GROSSETO. Era seduto al volante della sua auto, quando ha sentito un colpo di clacson dietro di lui. Ha chiesto cosa volesse all’automobilista che aveva suonato ma per tutta risposta l’uomo è sceso dalla sua vettura e si è avvicinato al finestrino.
Poi, la rabbia si è trasformata in violenza. È successo lunedì 15 dicembre all’inizio di via Manetti. Erano da poco passate le 13 e la strada era piena di ragazzini appena usciti da scuola che stavano aspettando l’autobus.
Tutto è nato da un diverbio tra automobilisti, degenerato in una brutta aggressione.
La lite per l’auto parcheggiata
Secondo quanto ricostruito, un’auto era parcheggiata all’inizio di via Manetti, lato Mura. Un altro veicolo stava effettuando una retromarcia da largo Stammati quando l’uomo al volante della vettura parcheggiata ha suonato il clacson.
Da lì è iniziata una discussione: il conducente che stava facendo manovra si è girato per protestare, ricevendo una risposta dall’altro automobilista.
Dalla lite ai pugni
A quel punto la situazione è rapidamente degenerata. L’uomo alla guida del veicolo parcheggiato lungo la strada, un italiano di circa 55 anni, è sceso immediatamente, si è avvicinato al finestrino dell’altro mezzo e ha iniziato ad alzare i toni.
Subito dopo ha aperto lo sportello, ha tirato fuori l’altro uomo dall’auto e lo ha colpito con pugni al volto. La vittima è caduta a terra, mentre alcuni passanti sono intervenuti per sedare la lite. L’uomo preso a pugni, era una una maschera di sangue.
L’auto sale sul marciapiede e abbatte un palo
Durante l’aggressione, l’auto della persona colpita, rimasta con il motore acceso, ha continuato a muoversi, salendo sul marciapiede e abbattendo un palo.
Fortunatamente non risultano coinvolti altri pedoni, nonostante la presenza di molti ragazzi.
Sul luogo dell’aggressione è intervenuta la polizia, che ha raccolto le testimonianze dei presenti e identificato tutte le persone coinvolte. A rendere l’episodio ancora più grave è il contesto: davanti c’erano decine di ragazzini, appena usciti dalle scuole.



