GROSSETO. È stato arrestato domenica 11 maggio il 43enne che, secondo le accuse, spacciava alla “Grosseto bene”. Il bancario di 43 anni aveva 20 grammi di cocaina, un etto di hashish, due bilancini, contanti e il materiale per confezionare le sostanza in casa.
I poliziotti hanno bussato alla sua porta perché un’applicazione di geolocalizzazione segnalava che fra quelle mura ci fosse un telefono smarrito.
Il 43enne, infatti, aveva con sé il cellulare di una donna, che avrebbe trovato a terra in un parco della città, dove avrebbe lasciato un bigliettino con i suoi recapiti nel caso in cui fosse tornato il proprietario.
Oggi, venerdì 16 maggio, l’uomo, difeso dall’avvocata Elena Pellegrini, si è presentato davanti alla giudice Cecilia Balsamo e al pm Giovanni De Marco per la convalida dell’arresto.
Lo spaccio alla “Grosseto bene” e l’arresto
Tutto parte dallo smarrimento di un cellulare al parco Ombrone di Grosseto.
Un telefono che il 43enne avrebbe trovato e portato a casa, lasciando un biglietto con i propri recapiti. La proprietaria ha sporto denuncia in questura e appena ha comprato uno smartphone nuovo è riuscita a geolocalizzare quello smarrito con un’applicazione, che lo “individuava” nella casa del 43enne.
Gli agenti hanno suonato alla porta del 43enne per recuperare il telefono, ma hanno notato che su un tavolo c’era un sacchetto di plastica con dei buchi circolari. I poliziotti hanno pensato che fosse uno dei modi in cui gli spacciatori suddividono le sostanze in dosi pronte da vendere, confezionandole proprio attraverso i cerchi di plastica.
A questo punto i poliziotti delle volanti hanno perquisito l’appartamento e hanno trovato 20 grammi di cocaina, un etto di marijuana, due bilancini, contanti e il materiale per il confezionamento, ovvero la busta di plastica con i buchi circolari.
Secondo le accuse il bancario avrebbe spacciato alla “Grosseto bene”, ovvero a coloro che usano cocaina o erba, ma che preferiscono stare lontani dalle piazze di spaccio della città perché sono professionisti di spicco.
Ce ne sono parecchi in città, anche insospettabili.
La convalida dell’arresto
L’avvocato Elena Pellegrini, che difende l’uomo, ha spiegato che la cocaina sarebbe per uso personale e che la marijuana fosse a basso contenuto di Thc, la sostanza psicotropa della canapa.
Il 43enne nella mattinata del 16 maggio si è presentato davanti alla giudice Cecilia Balsamo e al pm Giovanni De Marco.
La giudice ha deciso di convalidare l’arresto e ha ordinato l’obbligo di firma tre volte alla settimana in questura.
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Collaboratrice di MaremmaOggi. Amo le bollicine, rigorosamente in metodo classico; il gin e credo che ogni verità meriti di essere raccontata. Non bevo prosecco e non mi piacciono né i prepotenti né le ingiustizie. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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