GROSSETO. «Se vogliono una rivolta civile, questa è la strada giusta».
Sono piene di rabbia le parole del babbo del ragazzo di 18 anni di Castiglione del Lago, in provincia di Perugia, che il 2 luglio è stato aggredito a Castiglione della Pescaia da un gruppetto di ragazzi, forse cinque o sei, per portargli via la collanina.
Il pm titolare del fascicolo infatti, ha chiesto al giudice l’archiviazione: ad oggi, gli autori di quella rapina non sono stati ancora identificati e la recente Riforma Cartabia impone ai magistrati di decidere entro tre mesi dall’evento se andare avanti o meno con le indagini.
Il padre già lunedì, tramite il suo avvocato, Stefano Tentori, ex presidente dell’ordine degli avvocati di Perugia, farà opposizione all’archiviazione e farà un accesso agli atti.
«Voglio vederci chiaro – dice il padre – questa cosa non ha senso, non è ancora passato un mese».
Polemiche sull’archiviazione
A distanza di poco più di venti giorni, nonostante il 18enne avesse presentato querela, da via Monterosa è arrivata al giudice per le indagini preliminari la richiesta di archiviazione del fascicolo.
Fascicolo che comunque, nel caso in cui i carabinieri dovessero trovare nuovi elementi per identificare i responsabili, potrà essere riaperto in qualunque momento.
Al padre del ragazzo, però, questa decisione non è andata giù.
Il padre: «Erano in 5 o 6 e ci sono le telecamere. Qualcuno si deve vedere in volto»
Il padre del ragazzo ripercorre quella notte del 2 luglio scorso.
«Mio figlio era a prendere le sigarette con un amico. Gli si sono avvicinati questi ragazzi, sicuramente magrebini, e gli hanno chiesto un euro. Lui ha risposto che non lo aveva e loro hanno iniziato a circondarlo e a toccargli la collana “Bella questa, quanto vale?”».
«Da lì è stato un attimo, uno gli ha dato uno schiaffetto, mio figlio nel tentare di divincolarsi è caduto e si è lussato una spalla. Poi l’hanno preso a calci e gli hanno strappato la collana dal collo. Alla fine è andata bene, ha avuto 15 giorni di prognosi. Adesso ha ancora dolore alla spalla lussata, ma sta meglio».
Erano almeno in 5 o 6.
«Mi sono sentito con i carabinieri di Castiglione qualche giorno dopo, mi hanno detto che stavano guardando le immagini delle telecamere. E che ne avevano molte, quindi ci sarebbe voluto un po’ di tempo. Mi chiedo perché ora questo tempo non viene dato loro. Su 5 o 6 ci sarà qualcuno che si vede in volto no? Questa archiviazione non ha senso».
C’è tanta amarezza nelle parole del padre del ragazzo.
«E pensare che gli avevo consigliato io di andare a Castiglione e non in Romagna, pensando che fosse una zona più tranquilla, con un turismo meno… sguaiato. Invece tutto il mondo è paese. Però ora mi aspetto che la giustizia faccia il suo corso, non che si arrendano dopo una ventina di giorni di indagini. Come padre esigo delle risposte, mio figlio deve sapere che chi fa certe cose viene punito».
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