Cena vegana al Moderno: «Più sani, più etici. E con gusto» | MaremmaOggi Skip to content

Cena vegana al Moderno: «Più sani, più etici. E con gusto»

Nella terra del cinghiale e dei tortelli di ricotta in decine vanno alla cena vegana al bagno Moderno organizzata dalla Lav. Menu ricco e gustoso: «Un’ alimentazione legata a motivi etici, salutistici e ambientali»
Un momento della serata con la cena vegana al Moderno: Domiziana Illengo, Giacomo Bottinelli e una fetta della torta al cioccolato con panna servita come dessert
Un momento della serata con la cena vegana al Moderno: Domiziana Illengo, Giacomo Bottinelli e una fetta della torta al cioccolato con panna servita come dessert

MARINA DI GROSSETO. Un’alimentazione più sana, più etica, rispettosa dell’ambiente e che soddisfa le esigenze del gusto di chi si siede a tavola: al bagno Moderno, a Marina di Grosseto, la Lav ha organizzato una cena vegana.

Nella terra del cinghiale alla maremmana, dei tortelli ricotta e spinaci, anche della scottiglia, alla cena “veg” hanno partecipato decine di persone, entusiaste nel provare i piatti preparati dagli chef Margherita, Giovanni e da mamma Averina, colonna portante dell’azienda della famiglia Galli.

«Nel nostro menu abbiamo sempre piatti per chi ha fatto la scelta vegana – dice Federico Galli – è un mondo che abbracciamo volentieri, convinti di dare qualcosa in più ai nostri clienti».

Organizzatore della serata Giacomo Bottinelli, grossetano, responsabile dell’ufficio scuola nazionale di Lav e convintamente vegano da 20 anni. Con lui Domiziana Illengo, giovane e vulcanica milanese, responsabile nazionale dell’alimentazione vegetale di Lav, che ha introdotto la serata, spiegando i vantaggi, per la salute, per l’ambiente, per il rispetto degli animali, dell’alimentazione vegana.

Lav che, peraltro, vede di buon occhio anche la carne coltivata, proprio perché coltivata e non macellata. È un settore produttivo in fermento, tanto che nel 2030 la carne coltivata sarà disponibile su larga scala, con prezzi accessibili e costituirà il 10% di tutta la carne.

In Italia i vegani sono il 3%, i vegetariani il 7%

In Italia i vegani sono circa il 3%, i vegetariani il 7%. Ma la percentuale sale moltissimo se si considerano anche coloro che, pur non abbandonando del tutto gli alimenti di origine animale, tendono comunque a consumarli il meno possibile. Fra questi le percentuali sono ancora più elevate nella fascia under 40.

Per capire meglio, i vegetariani non mangiano carne e pesce, ma in alcuni casi consumano uova, latte e derivati. I vegani invece mangiano esclusivamente cibi d’origine vegetale, quindi cereali, verdure, frutta fresca e secca, legumi e i loro derivati, escludendo qualsiasi alimento d’origine animale, compreso il miele.

«L’alimentazione vegana – ha detto Domiziana Illengo – è legata a motivi etici, salutistici, ambientali e di giustizia sociale. Prima di tutto perché è l’unica alimentazione che non contravviene ai diritti degli animali. Ed è quella con il maggior fattore di mitigazione ambientale. Ed è anche la scelta più sana, perché la maggior parte degli alimenti di origine animale è correlata all’aumento del rischio di contrarre malattie, anche molto gravi»

Secondo le stime, gli allevamenti emettono dal 14,5% al 20% dei gas serra globali. Gli allevamenti immettono nell’atmosfera fino al 98% dell’ammoniaca totale. Questo elemento chimico è una delle cause della formazione del particolato, cioè delle polveri sottilissime che danneggiano il nostro sistema respiratorio e non solo.

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Alla serata ha partecipato anche il mago Andrea Mersi, con una serie di piccoli spettacoli fra i tavoli.

Un momento della serata della Lav al Moderno
Un momento della serata della Lav al Moderno

Cena vegana, il gustoso menu della serata

Questo il menu della serata al Moderno, cucinato dagli chef Margherita e Giovanni. E da Averina, mamma di Federico Galli.

  • Polpettine di verdure con semi di chia e formaggio vegano su letto di hummus di lenticchie e olive taggiasche accompagnato da chips di verdure
  • Risotto alla zucca con tofu vellutato
  • Gnocchi di patate e tofu alla curcuma con fantasia di verdure, pomodorini secchi e granella di pistacchio
  • Bistecca di cavolo con crema di patate al rosmarino
  • Torta al cioccolato, caffè e panna

Parte dell’incasso per Occhi di gatto, sabato 21 manifestazione sotto al comune

Parte dell’incasso della serata è stato devoluto all’associazione Occhi di gatto, che si impegna nella lotta al randagismo felino. 

