Costi energetici, a rischio il 10% delle imprese | MaremmaOggi Skip to content

Costi energetici, a rischio il 10% delle imprese

Il collasso potrebbe arrivare in autunno, con l’aumento delle materie prime il quadro è drammatico. La ricetta di Confesercenti
Con le bollette alle stelle a rischio il 10% delle imprese
Con le bollette alle stelle a rischio il 10% delle imprese

GROSSETO. Costi energetici più che raddoppiati per il 2022, a rischio il 10% delle imprese.

È quello che devono attendersi bar, ristoranti, alberghi se gli aumenti resteranno costanti. Per i bar si parla di un aumento del 120%. Se nel 2020 e 2021 un bar spendeva in media 6.700 € per le bollette di luce e gas, nei prossimi dodici mesi lo stesso bar spenderà 14.740 €.

Un’incidenza sui ricavi aziendali che passa dal 4,9 % al 10,7 %.

Raddoppieranno anche le spese degli alberghi: un albergo medio vedrà lievitare la spesa per la bolletta energetica da 45.000 € a 108.000 € (+140 %). Un esercizio di vicinato da 1.900 € a 3.420 € (+80 %), un ristorante da 13.500 € a 29.700 € (+120 %).

Caso (Confesercenti): «Ad autunno il collasso, a rischio il 10% delle imprese»

«Il caro bollette rischia di distruggere i bilanci di tantissime imprese, nonostante gli interventi di sostegno fin qui adottati dal governo, che scadranno fra settembre ed ottobre. In autunno si rischia il collasso. Le bollette riducono inoltre drasticamente i budget familiari con un conseguente crollo dei consumi» afferma Confesercenti.

A questi aumenti vanno aggiunti quelli delle materie prime. C’è il rischio che esca dal mercato il 10% delle imprese.

«Anche in Maremma i ricavi conseguenti ai buoni numeri di presenze estivi nella stagione quasi conclusa, non riusciranno a compensare le imprese locali dell’aumento dei costi energetici» precisa il presidente provinciale Giovanni Caso.

Giovanni Caso, Confesercenti
Giovanni Caso, Confesercenti

«È necessario estendere anche alle piccole imprese il credito d’imposta per l’energia elettrica, aumentare le percentuali di credito d’imposta almeno fino al doppio e prorogare gli interventi almeno fino al 31 dicembre 2022. Inoltre bisogna incentivare la diversificazione delle fonti e favorire con un bonus al 110% gli investimenti di chi può rendersi autonomo attraverso la produzione di energia pulita».  

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