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I produttori in corteo: «Così non sopravviviamo»

Monta la protesta nel settore agroalimentare, a Grosseto arriva il corteo di martedì 22 febbraio, partirà dal Madonnino e arriverà in piazza Barzanti, convocato tavolo in regione
Parte della locandina del corteo

GROSSETO. La manifestazione di  Coldiretti in piazza Rosselli del 17 febbraio è stata solo l’inizio. Gli allevatori della provincia di Grosseto, che forniscono quasi il 60% del totale della produzione regionale (circa 36mila tonnellate), si attestano come i custodi della “banca del latte” Toscana e sono decisi a far pesare il loro ruolo per risolvere quanto prima questo periodo di crisi che sta mettendo in ginocchio le loro attività.

Al centro della protesta in piazza Rosselli, si è parlato di caro-bollette che ha interessato materie prime ed energia, e di speculazioni che strozzano le imprese agricole, costrette in molti casi a vendere sotto costo.

Ma, come premesso, non è finita qui: in città infatti, un’altra piazza sarà occupata dalla manifestazione dei produttori.

Allevatori e autotrasportatori insieme

Le ragioni sono le stesse. A quelle però si unisce la solidarietà degli autotrasportatori, anche loro colpiti da numerosi rincari. È previsto quindi, per martedì 22, un corteo fatto da produttori locali e autotrasportatori. Il corteo di trattori e camion partirà alle  11 dal piazzale del Madonnino a Braccagni, per poi radunarsi alle 13 in piazza Barzanti a Grosseto.

 

Una delle locandine della manifestazione

Simone Masala, allevatore tra gli organizzatori della marcia, spiega: «Ci sarà anche un comitato del movimento dei pastori sardi. Saranno presenti allevatori e camionisti: hanno iniziato in Sardegna e si stanno aggiungendo altre manifestazioni in tutta Italia. Così è impossibile andare avanti, non ci rimane che manifestare e spingere, pacificamente, per cercare soluzioni. A questi prezzi e con questi costi, non riusciamo a produrre, è impossibile».

Il corteo spera di sensibilizzare i cittadini sulla grave crisi in cui versa il settore, cercando di unire le forze e ampliare la portata manifestazioni, per la ricerca di una risonanza che arrivi anche alle orecchie delle istituzioni, come già si era proposta di fare la manifestazione Coldiretti.

I risultati della manifestazione Coldiretti

Ricordando la manifestazione Coldiretti del 17 febbraio, Fabrizio Filippi, direttore Coldiretti Toscana, si era trovato proprio durante la mattina in piazza Rosselli davanti a tanti allevatori ed agricoltori di Grosseto, ma anche di Livorno, Pisa e Siena, che avevano raccolto il sostegno sia degli operatori della filiera agroalimentare, che di molti amministratori locali.

Dopo aver preso parte alla delegazione che ha incontrato la Prefetta di Grosseto per consegnarle un documento destinato al premier Draghi, Filippi riassume così la mattinata in piazza: «La convocazione del direttore dell’Ispettorato centrale repressioni frodi da parte della Prefettura è un primo passo per far rispettare la legge contro le pratiche sleali, legge che abbiamo fortemente voluto e ci tengo a precisarlo, che vieta la vendita sotto costo. Ai produttori deve essere riconosciuto il giusto prezzo che parte dai costi di produzione che l’impresa sostiene. Vendere sotto costo è una pratica vietata ma oggi questo non sta avvenendo. Le imprese agricole, e gli allevatori ne sono un triste esempio, producono in perdita. Non siamo qui a chiedere aiuti o sostegni ma il rispetto della legge».

Il secondo risultato è la convocazione da parte del vicepresidente Stefania Saccardi del tavolo sul latte che arriva a distanza di poche settimane dal primo incontro con la grande distribuzione organizzata e la trasformazione. Il tavolo tornerà a riunirsi mercoledì 9 marzo alle 16 in videoconferenza. «La Gdo ed i trasformatori – conclude la direttrice di Coldiretti Grosseto, Milena Sanna – non possono girarsi dall’altra parte. Non si può aspettare oltre per fermare la speculazione in atto sul prezzo del latte alla stalla. A rischio c’è il futuro degli allevamenti vaccini. Quando una stalla chiude, non riapre più, con gravi ripercussioni su lavoro, paesaggio, e ambiente».

 

 

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