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Ambiente, una pagella luci e ombre

L’associazione La Duna dà i voti all’amministrazione Benini dopo 10 anni di governo cittadino: spiagge, mare ma anche infrastrutture, ecco la valutazione degli ambientalisti
Follonica vista dall'alto
Una veduta di Follonica

FOLLONICA. Dieci anni di governo targato Andrea Benini raccontati dall’associazione ambientalista La Duna. Che quest’anno ha deciso di dare i voti all’amministrazione, analizzando voce dopo voce, tutte le scelte fatte dal Comune in materia di ambiente e salvaguardia del territorio. 

Voti che vengono dati prima – spiegano gli ambientalisti della Duna – che la politica locale entri nel periodo elettorale.

Marco Stefanini, de La Duna

Gli scopi della pagella rimangono gli stessi delle precedenti: dare ai cittadini uno strumento con cui valutare, nel tempo, la politica ambientale di chi amministra il Comune di Follonica (opposizione compresa), evidenziare le varie criticità ambientali da affrontare, e infine, per quanto possibile, fornire un documento propositivo delle cose da fare e da non fare.

«Questo è importante soprattutto oggi in cui in troppi, a tutti i livelli, si riempiono la bocca di buoni propositi sulla transizione ambientale – dice Marco Stefanini, portavoce dell’associazione – sulle misure da adottare per attenuare i disastri del cambiamento climatico in atto, sulle forme di resilienza da mettere in atto, salvo poi, nei fatti, disattenderli completamente. La nostra pagella serve per riepilogare se, nell’ottica della tutela ambientale che ci anima, l’amministrazione Benini, nel suo mandato, ha aggiustato il tiro sulle varie questioni aperte, sulle criticità nate, oppure no».

Acqua e aria: voto 6

Resta invariato, per l’associazione, il voto per la qualità dell’acqua e dell’aria nella città del golfo, che raggiunge in entrambi casi la sufficienza. «A fronte di un grande invaso idrico che garantisce la disponibilità di acqua anche in periodi di crisi, la falda acquifera contaminata dall’arsenico e da altri inquinanti resta ancora tale, ancora non si vuole individuare, pur se sono ben conosciuti i responsabili, chi dovrà pagare le bonifiche necessarie, sempre annunciate e mai fatte – dicono – La paura, quasi una certezza, è che alla fine se si faranno, saranno a carico del contribuente e non di chi ha inquinato».

Positiva, invece, la bonifica dell’area del recinto, «anche se rimangono i problemi idraulici derivanti dall’aver costruito, anni fa, praticamente in un padule – aggiungono – Siamo preoccupati dalle richieste di ampliamento delle discariche di gessi in prossimità al nostro abitato, le falde acquifere non hanno confini amministrativi».

Sei anche per la qualità dell’aria: resta il problema dei cattivi odori a Cassarello ed aree circostanti, e in prossimità della Gora dove, specie nei mesi cruciali per il turismo, si è creata una zona di miasmi costanti. «Comunque il mare e i venti prevalenti – spiegano – sono buoni medici».

Infrastrutture, bene le ciclabili ma che disastro gli allagamenti

Rimangono, per la Duna, le solite criticità nelle zone più circolate, figlie di un piano del traffico che aspetta da parecchi anni di essere rivisto.

Bene la nuova rotonda davanti al Comune, invocata da anni, che ha reso più agevole il traffico in quella zona. Bene l’esperienza del Nautibus. Le ciclabili ci sono, non controllate e poco segnalate, ma ci sono. «Sarebbe stato da sistemare il tratto dal confine con Piombino fino al Golfo del Sole – spiegano –  ma speriamo che l’attuazione della ciclovia tirrenica costituisca quel punto da cui possiamo avere il salto di qualità e tutto proceda spedito. Nutriamo forti dubbi sulle proposte di parcheggi in centro, il traffico veicolare in queste aree, deve essere disincentivato preferendo, per quanto possibile, sistemi alternativi come i famosi posteggi scambiatori periferici (previsti nel programma della coalizione al governo), collegati dal Nautibus potenziato».

