GROSSETO. Logiche di politiche internazionali, non solo i dazi, ma anche il poco valore attuale del dollaro, stanno condizionando i prezzi dei cerali.
Alla borsa merci della Cciaa dei prodotti cerealicoli di Foggia, le avvisaglie non sono buone.
Lombardi: «Situazione difficile soprattutto per l’aumento dei costi di produzione»
«Purtroppo i primi dati del prezzo dei cerali – dice Fabio Lombardi direttore del consorzio del Tirreno e del consorzio di Siena – per varie politiche internazionali pesa enormemente. Noi puntiamo molto sulle filiere, non solo sul grano duro, ma anche a cereali alternativi. Quest’anno abbiamo fatto contratti per circa 1500 ettari per il grano duro Cappelli e fatto circa 3500 ettari di farro. Insomma, ci puntiamo tantissimo in questi contratti che mettono un prezzo che va a coprire sicuramente i costi di produzione, più un margine di guadagno».

Un vantaggio per gli agricoltori
«Questo è un aspetto fondamentale – dice ancora Lombardi – e anche all’interno dello stesso Cai stiamo sviluppando altri settori come quello alimentare. La pasta fatta appunto con il grano Cappelli e il farro. Chiudiamo così la nostra filiera in casa. La nostra prima grande risposta, in un contesto internazionale certamente non semplice e facile. Visto i tanti paesi concorrenti dove il costo del lavoro e di produzione è nettamente inferiore a quello in Italia».
Autore
-
Giornalista di MaremmaOggi. Ho iniziato a scrivere a 17 anni in un quotidiano. E da allora non mi sono mai fermato, collaborando con molte testate: sport, cronaca, politica, l’importante è esagerare! Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
Visualizza tutti gli articoli