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Carne in provetta addio: la vittoria della Maremma

La provincia è stata capofila nella raccolta di firme: grazie a queste, emanato il decreto legge che vieta la produzione, l’importazione e la vendita di cibo sintetico nel nostro paese
I giovani agricoltori in festa davanti a Palazzo Chigi

GROSSETO. Le migliaia di firme raccolte in Maremma insieme al sostegno di 26 amministrazioni comunali hanno contribuito in maniera determinante all’approvazione del disegno di legge che vieta la produzione, l’importazione e la vendita di cibo sintetico nel nostro paese.

Il disegno di legge è stato proposto dal Ministro dell’agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida e dalla premier Giorgia Meloni che, basandosi sul principio di precauzione, chiude di fatto le porte al cibo sintetico e alle multinazionali che vorrebbero produrre carne da cellule staminali, latte, pesce e persino mangimi artificiali sostituendo gli agricoltori con bioreattori.

Bistecche in vitro, no grazie

La Maremma ha reagito alla prospettiva di ritrovarsi bistecche in vitro sul piatto incassando il convinto appoggio dei consumatori che hanno firmato la petizione e dei comuni, 26 su 28, così come dei parlamentari, presidenti di associazioni di categoria, le organizzazioni del mondo delle imprese e numerosi vescovi.

«È un traguardo storico per gli agricoltori e per i consumatori. L’Italia è il primo paese a livello mondiale ad aver vietato la produzione e la vendita di cibo sintetico – spiega Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Toscana nonché delegato confederale per Grosseto – Per raggiungere questo obiettivo la Toscana, e la Maremma, hanno fatto un lavoro straordinario raccogliendo migliaia di firme in poche settimane. Il cibo in provetta è un mondo che non vogliamo, che mette a rischio la salute, e che questo disegno di legge allontana dal nostro paese e dal nostro made in Tuscany».

La battaglia di Coldiretti

La legge contro carne, latte, formaggi, pesce e mangimi in provetta da parte del Governo è stata sostenuta da una grande mobilitazione popolare che in tutto il Paese ha visto la raccolta di mezzo milione di firme da parte anche dei giovani e delle donne della Coldiretti insieme a Campagna Amica, World Farmers Markets Coalition, World Farmers Organization, Farm Europe e Filiera Italia.

La minaccia del cibo sintetico bussa alle porte dell’Europa. Dopo l’autorizzazione per il consumo umano concessa dall’autorità alimentare americana Fda ai filetti di “pollo” creati in laboratorio dalla Upside Foods e a quelli della GOOD Meat, il rischio è una diffusione anche nell’Unione Europea dove già quest’anno – denuncia Coldiretti Grosseto – potrebbero essere introdotte le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue.

Dopo la carne la sperimentazione si è estesa al pesce ed al latte mettendo a rischio la naturalità degli alimenti più presenti nella dieta. «Le bugie sul cibo in provetta – conclude il direttore di Coldiretti Grosseto, Milena Sanna – confermano che c’è una precisa strategia delle multinazionali che con abili operazioni di marketing puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione. La verità è che non si tratta di carne ma di un prodotto sintetico e ingegnerizzato, che non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali, non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare e, inoltre, non è accessibile a tutti poiché è nelle mani di grandi multinazionali».

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