Allagamenti a Follonica

Se le piste ciclabili passano l’esame degli ambientalisti, la rete fognaria presenta forti criticità ovunque che non vengono eliminate. «Senza stare a ricordare la Gora e il sistema di troppo pieno o immissioni “strane” – si legge nelle pagelle – la città soffre ad ogni evento atmosferico importante. Di sicuro si deve anche al fatto che vari corsi d’acqua sono stati tombati o fatti scomparire, al troppo asfalto o alla mancanza di un sistema che intercetti le grandi masse d’acqua che scendono dalle colline. L’ultimo disastrosa bomba d’acqua (127 mm in poche ore) ne è testimone, 2-3-4 milioni di danni. Certo l’evento è drammatico, ma poco o niente è stato fatto per attenuarlo. Anni colpevolmente perduti».

Mare e spiagge, cosa va e cosa non va: voto 6

Se la spiaggia è molto aumentata per effetto delle soffolte , c’è stato un significativo peggioramento della sabbia, anche dovuto ai costanti interventi di ripascimenti per mezzo di sorbone e trasporti da una parte all’altra del litorale.

«La spiaggia c’è, ma con poca qualità della sabbia – dicono alla Duna –  Sulla qualità del mare dobbiamo dire che le nostre acque, tranne alcuni punti in centro e quando piove, sono pulite. Purtroppo i lavori descritti sopra hanno penalizzato molto flora e fauna marina, la posidonia sta faticosamente riprendendosi ma se continueremo a “sorbonare” i tempi saranno infiniti. Quindi, trattandosi di una pagella ambientale, daremmo un complessivo 6 scarso al mare. Una raccomandazione sarebbe quella di non eseguire lavori pesanti per qualche anno: facciamolo riposare questo mare».

I danni della mareggiata alla duna di Follonica

Sufficienza anche per la Duna e la sua salvaguardia. «La staccionata a protezione della duna costiera e della vegetazione (vegetazione pioniera, flora psammofila, altre specie arboree) al Tony’s ha retto sino ad oggi quando una mareggiata anomala ne ha divelto un ampio tratto – dicono – Avevamo detto che l’intervento, per la prima volta, era ben fatto, ma il cambiamento climatico non fa sconti e bisognerà tenerne conto».

Gli ambientalisti avrebbero voluto che, oltre ad alcune staccionate per evitare che la duna venga calpestata,  all’intervento di rifacimento del cordolo tra duna e strada fosse arrivata la famosa rinaturalizzazione della stessa, la rimozione dell’asfalto e la rinascita dell’originario collegamento tra mare e retroduna. Un nostro sogno sarebbe l’acquisizione del tratto di paduletto al patrimonio comunale. Chissà. Comunque la duna del Tony’s non è l’unica di Follonica, anche le aree residue avrebbero bisogno di segnalazione e protezione. Ci piacerebbe vedere un “inventario” e un progetto per la loro salvaguardia».

Impianti, rifiuti e raccolta differenziata

Archiviato l’argomento inceneritore, sul progetto Iren al Casone di Scarlino, l’associazione La Duna chiede che ci sia la massima attenzione, specialmente per quello che potrà rappresentare per il golfo lo scarico a mare dei fluidi del trattamento rifiuti liquidi. «Non dimentichiamo poi che nel nostro comune esiste uno dei più grandi conferimenti di rifiuti speciali del Paese e che, anche se ormai rimarranno lì, non è indifferente “come” ci rimarranno – dicono –  Sarebbe molto utile uno stretto controllo sul sistema di fidejussioni per quello che riguarda i lavori di abbancamento e la richiesta di uno studio sulla futura stabilità delle colline Bufalaia e Speranzona, perché se dopo poco dal completamento tutto o una parte dovesse collassare, come è già successo, chi pagherebbe? Abbiamo la forte preoccupazione che quell’area rimarrà interdetta per sempre a qualsiasi fruizione. Speriamo di aver torto ma comunque un controllo/verifica serve». 

Cinque, ma voto con riserva, per il piano di raccolta differenziata, imposto da Sei Toscana al Comune. Pessima la scelta della reintroduzione dei cassonetti stradali con scheda in 5 quartieri che facevano da anni la raccolta differenziata porta a porta, il metodo di raccolta differenziata considerato più performante e virtuoso dagli esperti del campo. «Un passo indietro non capibile se non con gli interessi del gestore – dicono – Certo oggi li chiamano intelligenti, ad apertura controllata, anche se ad oggi sono accessibili liberamente, ma, come dimostrano esperienze di altre città, sempre cassonetti stradali sono, sirene attrattive per l’inciviltà di pochi che distrugge il lavoro di molti»

La raccolta di qualità diminuisce e, parallelamente, aumentano i costi e quindi le bollette per i cittadini. 

