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Monte di Muro: un convento dimenticato

Una piccola realtà maremmana, ricca di storia, lasciata incustodita. Un appassionato: « Abbiamo tanta storia, ma non sappiamo valorizzarla». Il comune ha deciso di intervenire
Monte di Muro
Il vecchio convento di Monte di Muro

SCARLINO. Siamo a Monte di Muro, tra Follonica e Scarlino, dove un vecchio convento abbandonato si ritrova ormai sommerso completamente dalla vegetazione. Un ambiente favoloso, tra il verde della macchia e l’azzurro del cielo, a cui non viene data l’importanza che merita e ormai destinato a morire. A  raccontare la storia di questo posto, Marco Stefanini, un appassionato della materia. 

«Un posto ridotto male, ma con una storia importante»

« L’area è compresa nelle Bandite di Scarlino e non è raggiungibile con veicoli a motore, ma solo a piedi, bicicletta o cavallo. Solo per arrivarci bisogna affrontare un impegnativo tratto in salita di 3 chilometri – racconta Marco Stefanini – ma ne vale la pena. Tutti gli sforzi che fai vengono ricompensati, quando finalmente ti immergi in una  delle meraviglie che offre la nostra Maremma».

Un luogo ridotto però piuttosto male: « Purtroppo è tutto abbandonato. Vecchie mura dirute, che stanno in piedi per miracolo, aperture che erano porte e finestre, veloci battiti di ali di uccelli che si alzano mentre metti dentro la testa per vedere l’effetto dei secoli in quella che è una parte importante della storia del territorio».

Monte di Murlo
Monte di Muro

Un contesto storico che parte dall’epoca etrusca: «Già  etruschi e romani  erano stanziati nella zona, un po’ più sotto, nella piana. Successivamente sono arrivati i fonditori che misero insieme i minerali elbani e il legname abbondante delle macchie.- continua – Ma ci sono voluti i Fraticelli nel 1300, per dare una svolta più documentata a quello che è diventato, negli anni,  un luogo dove i perseguitati dalla chiesa, come gli eretici, trovarono, tra selve impenetrabili e fiere pericolose, un luogo di riparo».

«Fino a che un altro frate, Tomma, più guerriero che frate, li braccò e li condannò a morte per poi trasferirsi lui stesso con i suoi seguaci a Monte di Muro. Seguirono  periodi di pace e contrasti , attacchi di pirati Saraceni, diatribe tra abitanti e frati per piccole proprietà, per castagni, per cibo. La fine del convento arrivò con Napoleone che, una volta insediata la sorella a Piombino, sancì la chiusura definitiva, trasformando il tutto in un podere». 

Un luogo ormai condannato

«Da lì in poi, il lento deperimento delle strutture non ha conosciuto sostanzialmente ostacoli. Tante storie e leggende si sono create naturalmente  in un luogo che si presta facilmente. Fantasmi di Dame, frati, episodi di uccisioni reali , la leggenda del serpente gigante, le storie di gallerie sotterranee comuni a molti siti medievali e così via».

Una storia  non valorizzata: «Oggi non possiamo che registrare la consapevolezza – spiega ancora Marco Stefanini – che a breve non rimarrà che un cumulo di macerie visto che nessuno si è mai preso seriamente la briga di procedere quantomeno ad una messa in sicurezza, nonostante i tentativi del FAI con la campagna “luoghi del cuore”. Un vero peccato, abbiamo tanta storia ma ne sfruttiamo solo poca e sempre la stessa».

 

Un libro che racconta il convento

A tenere vivo il ricordo del posto un libro di Follonica: «Ci sarebbe un libro “I frati di Monte di Muro” di una ventina di anni fa, scritto da tre follonichesi».

libro
Il libro sul convento

Racconta delle vicende storiche: «Nel libro viene raccolta la cronologia – conclude – degli eventi che si sono succeduti nel convento. Tutte vicende ricercate nei vari archivi storici. Una piacevole lettura che spiega la vita e ciò che accadeva in quei secoli».

Il comune di Scarlino interviene

L’amministrazione comunale ha deciso di intervenire per la riqualificazione e la valorizzazione del sito di Monte di Muro.

«Dispiace che qualcuno pensi – spiega il sindaco Francesca Travison – che, perlomeno il Comune di Scarlino, non sia interessato alla zona dove si trova il rudere di un’antica chiesa, poi trasformata in edificio rurale fino al suo definitivo abbandono. Dopo vent’anni di disinteresse, la mia giunta, in collaborazione con le Bandite di Scarlino e con la Diocesi di Grosseto, ha iniziato un percorso per mantenere al meglio Monte di Muro».

La Regione non è mai stata interessata al suo recupero: «Nel patrimonio regionale ci sono migliaia di edifici simili a Monte di Muro – continua – e per sistemarli tutti servirebbe un investimento incalcolabile. Chiaramente ci sono delle valutazioni storiche e economiche che portano a scegliere su quali siti investire delle risorse. Come evidenziano gli esperti, quel rudere non è un bene inserito tra quelli di rilevanza archeologica e una riqualificazione totale costerebbe circa 2 milioni di euro».

Negli anni 2020-2021 è stata pianificata e effettuata dalle Bandite di Scarlino una pulizia dell’area: «Stiamo collaborando con il Fai. Monte di Muro è inserito tra i “Luoghi del cuore” e invitiamo chi ha a cuore le sorti dell’area di andare sul sito www.fondoambiente.it e votarlo. Stiamo collaborando anche  con la Diocesi di Grosseto, per mantenere viva la storia e l’importanza di quel convento, organizzando eventi, e mostrando il sito nei servizi giornalistici che hanno riguardato il nostro territorio. Continueremo questo percorso e proprio a fine mese andrà in onda sulla tv locale uno speciale su Monte di Muro curato dalla Diocesi di Grosseto».

 

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