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Ciao Maestro Soldateschi, i ragazzi dell’Artistico

Gli studenti del Liceo Artistico scrivono una lettera toccante per ricordare il “cocciaio” Mario Soldateschi
Mario Soldateschi con i ragazzi dell'Artistico in una foto storica
Mario Soldateschi con i ragazzi dell’Artistico in una foto storica

GROSSETO. Il Liceo Artistico ricorda Mario Soldateschi, il noto ceramista maremmano, conosciuto e stimato dalla Grosseto artistica e dalla cittadinanza civile che ci ha lasciato qualche giorno fa.

La lettera dell’Artistico per Soldateschi

Ci hai lasciati attoniti, affranti, più soli…

Siamo qui a ricordarti e abbiamo pensato di salutarti con alcune parole.

Immaginare di non incontrarti più per strada con la tua bicicletta e dover prendere atto che non potremo più fermarci a chiacchierare, che non potremo più vederti arrivare anche solo per un saluto nella nostra bella scuola, il Liceo Artistico, ci mette tanta tristezza…

Tu, maestro Mario Soldateschi ci hai conosciuti giovani insegnanti, all’inizio della nostra carriera di docenti di Scultura, felici di essere lì, a trasmettere ai nostri ragazzi il valore di questa materia così affascinante e complessa allo stesso tempo…

Eravamo molto giovani, con tanto entusiasmo ed energie, ma allo stesso tempo insicuri, avevamo timore di sbagliare, di non essere abbastanza bravi. D’altronde il Liceo Artistico era diventato da poco un Istituto Statale a Grosseto, era l’anno 1984, un Liceo con un indirizzo così particolare non esisteva su tutto il territorio provinciale, ma tanti giovani erano attirati da questa nuova opportunità che si era aperta loro, così negli anni esso cresceva sempre di più.

Tu Maestro, ci raccontavi delle tue esperienze professionali nei tanti corsi di formazione in cui avevi svolto docenza, orgoglioso dei tuoi allievi che successivamente erano diventati ceramisti, ci trasmettevi entusiasmo e allo stesso tempo arricchivi il nostro sapere.

Quando ti raccontavamo, con un po’ di amarezza, che il territorio non aveva compreso del tutto il valore formativo ed educativo del Liceo Artistico, tu non mancavi mai di incoraggiarci ad andare avanti, di continuare le nostre sperimentazioni, di arricchire i nostri laboratori di nuove attrezzature per aumentare le esperienze dei nostri studenti. “Prima o poi – ci dicevi – vedrete che ci sarà più apprezzamento”.
Così negli anni tutti noi ci siamo impegnati ad organizzare i nostri laboratori, la nostra scuola, arricchendola di attrezzature molto professionali, anche in questo ci hai sempre sostenuto.

I cocci del maestro e il suo laboratorio

Infatti silenziosamente, quando hai dovuto dismettere il tuo laboratorio, ci hai chiesto se eravamo interessati ad alcuni dei tuoi strumenti di lavoro, ci dicevi che non avevi spazio per tenerli, ma capivamo invece dal tuo sorriso che ti faceva piacere donarli al Liceo Artistico di Grosseto: stampi in gesso per creare forme in serie, molti modellati da Te, alcuni forni per le prove degli smalti ceramici, la trafilatrice, il tuo meraviglioso tornio in legno sul quale hai tornito a mano tutti i tuoi “COCCI”. Noi ne siamo stati orgogliosi e lieti, ti abbiamo sempre ringraziato per questo e continueremo a farlo.

Il valore di questi oggetti per noi è inestimabile e ti promettiamo che ne terremo cura, esso è legato all’immenso valore del lavoro di ceramista – artigiano (perché ci dicevi non sono un artista) che hai svolto durante tutta la tua vita.

Ci hai accompagnati anche quando abbiamo partecipato con i lavori degli studenti ad iniziative di beneficenza, quando abbiamo realizzato i cancelli e la scultura fontana presso la Fondazione Il Sole, eri contento di noi, ci seguivi nel nostro percorso professionale.

Spesso venivi a trovarci a scuola, entravi nei laboratori, e noi coglievamo l’occasione per farci raccontare da Te la tua esperienza di ceramista durante la costruzione del Giardino dei Tarocchi a Capalbio, gli studenti ti intervistavano e prendevano appunti.

Eri orgoglioso di trasmettere a noi e ai giovani allievi parte della tua vita professionale, così ci parlavi di Niki de Saint Phalle, dei rapporti con gli artisti durante i lavori, sei venuto anche con noi in gita, e lì ci hai raccontato davvero ogni aneddoto, ogni forma creata, per noi un sogno che si avverava e Tu felice di farlo insieme a noi.

Agli studenti raccontavi del rispetto che bisogna avere per “LA TERRA” – è così che chiamavi l’argilla.

Venivi a trovarci a scuola ogni tanto. senza preavviso, con il tuo grembio bianco per chiederci se avevamo un po’ di terra perché avevi da fare dei lavori… avevi costruito un piccolo tornio per la tua splendida nipotina, e volevi insegnarle un po’ il tuo mestiere. Avevi una luce particolare negli occhi, eri felice di come la tua piccolina imparava così rapidamente e le piaceva, eri orgoglioso di lei.

Poi passavi tra i banchi dei nostri studenti e chiedevi loro cosa stessero creando, e se notavi qualcosa che non andava li redarguivi subito “La terra, ragazzi è una cosa seria” – dicevi -. Quando arrivavi a scuola tutti i colleghi ti fermavano per un saluto, perché tanti di loro li conoscevi bene, ed erano sempre felici di vederti; sei venuto anche in questo periodo di pandemia, e quando ti hanno detto che non potevi entrare ti è sembrato strano, così ci siamo incontrati fuori al cancello per un affettuoso saluto.

Questa lettera è nata spontanea, un semplice gesto da parte nostra per ringraziarti profondamente per tutto l’affetto che ci hai sempre donato, per i tuoi consigli sempre utili e per aver creduto in noi e nel nostro bel Liceo Artistico
Grazie Maestro, ci mancherai tanto!

Con infinito affetto e gratitudine
I docenti di Scultura ed i docenti tutti del Liceo Artistico

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