Follonica compie cent'anni. Il tributo di Prunetti | MaremmaOggi Skip to content

Follonica compie cent’anni. Il tributo di Prunetti

Giovedì prossimo, lo scrittore parlerà del suo lavoro per il centenario della città di Follonica. Protagoniste le storie di loppe, di ghisa e di mare
Lo scrittore follonichese Alberto Prunetti
Lo scrittore follonichese Alberto Prunetti

FOLLONICA. Alberto Prunetti, curatore del volume sul centenario del Comune, giovedì 15 dicembre, alle 17.30, nella sala Allegri del Teatro Fonderia Leopolda, parlerà del suo contributo e dei suoi studi legati alla città fabbrica.

In occasione del primo secolo di Follonica, l’amministrazione comunale ha infatti deciso di sostenere alcuni progetti.

Per l’occasione, i singoli autori e autrici stanno organizzando incontri pubblici per parlare, volta per volta, della visione della città e delle prospettive future.

La storia di Deruisseau

Prunetti parlerà di Deruisseau ,l’insorto della rivoluzione haitiana dei “giacobini neri”. Ha attraversato l’oceano in catene dalla sua Port au Prince, deportato dall’esercito di Napoleone prima in Finistère e poi in Corsica, e infine, arrivato a Follonica, è stato impiegato nella costruzione e manutenzione della fonderia follonichese.

La storia di questo operaio nero che ha spezzato le catene della schiavitù, è  al centro di uno dei contributi dello scrittore follonichese.

«La sfida di questa antologia del centenario – spiega Prunetti – è di riprovare oggi a “inchiestare” con sguardi orientati da discipline diverse, un territorio incastrato tra il fiume Pecora e due stabilimenti industriali (Piombino e Scarlino), stretto tra le Colline Metallifere e l’Isola d’Elba, città fabbrica ma ormai fabbrica del turismo. Si tratterà di capire se questo territorio  si stia costruendo un’identità chiusa, come il cemento delle sue torri, o se rimane qualcosa dell’idea relazionale e ospitale di una città aperta al vento e ai forestieri, dove le quattro strade di Bianciardi si estendono nella via di fuga verso il mare».

Per Prunetti si tratta di capire: «quante immagini si sovrappongono nel nostro sguardo di Follonica e dove convergono tutte queste prospettive, in un centenario follonichese che vorremmo decentrato rispetto ai luoghi comuni delle logiche localiste e nostalgiche, in uno sforzo volto a “congiuntivizzare” l’immagine di questa città, chiedendosi cosa sarebbe potuto accadere, per immaginare assieme quello che è stato e quello che potrebbe davvero accadere nei cento anni che abbiamo davanti».

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