il nostro obiettivo – conclude Giuliana Galli – è quello di chiudere le procedure e ospitare i primi pazienti».

 

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