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Calo del turismo, la Cisl: «Serve fare rete»

L’analisi di Biliotti e Gobbi: «Dobbiamo cambiare mentalità. Con un sistema di rete, turismo e commercio sarebbero avvantaggiati»
Katiuscia Biliotti e Simone Gobbi
Katiuscia Biliotti e Simone Gobbi

GROSSETOIl calo della presenze turistiche in Maremma è un tema centrale del dibattito pubblico degli ultimi giorni e sono molte le ipotesi e le chiavi di lettura proposte da più soggetti per ricercare le origini di questo fenomeno.

«Tra gli elementi presi in causa per questa perdita di presenze – dice Katiuscia Biliotti, segretaria generale di Cisl Grosseto – c’è chi individua, soprattutto per alcune aree del territorio come quella del golfo di Follonica, la presenza di industrie e aziende del comparto manufatturiero».

«I fattori da prendere in analisi – aggiunge Biliotti – sono chiaramente molteplici, ma dipendono, in larga parte dalla congiuntura economica che stiamo attraversando, che ha messo in forte crisi il ceto medio, se ancora esiste, che deve fare i conti con l’aumento dei prezzi, delle tariffe per i consumi, e con l’inflazione sempre più alta». 

Vengono tagliate prima le spese superflue

«Le prime spese che vengono tagliate sono sicuramente quelle per le cose più superflue, come abbigliamento e budget per il tempo libero e per le vacanze, per le quali vengono scelte altre destinazioni, più economiche».

«Un altro fattore è legato alle infrastrutture, e nel nostro territorio da oltre 50 anni si parla di una autostrada tirrenica che è ancora lontana dall’essere realizzata; abbiamo anche un sistema di collegamento pubblico insufficiente a coprire alcune zone della costa e dell’entroterra e a questo si aggiunge la carenza di strutture ricettive che sono poche e sono poco promosse, soprattutto nei mercati esteri».

«Sono strutture che lavorano pochi mesi l’anno perché ancora non siamo riusciti a destagionalizzare il turismo a differenza di quello che avviene, per esempio, in Emilia Romagna. Spiace notare che l’atteggiamento che molti cittadini, esercenti, titolari di piccole imprese hanno è quello di contrarietà di fronte a qualsiasi proposta».

«Molti si dichiarano contrari alla presenza del manifatturiero, ci si lamenta delle programmazioni estive, che limitano la quiete dei luoghi, ci si indigna per la presenza di ragazzi, che fanno confusione».

«Dobbiamo, al contrario cercare di fare rete, soprattutto tra settori diversi, come manifatturiero, turistico e ricettivo, del commercio, perché osteggiare, sempre, qualsiasi proposta e affossare le iniziative di imprese e imprenditori non ci porta lontano».

«Realtà produttive diverse possono coesistere e il nostro territorio ha bisogno di tutti. Anche, o forse soprattutto, di imprenditori che vogliano investire nel grossetano perché, allo stato attuale, il nostro territorio sta morendo».

«Dobbiamo cambiare mentalità e pensare che la nostra terra è bellissima e che con un sistema di rete, turismo e commercio sarebbero avvantaggiati».

Contratto del turismo non rinnovato

Alle difficoltà del settore si aggiunge il mancato rinnovo, da quattro anni, del contratto del commercio e del turismo.

«Senza il rinnovo di questi accordi le persone che lavorano non hanno disponibilità economiche per poter spendere in beni superflui, prosegue Biliotti. Anche per questo, un anno fa, Simone Gobbi, segretario di Fisascat Cisl Grosseto, invitò le associazioni di rappresentanza delle imprese ad un confronto».

“Rinnovo la proposta- dice Gobbi – di aprire un tavolo di contrattazione provinciale per turismo e commercio, che è l’unico concreto modo per trovare soluzioni che vadano incontro alle necessità dei lavoratori e delle imprese. Questo territorio merita una contrattazione moderna e innovativa per far fronte ad un mondo e un mercato profondamente mutato ed in continua evoluzione».

«Il nostro turismo, inoltre – conclude Biliotti- , è basato sulle seconde case, che sono molto difficili da controllare, ma è chiaro che se i prezzi rimangono quelli attuali le famiglie continueranno a spendere poco. Dobbiamo discutere, in modo costruttivo e propositivo, del futuro del nostro territorio che, ricordiamolo, è primo di giovani e va verso un invecchiamento della popolazione sempre più preoccupante».

 

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