GROSSETO. Siamo negli anni ’70, c’è il boom economico, i pantaloni a zampa di elefante, le permanenti discutibili e tanti colori. Ma soprattutto si inizia a parlare di parità di genere, di divorzio, di aborto e le prime avvocate di Grosseto hanno cominciato una carriera nel settore della giustizia. Fra di loro c’è anche Lina Casini. Prima di lei, iscritte al foro di Grosseto c’erano solo 10 donne su 150 avvocati.
Per loro era molto difficile affrontare un ambiente prettamente maschile. «Mentre ero una praticante più volte mi hanno fermato in tribunale per chiedermi informazioni su dove dovessero andare solo perché ero una donna e non pensavano che fossi un’avvocata – dice Lina – Gli uomini non venivano mai fermati e nessuno pensava che fossero dei segretari. Io sono sempre stata molto fortunata e nella mia carriera ho trovato persone con pochi pregiudizi».
Lina ha scelto di diventare un’avvocata perché le piace aiutare le persone. «I miei genitori hanno dato a tutti i figli le stesse opportunità di studio e ci hanno sempre spronato a realizzare i nostri sogni – dice Casini – Ho fatto anche l’insegnante e lì non ho mai trovato nessun pregiudizio o ostacolo proprio perché era un ruolo femminile consolidato nel tempo».
La prima donna nello studio Martinelli
Lina era un’avvocata matrimonialista e cercava sempre una soluzione equa per entrambe le parti. «Non ho mai cercato una vittoria assoluta nel mio lavoro: si trattava di rapporti che dovevano continuare nel tempo. Si sa, anche dopo un divorzio in certi casi il rapporto umano va avanti, come quando di mezzo ci sono i figli – dice Lina – E a questo punto ci si arriva lavorando con entrambe le parti di un processo».
I genitori di Lina le hanno trasmesso degli ideali molto importanti, fra cui quello di poter intraprendere tutte le carriere che si vuole senza nessuna distinzione. Una visione che ha ritrovato anche nello studio Martinelli, visto che in 70 anni è stata la prima donna ad iniziare il praticantato fra quelle mura.
«Sono stata molto fortunata, perché mi sono sempre interfacciata con persone professionali e capaci. L’essere donna non è mai stato molto dannoso per la mia carriera, ma ha influito su alcune esperienze – dice l’ex avvocata – Per esempio non seguivo mai gli avvocati durante le trasferte perché ero una donna e gli altri avrebbero pensato che fossi qualcos’altro e non una praticante lì per imparare».
La speranza nelle nuove generazioni
Negli anni ’70 ci furono grandi conquiste per le donne nell’ambito dei diritti sia civili che lavorativi. Basti pensare alla legge sul divorzio e quella sull’aborto. Gli uomini, quindi, dovevano abituarsi a donne più economicamente indipendenti e pronte a conquistarsi un posto nel mondo lavorativo. E tutt’oggi devono ancora abituarsi e le donne devono far fronte a situazioni spinose e spiacevoli sul posto di lavoro. Per esempio, chiamare una professionista signorina o signora invece che con il titolo è fastidioso e poco educato.
«Oggi per me sarebbe stato meno complesso affermarmi come professionista e va sottolineato che ci sono più avvocati donne che uomini e che oggi le donne ricoprono molti ruoli nell’ambito della giustizia – dice Lina – Ho molta fiducia nelle nuove generazioni per la parità di genere, le cose rispetto ad anni fa sono molto migliorate. Ma questo non vuol dire che dobbiamo fermarci: basta poco perdere i diritti che oggi abbiamo e per tornare indietro invece che andare avanti».
«Va sottolineato che i primi femministi dovrebbero essere gli uomini: se sono loro a cambiare atteggiamento per noi sarà sempre più semplice. Non bastano le belle parole l’8 marzo, ma servono più azioni volte a eliminare i pregiudizi – conclude – Oggi noto un gran cambiamento, per esempio la cura dei figli non ricade più solo sulle madri ma anche sui padri. È necessario che fra i due sessi ci sia più collaborazione, in modo che anche nelle coppie si rispettino le decisioni di tutti».
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Collaboratrice di MaremmaOggi. Amo le bollicine, rigorosamente in metodo classico; il gin e credo che ogni verità meriti di essere raccontata. Non bevo prosecco e non mi piacciono né i prepotenti né le ingiustizie. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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