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Aumenta l’affitto, chiude il museo di Roccastrada

I locali che lo ospitano sono di un privato e il rinnovo del contratto di affitto non è sostenibile per il Comune
Una sala del Museo del vino di Roccastrada
La vecchia cantina nel Museo della vite e del vino di Roccastrada

ROCCASTRADA. «Ci abbiamo trascorso un pezzo di vita, ci lasciamo un pezzo di cuore». Un annuncio secco e senza appello sulla pagina facebook del Museo della vite e del vino di Roccastrada, per informare che la struttura chiude i battenti e l’infopoint turistico, ospitato al suo ingresso, si sposta al Teatro dei Concordi

La notizia era nell’aria da giorni, ma il paese l’ha accolta come un fulmine a ciel sereno. Basta dare una rapida scorsa ai commenti sotto al post per leggere il dispiacere di tanti roccastradini (e non solo) per quello che doveva essere un fiore all’occhiello – l’unico museo della zona, gestito in forma pubblica, dedicato alla storia della vite e del vino. 

L'interno del museo
L’interno del museo

Pensato negli anni 90, quando era sindaco Olinto Bartalucci, era stato portato a compimento dalla giunta Marras, (insieme alla Regione e alla Strada del vino Monteregio), che aveva individuato nella galleria sotto la Torre dell’Orologio – di proprietà privata – la location ideale. 

Situata all’ingresso del centro storico in un locale  risalente al XIII secolo, è una cantina interamente scavata nella rocca di trachite, che attraversa come un corridoio per aprirsi, alla fine, su una grande terrazza dalla quale si domina tutta la Maremma fino al mare. 

La vista della terrazza del museo
La vista della terrazza del museo

Il Comune ne aveva affidato la gestione al comitato festeggiamenti-Proloco, con la collaborazione del centro commerciale naturale, il negozio di prodotti tipici “La Tua Bottega”, il comitato “Trebbiatura a Fermo”, la Strada del vino e dei sapori Monteregio. Da tempo aveva in Cinzia Fedi e Paola Crespi, le operatrici dell’infopoint turistico, le sue appassionate “custodi”.

Sono state proprio loro a scrivere il lungo post con il quale chiudono la loro esperienza, invitando a non fare polemica e ad attribuire colpe « senza conoscere la travagliata vicenda nella sua complessità, senza averla seguita passo passo».

Contratto di affitto scaduto e locale non a norma

Ovvero, il contratto di affitto scaduto, lo stato complessivo della galleria che non garantisce più l’agibilità in sicurezza e avrebbe bisogno di una robusta ristrutturazione. Tutto questo considerando che è una proprietà privata.

Dal Comune, infatti, fanno sapere che l’immobile non è a norma e che, per prima cosa è necessario spostare l’ufficio turistico. Il secondo aspetto è il sostanzioso aumento dell’affitto che il proprietario ha richiesto al Comune stesso per rinnovare il contratto di locazione.

Dunque non ci sarebbero le condizioni strutturali ed economiche, né l’amministrazione può accollarsi il rischio di un danno erariale. 

«È una perdita, per noi, per Roccastrada, per tutti.  È stato un percorso disseminato da infiniti ostacoli: li abbiamo superati tutti. Ma questo non è l’ennesimo ostacolo, questa è la fine del percorso», si chiude il post di Cinzia e Paola.

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