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Il diversivo torna a essere un canale. Con l’acqua. Il progetto

7,7 milioni di euro per riportare l’acqua nel canale alla Cernaia, l’invaso servirà a tutte le aziende agricole della zona
Il canale diversivo (a destra) com’è adesso

GROSSETO. Il diversivo torna ad avere l’acqua, torna ad essere un vero canale. Il canale era nato per bonificare il lago fra Grosseto e Castiglione, poi la sua funzione si era esaurita, tanto che in tutta la città è stato tombato. Adesso un lungo tratto tornerà ad ospitare l’acqua, diventando un bacino.

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Adesso è più vicina la realizzazione del primo invaso pensato e progettato dal Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud. È infatti in corso, fino al 9 marzo, la gara d’appalto per l’invaso all’interno del canale diversivo in località Cernaia, nel comune di Castiglione della Pescaia

Le aziende hanno tempo fino al 27 febbraio per partecipare, invece, a un’altra gara d’appalto, quella per gli “interventi di miglioramento dell’impianto irriguo consortile”. Per Cb6, dopo tanto lavoro di progettazione, la speranza è di poter vedere iniziare in tempi brevi interventi cruciali per la sicurezza idraulica della Maremma e per l’irrigazione: una doppia valenza che unisce entrambi gli interventi.

Diversivo, un progetto da 7,7 milioni

Il progetto per l’invaso all’interno del canale diversivo è stato finanziato dal ministero delle infrastrutture e dei trasporti di concerto con il ministero delle politiche agricole alimentari e forestali con 7,7 milioni.

«Consentirà una gestione ottimale della risorsa idrica per l’agricoltura in Maremma – afferma Roberto Tasselli, dirigente area progettazione del Consorzio – l’intervento prevede di invasare, per mezzo di un impianto di pompaggio dedicato, circa 512mila metri cubi di volumi d’acqua dal sistema di acque basse dal bacino dell’impianto idrovoro di Cernaia nel canale diversivo, grazie al ripristino dell’argine esistente e alla realizzazione delle nuove arginature di chiusura dell’invaso».

Il tratto del diversivo che diventerà un invaso
Il tratto del diversivo che diventerà un invaso

«Sarà al servizio delle aziende agricole presenti nella zona di intervento di circa 546 ettari – aggiunge Fabio Bellacchi, presidente di Cb6 – Il nostro consorzio vuole sostenere le aree agricole della Maremma, visto che la siccità rende sempre più frequente il ricorso all’irrigazione di soccorso con prelievi di acque sotterranee».

«Cuore del progetto – spiega Tasselli – l’installazione di un sistema di misurazione e telecontrollo su tutto il futuro comprensorio consortile: oltre a garantire un maggiore controllo sul consumo della risorsa, la gestione sarà più semplice con il digitale sia per gli operatori del Consorzio sia per gli utenti finali».

Nuovi sistemi di regolazione delle acque

L’intervento di miglioramento dell’impianto irriguo consortile prevede invece l’installazione di sistemi di misura, regolazione e automazione con telecontrollo, oltre al completamento della sostituzione di canalette in calcestruzzo armato vibrato con tubazione sotterranea ed opere complementari. Il progetto da 3,115 milioni è stato finanziato dal ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.

«Fin dalla fine degli anni Settanta – ricorda Bellacchi – il Consorzio gestisce, come opera pubblica, l’impianto irriguo la Steccaia, che si estende su un’area di 3300 ettari e porta avanti opere di miglioramento dell’impianto per garantire l’efficienza idraulica del sistema, attraverso il progressivo intubamento della rete di distribuzione».

«Con questo intervento –  aggiunge – diamo una risposta alle mutate esigenze dell’agricoltura moderna, riducendo il consumo di risorsa idrica a parità di volume erogato e promuovendo un’agricoltura digitale e sostenibile».

«Ad oggi – precisa l’ingegner Tasselli – tutta la rete irrigua del comprensorio, dall’opera di presa fino alla distribuzione nei comizi, risulta interamente intubata con condotte interrate e funzionamento in pressione: mancava solo questo ultimo tratto. L’aspetto cruciale dell’intervento  è l’installazione di un sistema di misurazione e telecontrollo su tutto il comprensorio consortile».


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