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Follonica si schiera: no al rigassificatore

Il consiglio comunale vota all’unanimità la mozione contro l’impianto: tutti i membri dell’assise hanno chiesto di attivarsi presso le istituzioni nazionali e regionali
Il rigassificatore

FOLLONICA. Un no secco senza tentennamenti: il consiglio comunale di Follonica nell’ultima seduta prima di Ferragosto, ha votato all’unanimità la mozione contro la costruzione dell’impianto del rigassificatore che il Governo ha intenzione di installare nel porto di Piombino.

Tutti i consiglieri chiedono in sostanza al sindaco e alla giunta di attivarsi presso le istituzioni nazionali e regionali affinché il Comune follonichese possa essere inserito all’interno dell’iter autorizzatorio, per poter esprimere la propria contrarietà e richiedere che venga effettuata una Via, la valutazione di impatto ambientale all’interno dell’iter previsto. Il Consiglio comunale ha così approvato all’unanimità la “Mozione sulla collocazione di un rigassificatore a Piombino e nel golfo di Follonica”.

Il porto di Piombino

Il Comune deve partecipare come parte attiva

Non solo: è stato chiesto di attivarsi contro qualsiasi attività che possa gravare e minare le tutele ambientali e la sicurezza dei cittadini e di conoscere l’effettivo tratto di interdizione alla navigazione dalla nave rigassificatrice e come quest’area può influire sulle attività di Follonica.

È poi stato chiesto di agire affinché nel Comune possano essere favoriti ed attuati investimenti per uno sviluppo delle energie rinnovabili e delle comunità energetiche, dando un segnale che il cambiamento avviene anche attraverso l’azione degli enti locali. Infine, a prescindere dall’esito della vicenda, è stato chiesto di attivarsi affinché lo Stato, la Regione e la Società Snam si dotino di una fideiussione per gli eventuali anni di permanenza nel porto, a garanzia di eventuali danni economici ed ambientali che potrebbero emergere e per i quali si dovrà porre rimedio.

Il lavoro dei sindaci del comprensorio follonichese

Il lavoro svolto dai sindaci del comprensorio follonichese e la mobilitazione delle popolazioni locali, ha scongiurato che nel golfo di Follonica ci sia l’arrivo di navi rigassificatrici: non verrà infatti realizzata alcuna piattaforma offshore stabile nel golfo, e la volontà sembra essere quella di far rimanere il rigassificatore nell’area di Piombino per tre anni, per poi essere spostato verso una destinazione diversa.

Un punto fermo sottolineato dal consiglio comunale follonichese è il dover seguire necessariamente un iter autorizzativo integrale e non parziale, in modo che le comunità e tutti i soggetti produttivi della nostra costa possano avere le dovute garanzie senza subire penalizzazioni che potrebbero essere irreversibili.
Le preoccupazioni principali – oltre al mancato dialogo con il territorio rispetto ad una scelta decisa in sede nazionale senza alcun confronto preventivo con le istituzioni locali – riguardano la sicurezza dell’impianto di rigassificazione e i probabili effetti ambientali, lavorativi e sociali generati dalla sua presenza.

Dal punto di vista tecnico, sono tre gli aspetti principali: l’impatto del cloro scaricato in mare dal rigassificatore (circa 50 chili al giorno); la bassa temperatura delle acque di scarico e la connessione alla rete del gas attraverso un tubo lungo otto chilometri dalla nave fino alla prima centrale di distribuzione del gas. Ulteriori preoccupazioni riguardano l’eventuale impatto sullo sviluppo economico e turistico del litorale, oltre ai pericoli per l’ecosistema marino, ricordando che nel golfo di Follonica esistono anche importanti coltivazioni ittiche con un raccolto che rappresenta ben il 60% della produzione nazionale, e che occupano diverse centinaia di addetti, che potrebbero risentire pesantemente di un’alterazione dell’ambiente marino.

Altra perplessità riguarda la collocazione del rigassificatore in prossimità della costa, all’interno di un golfo dove a causa delle correnti interne il ricambio delle acque avviene in modo minore rispetto al mare aperto, infatti basta vedere dove sono stati collocati gli altri rigassificatori in Italia, ovvero tutti almeno oltre le 8 miglia dalla linea di costa.

 

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