GROSSETO. Sono anni che se ne parla e ora l’asilo nido aziendale per i bambini di chi lavora al Misericordia sta per diventare realtà. Il progetto a lungo accarezzato è nelle mani dei tre ordini professionali della sanità: Ordine dei medici (Omceo), Ordine dei farmacisti e Ordine delle professioni infermieristiche (Opi) che questa mattina, 8 marzo, nell’auditorium dell’ospedale, si sono presentati ufficialmente come comitato promotore e hanno lanciato la raccolta fondi.
Nel salone della nuova ala del Misericordia c’era il pubblico delle grandi occasioni, con tanti operatori sanitari, medici, personale dell’Asl, il direttore generale Antonio D’Urso, il direttore dell’ospedale, Michele Dentamaro, il direttore del dipartimento tecnico aziendale, Riccardo Antonelli, la direttrice del Coeso Sds, Tania Barbi, l’assessore regionale Leonardo Marras, l’assessora alle politiche sociali del capoluogo, Sara Minozzi.
Il progetto è stato presentato dai presidenti dei tre ordini: Paola Pasqualini per l’Omceo, Elisa Petrucci per l’Ordine dei farmacisti e Nicola Draoli per l’Opi.
Un investimento da 1 milione di euro e la prima pietra nel 2024
Il luogo in cui realizzare l’asilo c’è già, il progetto pure, la volontà dell’Asl anche, ma bisogna trovare i fondi. L’idea, infatti, è partita dai tre ordini che sono fatti portavoce di un’esigenza dei lavoratori e hanno raccolto il supporto dell’azienda. Ma, per realizzare l’asilo così come è stato pensato, all’interno dell’immobile usato come magazzino che si trova tra la mensa e l’edificio della libera professione, occorre almeno 1 milione di euro.
L’obiettivo è trovarli, in parte anche attraverso una raccolta fondi, già partita con la vendita del libro “La cura”, per arrivare alla posa della prima pietra nel 2024. A Questo scopo il comitato ha aperto un conto corrente bancario tramite il quale chiunque può dare il proprio contributo, versando il denaro sull’Iban IT27L0885114304000000224163 (Banca Tema).
Una volta raccolta almeno una parte delle risorse economiche necessarie, sarà emesso un un bando pubblico per individuare un’azienda interessata a realizzare il progetto e gestire la struttura. E su questo aspetto, il direttore D’Urso ha dato la propria disponibilità alla massima collaborazione, riconoscendo la validità del progetto. «L’Azienda si mette a totale disposizione, a fianco degli Ordini promotori, nell’ascolto dei bisogni degli operatori. Apre le porte alla città di Grosseto per un concreto sostegno al diritto alla genitorialità che trovi un’armonica integrazione con la vita professionale», ha detto.
L’asilo ospiterà 27 bambini
La descrizione delle caratteristiche della struttura, pensata dall’ingegner Antonelli, è stata affidata a Elisa Petrucci. «L’asilo nido che abbiamo progettato – spiega – potrà ospitare fino a 27 bambini da 3 a 36 mesi. Sono previsti ambienti dedicati al gioco, al pranzo e al riposo. Nel locale potrà essere realizzata anche una cucina ed è, comunque, prevista una zona per preparare i pasti già confezionati. L’idea è quella di rendere gli spazi più confortevoli possibile, uno spazio ideale per i piccoli».
Lo stesso Pnrr prevede circa 3,6 miliardi di euro per gli asili nido e, proprio in questi giorni, il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha annunciato una manovra economica che li renderà gratuiti per le famiglie toscane con Isee fino a 35mila euro. Dunque, i tempi sono maturi, come ha sottolineato Paola Pasqualini, riconoscendo in quest’opera un sostegno alla natalità e lanciando un appello a tutta la comunità grossetana e a chiunque voglia sostenere il progetto.
Pasqualini: «Uno strumento per la serenità delle famiglie»
La presidente dell’Omceo ha iniziato a lavorare al progetto appena eletta. Ci crede fortemente e lo persegue con determinazione. Ora ha trovato la sponda anche degli Ordini degli infermieri e dei farmacisti di Grosseto, nonché l’adesione del direttore generale «che, con lungimiranza – ha detto – ha accolto e condiviso il progetto, individuando, con l’ingegnere Riccardo Antonelli, una possibile sede all’interno della struttura ospedaliera.
Non solo, l’ingegnere ha anche realizzato un’ipotesi di progetto per l’asilo. Sono convinta che la nostra proposta possa essere d’esempio per altre aziende della zona che ancora non hanno un asilo aziendale. Alle famiglie occorrono strumenti per svolgere al meglio il proprio compito: la società è cambiata, la sempre più preminente presenza delle donne nel mondo del lavoro rende necessario lo sviluppo di servizi per permettere di conciliare la vita lavorativa con quella familiare. I nidi aziendali sono una risposta a quelle esigenze: molte ricerche dimostrano che, laddove è maggiore la presenza di servizi per la prima infanzia, maggiore è il tasso occupazionale, in particolare delle donne».
Draoli: «Abbiamo gettato le basi di un progetto di cui si parla da 20 anni»
«Il comitato di partecipazione voluto dai tre ordini professionali – ha ricordato Draoli – è la misura della valenza degli ordini professionali: racchiude, infatti, l’interesse a promuovere azioni che diano tutela e dignità al lavoro dei professionisti. Allo stesso tempo mirate all’assistenza e alla coesione della cittadinanza e della comunità.
Significa lavorare per la crescita e il bene del territorio, del tessuto sociale, per la sicurezza, per i diritti. Gli asili nido sono un sistema di supporto per giovani coppie, che spesso non hanno una rete familiare a sostegno e che fanno lavori non riconosciuti come gravosi. Siamo particolarmente orgogliosi di aver fondato questo comitato di partecipazione che sta lavorando, oggi, per realizzare un servizio di cui si parla da vent’anni, ma che ancora non ha avuto basi solide».
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Redattrice di MaremmaOggi. Laurea in Lettere moderne, giornalista dal 1995. Dopo 20 anni di ufficio stampa e altre esperienze nel campo dell’informazione, sono tornata alle "origini" prima sulla carta stampata, poi sulle pagine di MaremmaOggi. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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