GROSSETO. Hanno manifestato insieme davanti alla sede della Caritas, tra le bandiere rosse della Cgil e quelle blu della Uil. Un inedito connubio tra sindacati e don Enzo Capitani, responsabile della Caritas diocesana, che questa mattina, 16 dicembre, si sono ritrovati nello stesso presidio, in occasione dello sciopero generale indetto dalle sigle sindacali contro la legge di bilancio in discussione in Parlamento.
Insieme a don Capitani, c’era la segretaria generale della Cgil, Monica Pagni, e il segretario generale della Uil Fabrizio Capponi.
Don Enzo Capitani: «La povertà è una marea che rischia di travolgere tutto»
«Se qualcuno varca la porta della Caritas – ha esordito don Capitani – è perché non riesce a galleggiare nella vita di tutti i giorni. Emblematico il problema della casa, dato che, per affittarne una, vengono chiesti anche 18 mesi di anticipo. Mi è stato risposto che questo è il tempo medio per uno sfratto esecutivo da parte del tribunale di Grosseto. Ma qui esiste un mercato nero delle residenze fittizie, per cui si chiedono 500 euro per assicurare una residenza che consente di rinnovare il permesso di soggiorno. Oppure si chiedono 250 euro a posto letto, con sei o sette persone stipate in un appartamento. La povertà sta diventando una marea che ci può travolge tutti. Eppure, in campagna elettorale nessuno aveva detto che i soldi non c’erano promettendo di tutto, salvo oggi giustificare l’impossibilità di fare politiche sociali perché mancano risorse che pure c’erano fino a ieri».
Ha parlato anche della scuola, don Enzo Capitani, definendola un’emergenza per tutto quello che trascina con sé quando non funziona. «Proviamo a ricostruire la comunità che sta venendo meno, lasciando spazio alle comunità virtuali, con le persone sole dietro allo schermo di un cellulare o di un computer. Stando accanto alle persone che soffrono e che sono in difficoltà», ha concluso.
Monica Pagni: «Ci attendono mesi di mobilitazione»
«Ci attendono lunghi mesi di mobilitazione, nel corso dei quali vogliamo creare legami con la parte maggioritaria della società che non condivide una visione del Paese elitaria e classista, dove chi si trova in difficoltà viene abbandonato a sé stesso», ha esordito la segretaria della Cgil.
« In questi anni il costo della crisi è stato pagato soprattutto da lavoratori dipendenti e pensionati, che versano oltre il 90% del gettito Irpef, ma che in cambio hanno ricevuto ben poco. Nella nostra realtà ci sono 74mila persone che vivono con redditi al di sotto dei 15mila euro. Saranno mesi difficili, ma pensiamo sia giusto provare a tenere insieme le nostre comunità chiedendo alle persone di non pensare di risolvere solo il proprio problema. Perché ognuno di noi starà bene se tutti staremmo bene», ha concluso Pagni.
Capponi: «Dobbiamo sostenere le classi più deboli»
«La proposta di legge di bilancio – ha sottolineato Fabrizio Capponi – non dà risposte in termini di politiche del lavoro e fiscali, ma nemmeno sul fronte del contrasto alla povertà. La piattaforma unitaria che abbiamo condiviso con la Cgil a novembre costituisce una visione alternativa e offre le soluzioni percorribili. La testimonianza ddi don Enzo Capitani, dà la misura esatta della situazione che stiamo vivendo oggi in Italia e nella nostra provincia. Una situazione di difficoltà che non può essere rappresentata solo dai numeri, perché come dice giustamente don Enzo dietro ai numeri ci sono gli occhi delle persone. Per questo è necessario il sostegno alle classi più deboli, che non può ridursi a una manciata di bonus».
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