Folla commossa per l'addio a Marco Tonini | MaremmaOggi Skip to content

Folla commossa per l’addio a Marco Tonini

Il grande abbraccio alla moglie e al figlio dell’imprenditore ucciso dalla malattia a soli 55 anni
L’arrivo del feretro

GROSSETO. Il vento muove piccole foglie gialle sul sagrato dell’Addolorata. Non volano le rondini, sono rimaste nei nidi, non c’è il sole, è rimasto dietro le nuvole, non sembra maggio. Il mese più bello, quello che grida l’inno alla vita, propone notti dolci e avvolgenti, ha percepito il disagio facendo un passo indietro. È il giorno dei funerali di Marco Tonini, una persona splendida.

L’abbraccio alla moglie e al figlio

La gente si raccoglie sotto i pini davanti al tempio. Si aspetta il feretro sussurrando, raccogliendo i ricordi sottolineati dai brividi, si piange, si chiede il perché sapendo che non esiste risposta, non c’è vocabolo che possa aprire uno spiraglio esauriente.

Don Vitale si ferma sulla soglia della chiesa. Attende  anche lui nella consapevolezza che lo attende il duro compito di convertire la disperazione e il pianto in conforto e fiducia. Lo sguardo vaga tra occhi spenti, mani attorcigliate, carezze su viso di Maria Pia, la moglie, e abbracci comunicativi a Matteo, il figlio.

Ci sono i dipendenti della Ival, la seconda famiglia di Marco, distrutti dal dolore per aver perduto l’affascinante regista del loro lavoro, sono presenti molti amici che, negli anni, hanno capito e apprezzato lo spessore del Marco uomo. Uomo col quale si poteva giocare a  burraco, parlare di politica, andare a fondo di qualsiasi tema. Con semplicità.

La folla al funerale

Non gli mancava mai il sorriso, la battuta, l’ironia acuminata, a Marco potevi confessare tutto, anche le questioni più profonde. Si offriva senza limiti, infondeva coraggio. Amava e sponsorizzava ogni tipo sport, adorava il calcio e la Juventus. Marco era bianconero in maniera totale e non lo nascondeva mai. Ogni occasione era l’alibi per toccare l’argomento ridando vita a un gol, una azione, una vittoria, una sconfitta. Era allergico ai gatti, non gradiva il sole, rare le giornate al mare. Marco era questo e tanto altro.

Durante la messa don Vitale ha detto: «La resurrezione deve avvenire mentre siamo vivi dando il meglio di noi, cercando di migliorare se stessi e gli altri». Sono il titolo giusto da scrivere sull’ultima pagina della storia di Marco. Quando tutto è terminato una rondine vola sul campanile e appare un pallido sole.

Struggente l’ultima immagine di Maria Pia e Matteo che si allontanano. Accanto a loro c’è il vuoto lasciato dagli occhiali di Marco.

La cremazione ci sarà lunedì 9 maggio.

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