ISOLA DEL GIGLIO. Un tentativo di afferrare e analizzare il corpo dell’opera di una grande artista quale è Lady Gaga, le cui canzoni non sono che una piccola parte della sue attività. Un libro multiforme e camaleontico, proprio come il soggetto narrato. Questo e non solo, è l’opera “Il diavolo veste Gaga” di Andrea Biscaro, edito da Officina di Hank, già disponibile nelle librerie.
Biscaro, classe ’79, è uno scrittore, cantautore e ghostwriter. Nato a Ferrara, vive all’Isola del Giglio, e ha scritto romanzi, racconti , favole, canzoni, concerti. Ha lavorato per Castelvecchi, Fabbri, Meridiano Zero, Stampa Alternativa, Caissa Italia e per molte altre case editrici.
Biscaro, gigliese di adozione
Dopo i recenti romanzi, arriva questo testo che gira attorno a una delle sue più grandi passioni, la musica, incentrato su Lady Gaga. Lo ha ha un po’ raccontato una volta intervistato.

Andrea Biscaro, possiamo chamarla un gigliese di adozione, da 15 anni sull’isola, quale è il percorso che la ha portata qua?
«Le scelte importanti si fanno solo per amore. L’amore mi ha portato sull’isola. Per Amore intendo quel sentimento propulsivo che ci rinnova e ci spinge alla conoscenza. John Lennon diceva che esistono due forze motivanti fondamentali: la paura e l’amore. Quando abbiamo paura, ci tiriamo indietro dalla vita. Quando siamo innamorati, ci apriamo a tutto ciò che la vita ci offre, con passione, eccitazione e accettazione. Viviamo un tempo che ci sprona soltanto alla paura. È ora di guardare avanti. Di innamorarsi di tutto ciò che è puro, quel poco che è rimasto. L’isola assomiglia molto a questa purezza».
Cosa ama dell’isola?
«Amo quel senso di primitivo e primigenio che la natura comunica. Nonostante certi personaggi facciano di tutto per distruggere questo ecosistema perfetto, l’isola parla ancora una lingua arcaica».
La musica è un ambiente che segue da anni?
«Da quando sono bambino. Ho iniziato a suonare la chitarra a 7-8 anni e non ho più smesso. La musica è il mio ossigeno, da sempre. Ne ascolto tantissima e ne suono altrettanta. Sono cantautore nel progetto Secondamarea (che negli anni ha riscosso successi non solo nazionali)».
Questo suo libro non è solo una biografia, giusto?
«Giusto. Si tratta di una sorta di ibrido tra saggio, biografia e romanzo. Credo abbia anche un taglio cinematografico. La sensazione che questo libro dovrebbe suscitare è una vicinanza stretta, spalla a spalla, con Gaga».

Già dalla copertina possiamo intendere dei riferimenti al mondo Pop, ma Gaga è solo pop?
«La copertina è il regalo di un grande fotografo italiano di fama internazionale, Maurizio Galimberti, inventore della tecnica del fotomosaico. Uno dei pochi italiani che ha avuto il privilegio, l’onore e l’onere, come afferma lui stesso, di lavorare con Gaga. Popolare, sì, nella sua accezione più alta, autentica. Gaga è Art-Pop».
Cosa rappresenta per lei Lady Gaga e cosa rappresenta, secondo lei, per il mondo?
«Gaga è l’ultima grande Diva mondiale. È un simbolo, un’icona. Una grande artista e una strabiliante performer. Una donna che racchiude in sé una moltitudine. È “Mother Monster”, anche. Madre e Protettrice di tutti i cosiddetti freaks di questo mondo».
Crede sarà destinata a stupirci ancora?
«Assolutamente sì. È la prerogativa di Gaga quella di stupire sempre, di disattendere qualsiasi attesa. So che sta già pensando a un nuovo progetto: un musical interamente scritto da lei».

Nato a Grosseto, pare abbia scelto quasi da subito di fare l’astronauta, poi qualcosa deve essere cambiato. Pallino fisso, invece, è sempre rimasto quello della scrittura. In redazione mi hanno offerto una sedia che a volte assomiglia all’Apollo 11. Qui scrivo, e scopro.
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