Grifone, un'emorragia: se ne va anche Rodia | MaremmaOggi Skip to content

Grifone, un’emorragia: se ne va anche Rodia

Il collaboratore tecnico di mister Silva scende dal carro ma i motivi restano sconosciuti: il punto della situazione
Vincenzo Rodia

GROSSETO. Il Grifone perde l’ennesima penna. Questa volta è il collaboratore tecnico Vincenzo Rodia (staff di mister Silva) a uscire dalla società per motivi sconosciuti, che resteranno tali. La partenza di Rodia si aggiunge a quelle del direttore sportivo Umberto Quistelli, dei giocatori Cretella e De Vito. Una grave emorragia interna a pochi giorni dall’inizio del campionato fissato per il 4 settembre. Una situazione instabile.

Malumori e mezze verità

Ai due angoli del ring si fronteggiano l’azzurro delle comunicazioni ufficiali e il grigio scuro, tendente al nero pece, di una realtà completamente diversa. L’impressione è di un ambiente ancora alla ricerca di se stesso, di equilibri mai trovati, di malcontenti striscianti, che sfociano in distacchi reali. I due ritiri estivi avevano consegnato fotografie positive, con la squadra capace di ,ottenere risultati soddisfacenti attraverso un gioco molto apprezzato da Massimo Silva.

Il ritorno a casa è stato l’opposto. Eliminati dall’Orvietana dalla coppa Italia di serie D, successo tribolato con la Colligiana (Eccellenza Toscana). Il binario delle delusioni parla di prestazioni scadenti, vicine allo squallido, senza luce, prive di quell’amalgama previsto dal gioco del calcio. I primi ad essere messi in discussione sono stati i giocatori, e questo è plausibile. Dopo partenze e presentazioni il quadro non va visto soltanto dal lato della cornice, ma anche dietro. E non è un bel vedere.

Le vibrazioni provenienti dallo spogliatoio non hanno un buon sapore spostando l’attenzione dal campo di gara al piano puramente di vivibilità interna. Giocare significa essere sereni, protetti, non vulnerabili. In caso contrario il pallone pesa 45 chili e correre diventa utopia. Non si tratta solamente di spessore tecnico, una squadra è tale quando tutti, ma proprio tutti, spingono nella stessa direzione con partecipazione assoluta e cementata volontà. Non sono i nomi a fare la differenza in campo, la verità è molto più spicciola, servono amore e appartenenza. Questi due fuoriclasse sono molto rari e vanno tesserati col cuore.

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