GROSSETO. «Siamo delusi e ancora più preoccupati. Le controproposte fatte in sede di trattativa lasciano l’amaro in bocca ma soprattutto non vanno nemmeno parzialmente a marginare le spese, ingiustificate, che gli autotrasportatori si trovano ad affrontare».
Sono le dure parole di Mauro Squarcia presidente degli autotrasportatori di Confartigianato Grosseto subito dopo l’incontro avvenuto a Roma con il Governo
«L’ottusità di chi dovrebbe comprendere la gravità del momento e le difficoltà con le quali il settore è costretto a vivere sono davvero disarmanti – continua –. Abbiamo chiesto a chi lavora nel settore di avere fiducia e pazienza tant’è che ad oggi non abbiamo ancora spento i motori, ma dopo quanto emerso ieri non possiamo assicurare che questo non accada».
«È inconcepibile che il ministero non abbia delle serie proposte in merito alle compensazioni per il caro carburanti; sulla questione infatti è stato annunciato che alla categoria, che ricordiamo è in ginocchio, sarà data risposta con un provvedimento generale di cui però non sono chiari i contenuti, anche se voci non confermate parlano di una riduzione del gasolio di 15cent. Una ritocco che accogliamo ma che è evidentemente molto al di sotto di quanto ci aspettavamo e di quanto serve alle nostre aziende per poter almeno sopravvivere».
«Ora – conclude Squarcia – nostro malgrado saremo costretti a scegliere altre strade, altre forme di protesta che inevitabilmente ricadranno sui cittadini e la responsabilità sarà dovuta a questo tergiversare del Governo».
Ferrara: «Una situazione al limite»
«La situazione è al limite e il malcontento degli autotrasportatori è giustificato – incalza Gianluigi Ferrara, dirigente settore autotrasporti di Confartigianato – Per fermare questa speculazione che è in atto avevamo proposto di attuare dei controlli serrati e di fissare per decreto un tetto al prezzo del gasolio, abbiamo chiesto un credito di imposta del 30% immediato, la riduzione delle accise e che il maggior costo del gasolio venga ribaltato in fattura».
«Purtroppo da parte di chi dovrebbe tutelare abbiamo trovato solo risposte effimere e non confacenti alle reali necessità di chi ha continuato a lavorare, senza sosta, anche nei mesi di lockdown. Come Confartigianato rimaniamo comunque fiduciosi e vogliamo credere che l’incontro di ieri sia un segnale di apertura, ma il tempo passa e le nostre aziende rischiano di dover spegnere definitivamente i motori. Per questo invitiamo il Governo ad uno sforzo maggiore e ad ascoltare le richieste dei rappresentanti di categoria».
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