Migliaia di gatti liberi nel comune di Grosseto per un numero di interventi di sterilizzazione assolutamente inadeguato a contenere l’incremento del randagismo in città. Tutto resta sulle spalle delle volontarie e dei volontari – ormai allo stremo delle forze – per il soccorso, le catture, la presa in carico di cucciolate, le spese veterinarie, gli stalli e gli affidi.

«Dopo il sesto appello di Occhi di gatto, l’ultimo un mese fa -dicono dall’associazione -, ancora nessun cenno da parte del sindaco e dell’Amministrazione comunale, a cui la legge attribuisce la responsabilità della tutela degli animali e del controllo delle nascite attraverso le sterilizzazioni. Nessuna iniziativa per aiutare quelle cittadine e quei cittadini che, con grande dispendio di denaro ed energie, cercano di sopperire a ciò di cui si dovrebbe occupare il Comune di Grosseto. Per questo annunciamo la manifestazione che si terrà sabato 21, alle ore 16, sotto al municipio in piazza Dante».

«Chiediamo che il Comune di Grosseto attui un’efficace campagna di sterilizzazione per contenere le nascite e le sofferenze dei gatti liberi, che individui locali per gli stalli e risorse economiche per le cure veterinarie, che istituisca la consulta per gli animali e modifichi il regolamento comunale – che in alcune parti appare in contrasto con la legge – su vari aspetti pratici che riguardano il benessere degli animali».

L’assessora Vanelli: «Le sterilizzazioni competono all’Asl»

L’assessora agli Affari animali Erika Vanelli in una nota spiega la posizione del Comune.

«Il Comitato Occhi di Gatto ha organizzato una manifestazione sotto al municipio per sabato 21 dicembre alle 16, intitolando l’iniziativa come “Gatti abbandonati dal Comune di Grosseto”. Nella presentazione dell’iniziativa si legge che le recriminazioni mosse dal Comitato avverso il Comune vertono sul farsi carico economico del soccorso, della cattura, delle spese veterinarie e delle sterilizzazioni dei gatti che vivono allo stato libero sul territorio comunale, sostenendo che l’Amministrazione non attuerebbe “nessuna iniziativa per aiutare quelle cittadine e quei cittadini che, con grande dispendio di denaro ed energie, cercano di sopperire a ciò di cui si dovrebbe occupare il Comune di Grosseto”».

«Spiace dover ancora una volta prendere atto del fatto che la corposa corrispondenza intercorsa con il comitato Occhi di Gatto e le risultanze dell’incontro promosso dal Comune con le associazioni animaliste, Asl e ordine dei veterinari non siano stati sufficienti a far comprendere quale sia il perimetro dell’azione prescritta e consentita dalla normativa vigente al Comune in termini di obblighi e responsabilità nella gestione dei gatti che vivono allo stato libero».

«In merito alle recriminazioni del comitato Occhi di Gatto, non si può che ribadire quanto già più volte rappresentato, ovvero: le sterilizzazioni non sono in alcun modo in carico al Comune, ma alla Asl, come previsto sia dalla L.281/91 che dalla LR 59/2009; in merito all’individuazione di locali per gli stalli e di stanziamenti economici per le cure veterinarie, si rappresenta che la L.281/91, all’art.2 riporta “Gli enti e le associazioni protezioniste possono, d’intesa con le unità sanitarie locali, avere in gestione le colonie di gatti che vivono in libertà, assicurandone la cura della salute e le condizioni di sopravvivenza».

«Nell’evidenziare la completa anomalia del comune di Grosseto rispetto alle altre realtà italiane (nelle quali sono appunto enti e associazioni di protezione a gestire le colonie feline, mentre a Grosseto sono esclusivamente soggetti singoli), si evidenzia come sia la legge nazionale che quella regionale individuino la Asl come deputata alle cure veterinarie sulle colonie e coloro che intendono accudire la colonia come responsabili del controllo e del sostentamento della stessa».

«Si evidenzia altresì: che il Comune di Grosseto ottempera puntualmente all’art.4 della L.281/91, avendo attivo un servizio di gattile sanitario; che più volte sia la Asl che l’ordine dei veterinari hanno illustrato che la mitigazione del problema del proliferare dei gatti che vivono allo stato libero non può essere ricondotta unicamente dalle sterilizzazioni, ma deve necessariamente essere supportata da una corretta gestione dei gatti liberi, di cui deve essere rispettata l’etologia, in primis evitandone la sovralimentazione, pratica che appare invece evidente dallo stato fisico dei gatti di colonia che vengono sterilizzati presso la Asl».

«Il Comune rimane sempre disponibile a un dialogo costruttivo, sperando che gli interlocutori intendano condividere aspetti oggettivi delle questioni poste che sembrano non voler essere a tutt’oggi accolti».

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