Dopo 55 anni, chiude la storica armeria Puccioni | MaremmaOggi Skip to content

Dopo 55 anni, chiude la storica armeria Puccioni

Se ne va un pezzo di storia di Paganico, un punto di riferimento per cacciatori e appassionati della Maremma e delle province limitrofe. Da domani via alla svendita totale
Carlo Puccioni nella sua armeria
Carlo Puccioni nella sua armeria

PAGANICO. Non c’è cacciatore nel sud della Toscana che non conosca l’armeria Puccioni, che non sia entrato almeno una volta nello storico negozio alla stazione di Paganico. Una sosta obbligata, un crocevia di contatti, anche solo per qualche informazione sull’andamento della stagione venatoria. A volte per fare due chiacchiere con Carlo, il titolare, costretto dopo 55 anni a tirare giù la saracinesca per sempre

Motivo? Il solito: nessuno che voglia rilevare la sua armeria.

Da quando hanno cominciato a girare i volantini con la svendita totale, per “cessazione dell’attività”, che inizia domani, 12 aprile, non si parla d’altro, perché con l’armeria Puccioni se ne va un altro pezzo di storia del paese e dell’intero territorio. Un po’ come è successo quando ha chiuso il negozio di abbigliamento Simoncelli, affacciato su piazza della Vittoria, dove Mario e la moglie Rina hanno rivestito con classe ed eleganza generazioni di persone da tutto il circondario. O con il negozio di scarpe Sansoni, per decenni sulla stessa piazza, poi trasferito al centro commerciale, gestito da Emilio e Marisa, infine dal figlio Alberto, scomparso alcuni anni fa, portato via da un male incurabile. 

Nessuno ha rilevato questi negozi storici, come nessuno lo farà per l’armeria Puccioni. È il destino di molte attività nei paesi dell’entroterra maremmano, che si stanno via via spopolando, cambiando identità e struttura sociale. Lo stesso destino che non risparmia (lo sta scrivendo da settimane MaremmaOggi) neanche il capoluogo, in particolare il centro storico.

Gennaio 1968, apre l’armeria Puccioni

Carlo Puccioni, a settembre compie 68 anni, 41 dei quali passati dietro il bancone dell’armeria, dopo altri 8 come impiegato per la Coldiretti a Siena. È giunto il momento di smettere, godersi la pensione, dedicarsi ai propri hobby e ai tre nipotini, insieme alla moglie Chiara. 

Era stato il padre Oddone, grande appassionato di caccia, ad aprire l’armeria all’inizio del 1968. Allora si trovava in corso Fagarè, proprio nel centro di Paganico. Poi, via via che gli affari giravano e la clientela aumentava, venne il momento di trovare uno spazio più grande, soprattutto con un parcheggio comodo. Così, nel 1973, Oddone trasferì l’attività alla stazione ferroviaria, a pochi chilometri da Paganico in direzione Monte Amiata, dove si trova tutt’ora. 

Nel frattempo Carlo era cresciuto, si era diplomato perito agrario nel 1974 e aveva subito trovato lavoro a Siena per Coldiretti. Una strada diversa da quella della famiglia, un lavoro sicuro e un posto fisso.

Ma quando il padre si ammalò, nel 1981, e fu costretto a lasciare l’attività, Carlo non ebbe dubbi. Lasciò il lavoro e rilevò l’armeria.

Carlo: «Ho lasciato le certezze per un’incognita, ma è stata la scelta giusta» 

Era il 1982 quando Carlo Puccioni iniziò a lavorare all’armeria, consapevole che da quel momento la sua vita sarebbe cambiata molto. «Non potevo fare diversamente – racconta – quella era l’attività di famiglia e io ci tenevo troppo. Così mi sono licenziato sapendo di rinunciare a un certo comfort e a una sicurezza, ma era giusto così. E oggi, a distanza di tanti anni posso dire senza ombra di dubbio che è stata la scelta giusta. È stata dura, mi sono dimenticato le ferie, gli orari regolari, ho dovuto mettermi in discussione e imparare tante cose. Era un’altra epoca, rispetto ad oggi, tutto andava più lentamente, ma di cambiamenti ne ho dovuti fare tanti per stare al passo con i tempi».

