GROSSETO. L’abbraccio con il segretario Antonio Tajani, le parole alla convention a Roma, le foto, la tessera azzurra: da qualche giorno Antonfrancesco Vivarelli Colonna ha scelto Forza Italia. Una scelta che ha un senso, dal suo punto di vista: del resto come civico, finito il mandato in Comune a Grosseto (o anche prima, chi sa), potrebbe solo tornare a fare l’allevatore e l’albergatore. O magari ripiegare su Orbetello, anche il comune lagunare scade nel 2027.

Tutta la sua lista civica è implosa, il solo Pieraccini tiene ancora tenacemente il vessillo in consiglio comunale. Magari per le prossime elezioni ne nascerà un’altra, molto probabile ma, al momento, la lista Vivarelli Colonna Sindaco, decisiva per la sua elezione, ha visto fuggire tutti i suoi componenti.

Il sindacone, da parte sua, con un partito alle spalle, può sperare anche in altro, magari una candidatura a Roma. Le prossime politiche sono anch’esse nel 2027.

Il problema è che quel partito, o almeno un’ampia parte di esso, non lo vuole. Contesta il metodo con cui è stato accolto dagli azzurri orfani di Berlusconi e contesta il merito, ritenendo il primo cittadino troppo divisivo.

Il metodo e il merito, se ne parla nel coordinamento provinciale

Proprio oggi, ultimo giorno di luglio, giovedì 31, è in programma il coordinamento provinciale di Forza Italia. E già si annuncia battaglia perché in tanti fra i componenti stanno affilando le armi. Qualche telefonata in questi giorni l’abbiamo ricevuta.

Al centro dell’incontro il punto 1 è l’ingresso di Vivarelli Colonna in Forza Italia.

La fronda, chiamiamola così, contesta il metodo e il merito.

Il metodo non è piaciuto. In molti del coordinamento provinciale contestano di aver saputo dell’ingresso di Vivarelli Colonna in Forza Italia dalla stampa. Sono stati chiamati dal coordinatore, Roberto Berardi, a decisione già presa. Pare che lo sapesse solo Luca Agresti. Volevano parlarne prima, essere coinvolti in una decisione importante, ma così non è stato.

Del resto la tradizione di Forza Italia a Grosseto e in Maremma è costellata solo di decisioni condivise.

Non è stato lo stesso con Fausto Turbanti, che un percorso di avvicinamento l’ha fatto. Lo stesso si può dire di Giulio Tambelli che, del resto, scappato per un po’, è tornato al partito che ha contribuito a fondare. Ma la scelta del sindaco ha un altro peso e sposta decisamente gli equilibri.

Nel merito è la figura del sindaco che è considerata divisiva e, non ce ne voglia Antonfrancesco, anche un po’ ingombrante. Forza Italia si ritiene la stampella moderata della coalizione, guarda (anche) ai voti del centro, tiene toni soft. E l’esuberanza del sindacone a tutti non piace.

Sia chiaro, il processo è normale in un partito che si sta ristrutturando, che sta crescendo e che vive di più anime, ma sempre in un dibattito franco. E questi sono giorni in cui i riposizionamenti sono all’ordine del giorno in tutto il centrodestra, a ottobre si vota per la Regione, nel 2027 arrivano amministrative e politiche. E tutti, legittimamente sia chiaro, cercano la collocazione che dia loro più chanches.

Ma in questo calciomercato qualcuno storce la bocca. E anche se il sindacone ha dichiarato che sarà “un soldatino fedele” davanti a Tajani, in tanti temono che prima o poi riprenderà ad entrare a gamba tesa.

Del resto uno che alza 550kg spingendo con le gambe in palestra non può avere un Dna diverso.