Benedizioni pasquali: «Case meno aperte, resistono gli anziani» | MaremmaOggi Skip to content

Benedizioni pasquali: «Case meno aperte, resistono gli anziani»

Una tradizione centenaria che rischia di scomparire, soprattutto in città. Ma i parroci non mollano: per don Desiderio e don Giovanni le parole chiavi sono fiducia e rispetto della libertà personale
Da sinistra: don Giovanni Ricciardi e don Desiderio Gianfelici

GROSSETO. Molti si ricordano le mamme che puliscono casa ossessivamente per accogliere il prete per le benedizioni pasquali, una tradizione più che centenaria nella cultura cattolica. I parroci, durante queste visite portano serenità, pace e protezione nelle mura domestiche dei propri fedeli, un modo per portare la forza della resurrezione di Gesù dentro i cuori dei parrocchiani. 

La benedizione ha lo scopo di proteggere chi vive dentro la casa e di dargli la forza per affrontare le difficoltà della vita. «Per noi vuol dire entrare dentro la famiglia e fargli ritrovare la serenità che deriva dalla fede – dice don Desiderio Gianfelici della chiesa della Santa Famiglia di Grosseto – è dare un input per avvicinarsi alla vita spirituale, che deve essere curata come curiamo ogni giorno i rapporti con i nostri cari».

È un momento molto intimo e per questo ci vuole molta fiducia verso il parroco. «Sono da poco in una nuova chiesa e quindi le benedizioni inizierò a farle dopo Pasqua – dice don Giovanni Ricciardelli di Ribolla – Prima voglio conoscere bene i fedeli e sto organizzando dei gruppi di preghiera, perché deve essere un momento di spessore spirituale e personale».

Ma secondo alcuni parroci della Diocesi di Grosseto, questa tradizione si sta un po’ perdendo. «Seguo una zona molto ampia e negli anni sono diminuite le persone che fanno trovare la stanza pronta per ricevere la benedizione – dice un parroco di campagna – Sono rimasti pochi quelli che aspettano l’arrivo del prete. Ormai questa tradizione resiste negli anziani e negli abitanti della campagna, in loro c’è una fede più genuina e pura».

Don Desiderio: «Tutto nei limiti della libertà personale»

Una parte fondamentale della legge di Dio è il libero arbitrio, che dà al genere umano la possibilità di scegliere ciò che è meglio per se stesso. «Le benedizioni stanno andando molto bene, molte persone le desiderano e si sta spargendo sempre di più la voce – dice don Desiderio –  Gianfelici – Credo che dipenda dal risveglio del fattore religioso. Aspettiamo che le persone ci invitino in casa, non ci imponiamo e cerchiamo di rispettare al massimo la libertà personale».

Anche don Giovanni è dello stesso avviso. «Ho scelto una strada diversa quest’anno perché credo che le benedizioni dipendano da una scelta individuale vera e dalla fiducia che si crea fra i fedeli e i preti – dice – Nei piccoli paesi non è detto che questo rapporto si crei più facilmente, per questo ho scelto di aspettare che mi chiamino per entrare nelle case dei miei parrocchiani».

 Per altri preti le benedizioni stanno procedendo nel verso giusto, per altri invece stanno andando a rilento. «Molti fedeli mi accolgono con molto calore e con molto amore, altri accettano titubanti e poi c’è chi proprio non le accetta – dice un parroco della Diocesi – Credo che dipenda dalla pandemia, che ha allontanato le persone da questo tipo di tradizioni e che ha fatto perdere quest’abitudine a chi l’aveva».

Come preparare la propria casa

I preti sono accolti con molto calore dai parrocchiani, pronti a risvegliare la propria vita spirituale. «La proposta che facciamo è adeguata alle persone, che spesso ci fanno trovare la casa pronta ad accogliere la benedizione – dice don Desiderio – troviamo già una stanza preparata con una ciotola d’acqua, un crocifisso e una candela».

«La vita spirituale è qualcosa che deve essere coltivata sempre, come coltiviamo una pianta: non basta avere l’input, dobbiamo trovare la forza di continuare a seguire il cammino del Signore – continua – Tutti pensano che la fede si manifesti solo andando a messa la domenica, ma secondo me è qualcosa che circola dentro l’essere umano e che lo spinge ad essere sempre la versione migliore di se stesso, qualcuno di più vero che non vive come capita, ma che si impegna ogni giorno ad essere chi è».

Autore

  • Marina Caserta

    Collaboratrice di MaremmaOggi. Amo le bollicine, rigorosamente in metodo classico; il gin e credo che ogni verità meriti di essere raccontata. Non bevo prosecco e non mi piacciono né i prepotenti né le ingiustizie. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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