Cia: «Non i lupi, sono gli allevatori a rischio estinzione» | MaremmaOggi Skip to content

Cia: «Non i lupi, sono gli allevatori a rischio estinzione»

Capecchi: «Abbiamo sentito tante promesse. La disperazione dell’allevatore di Manciano è la disperazione di tutti gli allevatori. Oggi pretendiamo fatti»
Le pecore uccise dai predatori lasciate davanti al municipio di Manciano

GROSSETO. Anche la Cia, una delle maggiori associazioni di categoria del settore primario, appreso quanto successo nella mattina di oggi, primo giugno, a Manciano, non lascia soli gli allevatori e non manca di dire la sua. Gli allevatori Masala, lasciando le loro pecore uccise dai predatori proprio davanti al municipio di Manciano, hanno voluto portare all’attenzione di tutti una crisi oramai inevitabile e un clima negativo, tra gli allevatori, sempre più condiviso e distruttivo.

La Cia esprime la propria totale e piena solidarietà agli allevatori, per l’ennesima volta, ha visto le sue pecore morire a causa dei morsi dei predatori, questo ha immediatamente dichiarato Claudio Capecchi presidente di Cia Grosseto.

«Siamo davanti ad una piaga che abbiamo più volte denunciato – prosegue Capecchi – per la quale come Cia ci siamo resi disponibili ad un serio confronto con la politica e le istituzioni preposte e che ad oggi, prendiamo atto, sembra davvero non interessare. La pastorizia, uno dei patrimoni dell’agricoltura italiana e maremmana, è allo stremo, eppure le risposte che da anni chiediamo non arrivano. Sono pochi gli allevatori che non hanno alzato bandiera bianca ma, se all’impennata dei costi delle materie prime, a quelli energetici e all’aumento dell’inflazione sommiamo gli attacchi oramai quotidiani, siamo certi che questo tipo di allevamento a breve sarà destinato a diventare un ricordo storico».

I numeri dell’estinzione

«Compito dell’agricoltore è quello di lavorare per garantire prodotti di eccellenza e non quello di sfamare i predatori» aggiunge con fermezza Capecchi e ricorda che secondo la studio pubblicato qualche giorno fa dall’Ispra, nella penisola si registra un forte aumento della popolazione dei lupi. I dati evidenziano che ci sono circa 3300 esemplari in Italia, circa 2400 dei quali lungo le regioni della zona peninsulare con una presenza molto elevata in Toscana.

Una foto di due predatori nel territorio di Manciano

«Grazie anche all’introduzione di norme di protezione stringenti – spiega il presidente – la popolazione dei predatori è in costante aumento e il lupo che sempre più spesso si muove in branco e non teme l’uomo, ha colonizzato praticamente tutti gli ambienti idonei e la Maremma è uno di questi. I numeri sembrano dunque confermare che più che il lupo, oggi sono le greggi ad essere in via di estinzione. Quando chiude un allevamento non muore solo un’azienda ma muore una parte della nostra cultura agroalimentare; muore un territorio e l’indotto circostante».

Il richiamo alla politica è inevitabile. «La politica – come dice Capecchi – deve avere il coraggio di chiarire come risolvere questo problema magari, come da anni chiede la Confederazione, rivedendo la legge 157/1992 “Norme per la protezione della fauna selvatica” oramai non più rispondente alle necessità che si sono venute a creare. Abbiamo sentito tante promesse. La disperazione dell’allevatore di Manciano è la disperazione di tutti gli allevatori. Oggi pretendiamo fatti».

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