Carlo Puccioni
Carlo Puccioni

Carlo Puccioni ha saputo innovare, guardare avanti, trasformare in cose concrete le sue intuizioni, spostando il baricentro dell’attività ora su una cosa ora su un’altra. Questo è stato senza dubbio il segreto del suo successo, quel passo in più che ha reso la sua armeria una delle più importanti e conosciute nel grossetano, nel senese e nelle provincie limitrofe.

Sempre al passo con i tempi

Quando il mondo venatorio ha iniziato a cambiare, l’armeria Puccioni è cambiata con lui, adeguandosi ai tempi e alle esigenze dei clienti, anche in attività specifiche. Così è stato per la caccia al cinghiale, per quella di selezione, per le attività di altra natura, come il bird watching, lo studio e la ricerca in ambito faunistico

«Non mi sono mai fossilizzato sulla cartuccia e sul fucile – riprende Puccioni – ma ho sempre guardato avanti. Ad esempio, mi sono specializzato in ottica in campo venatorio e ornitologico, ho cominciato a vendere binocoli anche da visione notturna. Per 25 anni siamo stati una delle poche armerie della Toscana concessionaria del marchio Swarovski, che produce strumentazione ottica di altissima qualità», riprende Puccioni.

Poi è arrivato il momento dell’elettronica e l’armeria di Paganico ha cominciato a vendere collari Gps per la cinofilia fototrappole usate soprattutto per ricerca, monitoraggio, censimenti e studio ambientale. 

Senza trascurare calzature e abbigliamento tecnico di alta qualità, che da 30 anni si trova da Puccioni. Fino al 2015 vendeva anche attrezzatura da pesca, poi la moda è cambiata e prima che il settore entrasse in crisi del tutto, l’armeria si è specializzata solo sulla caccia.

Il tunnel di prova, fiore all’occhiello dell’armeria

Sempre all’insegna dell’innovazione, nel 2012 è arrivato il tunnel di prova: un tubo lungo 50 metri, tutto sottoterra dove viene calibrato il mirino e viene fatta la taratura delle armi, la regolazione ottica e la prova di tiro. Chiaro che Puccioni attirava clienti da tutta la Toscana, certi di trovare alla stazione di Paganico, l’ultimo ritrovato della tecnologia e sempre di alta qualità. Un punto di riferimento che induceva a partire e raggiungere l’armeria anche a tanti chilometri di distanza.

8 giungo, giù la saracinesca

L’8 giugno Carlo Puccioni tirerà giù la saracinesca per sempre. Per legge, ha 8 settimane di tempo per svuotare i locali e la svendita inizia il 12 aprile. Dopodiché, restano due armerie a Grosseto, altrettante a Follonica, una ad Albinia e una a Siena.

«Sono davvero molto dispiaciuto. Questa è un’attività solida – dice Puccioni – dove c’è da lavorare tanto, c’è da stare dietro alla burocrazia, ad adempimenti specifici, ma se uno ha voglia di lavorare viene ripagato. Eppure abbiamo avuto una sola offerta che è naufragata al momento di stringere l’accordo finale. Mi dispiace soprattutto non poter tramandare a qualcuno quello che ho imparato negli anni. Come ad esempio a fare riparazioni di un certo livello». 

«Se avessi avuto 50 anni, avrei fatto un negozio più grande»

I figli di Carlo e Chiara hanno preso strade diverse. Giovanni lavora come enologo a Colle Masssari, Linda, laureata in lingua e letteratura tedesca insegna all’università di Siena, Laura si è da poco laureata in storia dell’arte moderna. «In tutti hanno preso 5 lauree e un dottorato, ci hanno dato tre nipotini, ma le loro strade sono altrove.

Che devo dire? Se avessi avuto 50 anni invece che 68, avrei fatto un negozio più grande», conclude Carlo.

 

Riproduzione riservata ©

Condividi su

Articoli correlati