Dal passato riemerge il documento della statua di Canapone | MaremmaOggi Skip to content

Dal passato riemerge il documento della statua di Canapone

La “notificazione” era stata affissa nel 1846 per annunciare l’inaugurazione della statua simbolo della città e i quattro giorni di festa. L’archivista Oriano Negrini ne ha trovata una copia su una bancarella
Oriano Negrini con la Notificazione dell'inaugurazione della statua
Orino Negrini con la “Notificazione” della statua di Canapone

GROSSETO. «Le grandi opere eseguite per la rigenerazione di questa provincia e i loro felici risultamenti facevano sorgere un voto unanime nella popolazioni beneficiate di offrire un attestato solenne della più profonda gratitudine al Magnanimo principe Leopoldo II». 

Comincia così il documento straordinario che Oriano Negrini, un passato da archivista e un presente da cancelliere del tribunale di Grosseto, autore insieme a Sandra Zanelli del libro “L’ultimo giorno insieme a Norma Parenti”, ha trovato sulla bancarella di un amico che lavora in diversi mercatini dell’antiquariato la “Notazione” dell’11 aprile 1846, quella con la quale veniva annunciata l’inaugurazione della statua simbolo della città: quella di Canapone in piazza Dante

La statua simbolo della città

Il monumento, dedicato al granduca Leopoldo II di Lorena che fu amichevolmente soprannominato “Canapone” dai grossetani, fu realizzato dallo scultore ascianese Luigi Magi poco prima della metà dell’Ottocento. La sua collocazione al centro di piazza delle Catene risale alla primavera del 1846.

La statua di Canapone in piazza Dante
La statua di Canapone in piazza Dante

Il monumento fu il coronamento della sistemazione generale della piazza principale della città per opera dell’ingegnere Angiolo Cianferoni; nell’occasione venne anche interrato il pozzo artesiano, situato nei pressi dell’imbocco di strada Ricasoli, necessario per il rifornimento idrico delle vicine abitazioni.

La notificazione dell’inaugurazione della statua di Canapone

«Il documento con il quale veniva annunciata l’inaugurazione della statua dedicata al granduca – spiega Oriano Negrini – è stato trovato da un mio amico che partecipa ai mercatini dell’antiquariato, soprattutto in Umbria. Sa che sono un appassionato di storia locale e sa che quando trova qualcosa che riguarda la nostra provincia, mi deve avvisare». E così è stato: qualche giorno fa l’ambulante, che abita a Pomonte, ha contattato Negrini e gli ha recapitato il documento. 

Quattro giorni di festa in città

È un viaggio nel passato, nella tradizione, alla scoperta di quella che era la città di Grosseto a metà Ottocento. Una città chiusa nella sua cinta muraria circondata da campi. «Fuori da Porta Vecchia – aggiunge Negrini – c’erano ancora soltanto i terreni». Lo si legge nel documento ritrovato sulla bancarella che annuncia quattro giorni di festa, dall’1 al 4 maggio 1846 per l’inaugurazione della statua. 

Una salva di Artiglieria annunzierà la festa medesima al nascere del detto giorno Primo Maggio. 

Alle ore 9 antemeridiane, dopodiché le Autorità Ecclesiastiche, Civili e Militari di questa Città unitamente ai Deputati delle Comunità della Provincia si saranno recate in forma pubblica nella piazza ov’è posto il Monumento, saranno ivi eseguite delle sinfonie dal Corpo Musicale dei R.R. carabinieri e dalla Banda di Campiglia e frattanto verrà scoperto il Monumento stesso. 

Dopo la messa, la festa si sposta al Casino delle Palle, che altro non è che il Bastione Maiano, nome dovuto allo stemma mediceo che vi campeggia decorandolo. Qui era stata allestita la lotteria di prodotti maremmani, che, se fossero avanzati, sarebbero stati donati poi ai più bisognosi. 

Cavalli protagonisti della festa

Per festeggiare al meglio la realizzazione del monumento, erano state organizzate anche due corse di cavalli, una il 2 maggio, in occasione dei festeggiamenti solenni di Maria Santissima delle Grazie e l’altra il giorno successivo. 

Avrà effetto nelle ore pomeridiane una corsa di cavalli sciolti col premio al vincitore di Zecchini dieci e nella sera verranno innalzati dei Globi aerostatici e saranno incendiate delle Macchine di fuochi d’artifizio. 

Fuochi d’artificio e mongolfiere: quanto di più moderno e attuale si possa pensare per rendere speciale una festa, oggi, era già presente allora. 

La festa si concludeva poi con la fiera del bestiame, fuori da Porta Vecchia, e con un’altra corsa dei cavalli sciolti. 

«Non so certo valutare se questo documento sia raro oppure se sia comune da trovare – dice ancora Negrini – certo è che poterlo vedere dal vivo, studiarne la scrittura e apprezzarne il contenuto per me è una grandissima soddisfazione».

Ritrovato in cantina in un baule, la “Notificazione” era insieme a tutta una serie di antichi documenti acquisiti nel tempo. «Forse erano tutti di uno stesso collezionista – aggiunge Negrini – Ora grazie a questo ritrovamento, ho potuto aggiungere un altro tassello importante allo studio e alla ricerca della nostra storia». 

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