Gessi rossi a Montioni, il Tar boccia gli ambientalisti | MaremmaOggi Skip to content

Gessi rossi a Montioni, il Tar boccia gli ambientalisti

Secondo i giudici amministrativi il Forum non sarebbe rappresentativo di territorio e popolazione. La risposta di Barocci: «Giudichino i cittadini»
la collina di gessi rossi a Montioni
La cava di Montioni

FOLLONICA. Un nuovo capitolo si aggiunge alla vicenda dei gessi rossi, utilizzati per il ripristino ambientale della ex cava di di Poggio Speranzona a Montioni, nel comune di Follonica.

Il Tar della Toscana, ha depositato ieri, 28 giugno, la sentenza con la quale ha respinto il ricorso presentato nel 2019 dal Forum Ambientalista di Grosseto contro la Regione Toscana e il Comune di Follonica, oltre che nei confronti della Sepin srl, l’azienda che si occupa del trasporto dei gessi dalla Venator di Scarlino al luogo di stoccaggio.

Secondo i giudici amministrativi, infatti, il Forum non sarebbe legittimato a presentare il ricorso in quanto non rappresentativo degli interessi della popolazione e del territorio in questione. Oltre a essere in difetto dei requisiti di “associazione di tutela ambientale”, previsti dalla legge istitutiva del ministero dell’Ambiente.

Il ricorso del Forum ambientalista

Il ricorso impugnava l’autorizzazione unica numero 32897, rilasciata dallo Sportello unico per le attività produttive del Comune di Follonica il  27 agosto 2019, e il decreto dirigenziale numero 13742/2019 emesso dal Settore bonifiche e autorizzazioni rifiuti della Direzione ambiente della Regione Toscana, che abilitava la Sepin alle attività di ripristino della cava di Poggio Speranzona.

In particolare, in relazione alla terza fase del progetto di recupero approvato dalla regione nel 2015, che prevedeva l’impiego dei gessi rossi per il completamento del ripristino ambientale della ex cava.

Secondo il Forum Ambientalista, il decreto dirigenziale 13742/2019 sarebbe stato rilasciato senza effettuare il test di cessione, omettendo ogni valutazione in merito alla presenza ed alle concentrazioni di numerose sostanze inquinanti e pericolose per l’ambiente e la salute umana.

Il Tar: «Il Forum non è rappresentativo del territorio»

Ma per il Tar Toscana, il ricorso è inammissibile. Dunque i giudici amministrativi hanno accolto le eccezioni della Sepin sulla legittimità del Forum a presentarlo, in quanto privo della qualifica di “associazione di protezione ambientale”, come previsto dall’articolo 13 della legge 349/1986, che istituisce il ministero dell’Ambiente.

Anzi, il Forum non sarebbe neppure in possesso dei requisiti individuati dalla giurisprudenza in tema di legittimazione processuale delle associazioni e dei comitati privi di riconoscimento, laddove invece «perseguano statutariamente, in modo non occasionale, obiettivi di tutela di determinati interessi della collettività» e abbiano un adeguato grado di rappresentatività territoriale. Quindi devono agire per la difesa di specifici fini individuati nello statuto.

Elemento che il collegio presieduto dal giudice Carlo Testori non ha ravvisato nel Forum, dallo statuto del quale, scrive il Tar «emerge che persegue generiche finalità di solidarietà sociale, di contrasto del modello capitalistico e della globalizzazione, di ogni forma di violenza e di sfruttamento degli esseri umani e dei beni comuni dell’umanità».

Quanto al radicamento territoriale, il Forum Ambientalista «non sembra presentare alcun particolare collegamento con il contesto territoriale di Follonica Né è possibile valutare la rappresentatività dell’associazione ricorrente in relazione al numero degli associati, in quanto alcuna indicazione al riguardo è contenuta nello statuto depositato agli atti del giudizio», si legge sulla sentenza.

Barocci: «Giudichino i follonichesi sulla nostra rappresentatività» 

Sull’ultimo punto rilevato dal Tar Toscana, punta la risposta di Roberto Barocci, del Forum: «Siano i cittadini di Follonica a giudicare se siamo o meno rappresentativi del territorio e della comunità. Lo dicono 5 sentenze del Consiglio di Stato che hanno annullato altrettante sentenze del Tar Toscana, su ricorsi da noi presentati».

 

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