Decoro cittadino e verde pubblico, strategie da cambiare

5,5 è il voto per il decoro cittadino, che soffre di diversi problemi: sporcizia, incuria e trasandatezza lungo strade e marciapiedi. Male invece (voto 4) le pinete e il verde pubblico. 

«Parlare delle pinete è come sparare sulla Croce Rossa, il disastro è ancora sotto gli occhi di tutti – si legge nelle pagelle della Duna – Un patrimonio enorme che viene pian piano distrutto. Sono stati persi decenni ed ora si prova a porre rimedio».

Alcuni dei pini tagliati
Alcuni dei pini tagliati

Positiva la piantumazione di tanti alberelli nella zona della Pista dei pini, «ma rimane la consapevolezza che nessuno di noi vedrà la pineta come l’abbiamo conosciuta – aggiungono –  Sul verde cittadino continua la negativa consuetudine di potare, potare, potare…anche se non si tratta più di capitozzature in senso stretto, assistiamo a una serie di tagli che lasciano molto poco all’albero con conseguenze di indebolimento che abbiamo molte volte evidenziato. Intere vie cittadine stanno perdendo le alberature, vedi via Dante, viale Matteotti, ma non si interviene con piantumazioni sostitutive».

L’associazione aveva proposto anche degli inserimenti di alberi “importanti” nell’elenco degli alberi monumentali. «Infine preferiremmo che alla demolizione, giusta, del vecchio depuratore, seguisse un incremento del verde e non un ulteriore taglio degli alberi esistenti sostituiti da cemento di un posteggio inutile per 9 mesi l’anno».

Stop alle nuove costruzioni

C’è poi il capitolo sul consumo del suolo, che precipita tra le materia, con un 3. «È uno degli elementi di maggiore continuità̀ di questa amministrazione con quelle che l’hanno preceduta e non si vedono segnali di inversione o ravvedimento, nonostante il programma del sindaco Benini recitasse che sull’argomento ci sarebbe stata una particolare attenzione. In una città con 9000 seconde case e decine di capannoni vuoti, si progetta di continuare costruire nuovi manufatti, cementificando ed asfaltando suolo, distruggendo campi, olivete, alberi – dicono –  In una citta dove ci si ostina a chiamare Parco Centrale una distesa di asfalto, betonelle e cemento che potrebbe essere utilizzato come posteggio si progettano nuovi posteggi asfaltando aree verdi e prati. Apprezziamo la decisione di non espandere la città nelle spianate di Valle.

Parco di Montioni ed ex Ilva, servono progetti

Gli ultimi due punti analizzati dall’associazione ambientalista La Duna, riguardano il parco di Montioni e l’area ex Ilva.

«Sinceramente, aldilà di interventi di rimozione di rifiuti o ripristino di sentieri, rimane difficile dare un giudizio su un aspetto ritenuto fondamentale da tutte le amministrazioni ma che poi, per vari motivi, viene disatteso come il Parco di Montioni – dicono – Però vorremmo sapere a quanto ammontano le disponibilità per l’area parco derivanti dalle quote che il Comune incassa dalla Venator per il conferimento dei gessi alla ex cava e che dovevano essere spesi per il parco».

Parco di Montioni
Parco di Montioni

C’è poi l’area ex Ilva, da una parte zona culturale, ben recuperata e fruibile mentre le sue altre parti più marginali sono in balia degli accadimenti, discariche e giungle, occupazioni abusive, crolli, zone di spaccio e percepite come insicure.« Non si riesce a capire perché non venga intrapresa almeno un’azione di pulizia e controllo costante in attesa dell’attuazione di progetti complessivi e definitivi», si chiedono.

Considerazioni finali

È una pagella con luci ed ombre, quella stilata dall’associazione ambientalista. «Noi dell’associazione di tutela ambientale La Duna auspichiamo che il dibattito sui temi ambientali, in corso a livello mondiale, porti ad una maggiore sensibilità̀ anche dei politici locali su questi argomenti – dicono – Noi ci saremo, come al solito, a dare il nostro contributo e stimolo. Perché quello che spesso registriamo è una ricettività̀ ed una consapevolezza reale su questi problemi».

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