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Firmata l’autorizzazione per il rigassificatore di Piombino

La nave, che Snam ha acquistato la scorsa estate per 330 milioni di euro, sarà operativa da aprile 2023. Il sindaco Ferrari conferma: «Ricorriamo al Tar»
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La Golar Tundra (foto sito Snam)

PIOMBINO. Il presidente della Regione Eugenio Giani, in veste di commissario straordinario del Governo, ha firmato oggi, 25 ottobre, l’autorizzazione all’installazione del rigassificatore nel porto di Piombino. Il via libera al progetto di Snam era stato annunciato venerdì scorso al termine della conferenza dei servizi decisoria.

Con la firma dell’autorizzazione, la Snam può posizionare la sua Golar Tundra, lunga 297 metri e larga 40, con un pescaggio di 20 metri, nella banchina est della darsena nord, dove rimarrà per 3 anni. Dopodiché la nave dovrà essere spostata e ancorata a una piattaforma off-shore, la cui localizzazione deve essere individuata nei prossimi 45 giorni.

Golar Tundra in funzione ad aprile 2023

La nave sarà operativa ad aprile 2023, mentre i lavori di adeguamento verranno eseguiti prima del pieno funzionamento e dell’immissione del gas – per una portata di 5 miliardi di metri cubi  – nel gasdotto nazionale.

Intanto, da domani Snam può iniziare la realizzazione delle opere necessarie per la stabilizzazione del rigassificatore e per collegarle al gasdotto in terraferma.

Il sindaco Ferrari: «Andiamo al Tar». Prima grana per il governo

Il sindaco Francesco Ferrari, di Fratelli d’Italia, conferma l’intenzione di ricorrere al Tar contro l’autorizzazione firmata da Giani. Per Giorgia Meloni (che non ne ha fatto cenno nel suo discorso) si tratta della prima grana politica da affrontare.

«Dal nostro punto di vista – scrive Francesco Ferrari – la firma dell’autorizzazione alla realizzazione dell’opera da parte del commissario Eugenio Giani non sposta il punto: aveva annunciato già venerdì a coda della conferenza dei servizi che sarebbe andato avanti e l’ha fatto. Dopo tutto, volontà già affermata fin dal primo giorno. Altrettanto, noi avevamo risposto che avremmo impugnato l’autorizzazione di fronte al Tar e lo faremo».

«Il percorso amministrativo, così come impostato dal commissario straordinario Giani, è stato proiettato fin da subito a concedere l’autorizzazione, non a valutare la fattibilità dell’opera, e non ha tenuto conto delle enormi criticità che il Comune di Piombino ha sollevato. Inoltre, lo ha addirittura voluto blindare attraverso l’intesa Stato Regione, un atto prettamente politico».

«Il decreto che disciplina l’iter burocratico parla chiaro: il Governo propone l’opera e la Regione si fa garante del territorio chiedendo anche un parere alla Provincia e al Comune. Il parere del Comune è stato ovviamente negativo ma Eugenio Giani, questa volta in qualità di presidente della Regione, ha comunque firmato l’intesa».

«L’intero procedimento, però, fa acqua da tutte le parti e pone le basi concrete sulle quali costruiremo il ricorso. Poco importa se l’intesa e la relativa autorizzazione sono condizionate all’accettazione del memorandum; un documento che sembra più un tentativo di lavarsi la coscienza che uno strumento concreto per il rilancio del territorio. Quel documento è una lista di richieste vuota e lontana dalle reali esigenze di Piombino».

«Da quel documento emerge chiaramente quanto il commissario Giani sia poco aggiornato sulla storia della città e non conosca minimamente il territorio, il suo cambio di passo e le relative nuove esigenze. A onor del vero, una cosa è evidente da tempo: se Giani conoscesse Piombino certamente non avrebbe scelto di essere il promotore di un rigassificatore nel suo porto».

 

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