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I vini di Cacciagrande, lo stile Bolgheri in Maremma

L’azienda di Bruno Tuccio racconta una storia di passione, impegno e successo. Il risultato sono cinque vini che hanno collezionato oltre 100 premi e riconoscimenti
Bruno Tuccio
Bruno Tuccio

CASTIGLIONE DELLA PESCAIA. Quella dell’azienda Cacciagrande di Bruno Tuccio è una storia di passione, coraggio, intuizione e amore per il proprio lavoro.

40 ettari, di cui 20 coltivati a vigneto e 5 a oliveto, immersa nelle campagne maremmane, a un tiro di schioppo da Castiglione della Pescaia, produce vini Doc Maremma tra i più apprezzati in Italia e all’estero. E che hanno collezionato nel tempo oltre 100 premi e riconoscimenti

Ma ci sono voluti anni di duro lavoro, tenacia, pazienza e fatica, accompagnata da un’autentica passione per l’agricoltura, ereditata dal padre Massimo. Lui stesso, infatti, ha costruito la propria azienda attraverso una lunga opera di riordino fondiario che è durata tutta la sua vita «e gran parte della mia», dice Bruno. E il suo racconto è un concentrato di ricordi e di emozioni

Da un’antica riserva della Badiola è nata Cacciagrande 

«Questa zona, fino alla Riforma fondiaria, era un latifondo di proprietà della Badiola. Qui, in particolare, c’era una riserva di caccia, da cui deriva il nome dell’azienda Cacciagrande, che, ci tengo a precisarlo, è nata da una costola di quella di mio padre Massimo, quando ho deciso di mettermi in proprio», dice Bruno. 

Massimo Tuccio, infatti, ha costruito la  proprietà piano piano, acquistando i terreni dei poderi dell’Ente Maremma vicini al suo, dedicandosi in un primo tempo alla coltivazione degli alberi da frutto. Per poi passare negli anni ’80 a un deciso cambio di marcia e piantare viti e olivi, pur fermandosi all’uva e alle olive che conferiva alla cantina cooperativa e al frantoio, senza produrre vino e olio in proprio. 

Bruno, fin da bambino, ha lavorato con il padre, proseguendo durante il liceo fino alla facoltà di lettere. Che può sembrare inconsueta, ma come dice lui stesso, «i consulenti tecnici sono professionisti di cui ci possiamo avvalere, ma fare impresa richiede tante altre competenze che non necessariamente si imparano a scuola».

Il sogno? «Un marchio tutto mio e imbottigliare i miei vini»

È verso la fine degli anni ’90, che arriva la domanda fatidica.

«A 22 anni – riprende Bruno – mio padre mi chiese cosa volessi fare da grande, perché c’era in ballo l’acquisto di un nuovo podere. Io stavo facendo l’università con impegno e passione, ma ero ugualmente attratto dall’azienda di famiglia, anche per la la mia storia personale legata al lavoro che avevo sempre fatto insieme a babbo».

«Fu in quel momento, non senza qualche paura, ma con l’entusiasmo di chi si prepara a realizzare il proprio sogno, che decisi di dedicarmi alla terra. Ma con un passo in più: non mi sarei accontentato del lavoro di produttore di uva e olive, ma avrei creato un vino tutto mio, un mio marchio. Così, nel 1997, è nata Cacciagrande, una parte di me», racconta Bruno.

Bruno Tuccio
Bruno Tuccio

«Ho fatto una scelta di vita e ho iniziato a lavorare per dare corpo al mio progetto di chiudere il cerchio produttivo, dalla vigna alla bottiglia». All’inizio c’erano quattro vasche di cemento, l’attrezzatura minima per iniziare e i vigneti da impiantare. Il brand è nato in sordina, nell’età dell’oro della produzione enologica maremmana, ma nel giro di pochi anni si è ritagliato uno spazio significativo sul mercato.

2001, nasce il primo vino marchio Cacciagrande

La prima etichetta con il marchio Cacciagrande è uscita nel 2001: un vino rosso Monteregio Doc. Nel giro di pochi anni sono nati altri prodotti, tutti di alta qualità riconosciuta da esperti, intenditori e riviste specializzate.

Nel frattempo, nel 2011, è stata istituita la Doc Maremma Toscana e i vini di Cacciagrande sono rientrati in questa denominazione che meglio si presta ad accogliere anche vinificazioni diverse dal tradizionale Sangiovese. E questo rappresenta un valore aggiunto, tanto che Tuccio è stato tra i primi e più convinti sostenitori della nuova Doc.

L’identità dei suoi prodotti è data dal gradimento personale per alcuni vitigni, che si è sposato con l’inclinazione pedoclimatica dell’area in cui si trova l’azienda. Da qui sono nati tutti i vini, con il supporto di un’enologa del calibro di Graziana Grassini, allieva ed erede spirituale dell’illustre e compianto Giacomo Tachis.

