Gavorrano piange Anelio, il maestro della Segreteria | MaremmaOggi Skip to content

Gavorrano piange Anelio, il maestro della Segreteria

Dirigente dell’ufficio Segreteria, Signori aveva guidato i dipendenti comunali: è stato uno dei pionieri della rubricazione degli atti di giunta e consiglio
Il Municipio di Gavorrano
Il palazzo comunale di Gavorrano
GAVORRANO. Era andato in giardino per farsi accarezzare dai primi timidi raggi di sole che stanno cominciando a riscaldare la Maremma. Come ogni giorno, era uscito dalla sua casa di Gavorrano per guardare il mondo che lo ha accolto per 94 anni. Poi è rientrato in casa e si è sentito male: Anelio Signori è morto sabato 19 febbraio, nella sua casa di Gavorrano e domenica 20 febbraio, alle 15, nella chiesa di San Giuliano, saranno celebrati i funerali.

Il pioniere dell’amministrazione comunale

Signori è stato un vero e proprio pioniere. «Non c’erano i computer, allora – lo ricorda Mauro Giusti – e per noi giovani che lavoravamo in Comune, lui è stato un vero maestro».  Giusti, insieme ad altri gavorranesi, entrò da giovane in Comune negli anni Settanta. «Con lui scompare un’altra figura importante di quel gruppo di impiegati che lavorarono con passione e tenacia per rendere protagonista l’amministrazione comunale di Gavorrano».

Dirigente dell’ufficio Segreteria, Signori aveva guidato i dipendenti comunali e aveva insegnato loro non soltanto ad essere buoni impiegati, ma anche ad essere uomini. «A me, Romolo ed Ernesto ci permettevi alcune volte di mettere in campo la nostra giovinezza a condizione però che a fine giornata il lavoro fosse finito – scrive ancora Mauro Giusti in un tenerissimo post sulla sua pagina di Facebook – Ricordo il primo concorso delle maestre della scuola materna comunale, oltre 400 candidate, con il sindaco Senesi che non voleva escludere nessuno dalla prova scritta, e noi a chiamare le candidate per perfezionare la domanda. Da una parte eravamo contenti, dall’altra il lavoro fu immenso».
In tre mesi, il concorso si concluse e Signori si dimostrò, giustamente, orgoglioso del lavoro fatto.
E poi gli atti di giunta e di consiglio, che voleva che fossero scritti in modo impeccabile, di facile consultazione. «Studiò il sistema di rubricarli uno per uno – dice ancora Giusti –  non c’era il cervello elettronico, così la chiamavamo quando arrivò con Andreini, ma noi gli atti li trovavamo alla svelta lo stesso grazie alla tua inventiva. Signori è stato punto di riferimento di Garbati, Senesi, Andreini. Non lo fu per me, perché andò in pensione pochi mesi prima che io venissi eletto sindaco, scherzosamente quando ci trovavamo ti ho sempre detto che me la ero legato al dito».
Anelio Senesi lascia un figlio, primario all’ospedale di Pisa. «È rimasto lucidissimo fino all’ultimo – aggiunge Giusti – una testa fiera. Ci mancherà molto a tutti».

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