Lo stile bolgherese nei vini di Bruno Tuccio

«Per composizione del terreno, posizione e microclima, la zona dell’Ampio in cui si trova l’azienda – spiega Bruno – è più vicina alla tipologia “Bolgheri” che alla vocazione al Sangiovese di molta parte delle colline maremmane. È stato, dunque, facile indirizzarmi su vitigni meno convenzionali per questa provincia, come il Viognier per i bianchi e il Petit Verdot per i rossi, pur dedicando una parte del vigneto alla tradizione toscana del Sangiovese e del Vermentino. Quello del Viognier è stato un mio progetto personale, in cui ho creduto fortemente e sono stato tra i primi a produrlo in Maremma».

Il vino di punta, quello che ha ottenuto il maggior numero di riconoscimenti, è il Castiglione, Petit Verdot in purezza, vincitore nel 2012 del massimo punteggio, le “5 Bottiglie” attribuito dalla guida dell’Espresso. 

Il blasonato Castiglione
Il blasonato Castiglione

Oggi, Viognier, Vermentino, Petit Verdot, Syrah, Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Merlot rappresentano il panorama ampelografico di Cacciagrande. Da questi sette vitigni sono nate cinque etichette, due bianchi e tre rossi:

  • un Rosso base (50% Sangiovese, 25% Cabernet sauvignon, 25% Merlot)
  • il Cortigliano (Syrah in purezza)
  • il Castiglione (Petit Verdot in purezza)
  • un Vermentino in purezza
  • un Viognier in purezza

Si possono acquistare nelle enoteche, nei negozi specializzati, oppure al punto vendita a Castiglione della Pescaia, ma soprattutto si possono degustare nella splendida sala degustazione direttamente in azienda.

La sala degustazione affacciata sui vigneti

«Con il Castiglione e altre etichette ho ottenuto grandi soddisfazioni di pubblico e critica, con vini premiati da Gambero rosso e Veronelli – spiega Tuccio – ma non mi sono montato la testa. Ho continuato a lavorare, a investire con fatica e impegno, risorse umane e finanziarie, che mi hanno permesso però di fare la mia casa, realizzare una nuova cantina e una sala degustazione molto particolare». Affacciata sui vigneti, curata nel dettaglio, offre un punto di vista unico che accompagna il piacere di assaggiare il vino là dove viene prodotto.

In azienda vengono organizzate degustazioni guidate e visite ai vigneti, per apprezzare il prodotto nella sua complessità e interezza. L‘accoglienza e l’ospitalità sono, infatti un altro fiore all’occhiello di Cacciagrande.  

«Ci troviamo in un punto della Maremma a forte vocazione turistica, quindi perché non sfruttare l’appeal di Castglione investendo anche in accoglienza? E infatti, il 20-30% dei circa 800 ettolitri prodotti viene venduto in azienda o attraverso il punto vendita che abbiamo aperto al centro commerciale Coop, a Castiglione nel 2007. Il nostri vini si trovano nei ristoranti, nelle enoteche, nei negozi specializzati, in tutta la Toscana e in alcune altre regioni italiane. E abbiamo anche due etichette in vendita sugli scaffali della grande distribuzione», spiega Tuccio.

Cura, attenzione e sostenibilità, le parole d’ordine di Cacciagrande 

Alla base del successo di questa azienda, che produce anche olio extravergine Igp Toscana e due tipi di grappa, bianca e barriccata, ci sono determinazione, idee chiare, lungimiranza e qualità. Ma tutto questo non basta se non si unisce al rispetto per l’ambiente, alla cura del territorio a al valore di tanti piccoli accorgimenti  che fanno la differenza sul prodotto finale. 

«In azienda abbiamo scelto di porre grande attenzione nei sistemi di gestione agronomica e una cura rigorosa degli impianti e dei processi di vinificazione. Usiamo accorgimenti che rispettano la natura del vitigno, come ad esempio la vendemmia dei bianchi di notte, la macerazione a freddo sulle bucce per estrarre la massima espressione degli aromi varietali. Il microclima e la qualità dei terreni da soli non bastano a fare vini di qualità», spiega Tuccio.

Tutto questo senza trascurare la sostenibilità, il rispetto dell’ambiente e il risparmio delle risorse. Cacciagrande, attraverso un impianto fotovoltaico e  uno solare termico, copre il fabbisogno aziendale quasi esclusivamente con energie rinnovabili.

Contatti

Azienda Vitivinicola Cacciagrande 
Località Ampio
58043 Tirli – Grosseto

sito internet www.cacciagrande.com
+390564944168
info@cacciagrande.com

           


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