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Ippodromo dei Pini, Sistema Cavallo in liquidazione giudiziale

La società che gestisce l’ippodromo dei Pini (e il Caprilli di Livorno) in liquidazione giudiziale su richiesta della procura dopo indagini della Finanza e un’analisi di un Ctu. La difesa va in appello
Una visione parziale dell'Ippodromo dei Pini
Una visione parziale dell’Ippodromo dei Pini

FOLLONICA. La sentenza (di primo grado) è stata pronunciata il 24 luglio, dopo l’udienza dell’8 luglio. Sentenza del tribunale di Grosseto (dottoressa Claudia Frosini presidente, giudici dottor Valerio Medaglia e Amedeo Russo) che apre la procedura di liquidazione giudiziale, che un tempo si chiamava semplicemente fallimento, per la società Sistema Cavallo.

Sistema Cavallo gestisce, in concessione, l’ippodromo dei Pini di Follonica e il Caprilli di Livorno.

L’istanza di fallimento non è stata presentata dai creditori ma, come nel caso dei Pescatori di Orbetello (sentenza poi ribaltata in appello), dal pubblico ministero Carmine Nuzzo, in conseguenza di un’indagine della Guardia di finanza su presunte, il caso infatti è ancora in fase di dibattimento, evasioni fiscali della società stessa. 

Il pm si è avvalso anche di un Ctu, un consulente tecnico d’ufficio, il dottor Giulio Nicoletti, commercialista livornese stimato nei palazzi della giustizia grossetana, ha molti incarichi nella nostra città, che ha redatto una relazione sullo stato di insolvenza della società.

Va detto che una consulenza di parte della difesa, ad opera del commercialista grossetano Gianluca Ancarani, consigliere nazionale del Cndcec (Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, ndr), ha dato risultanze ben diverse, ma il tribunale ha accolto la tesi del Ctu del pubblico ministero.

Curatore fallimentare è stato nominato il commercialista grossetano Fabio Tocci, mentre il legale della Sistema Cavallo è l’avvocato Niccolò Antichi, figlio di Alessandro Antichi, che ha già annunciato il ricorso in appello, ancora avvalendosi come consulente di Gianluca Ancarani. Probabile che la corte d’appello si pronunci in autunno.

Nella sentenza è fissato per il giorno 16.12.2025 l’esame dello stato passivo, davanti al giudice delegato.

Le indagini della Finanza e l’analisi del Ctu del Pm

Il consulente tecnico, dottor Nicoletti confermando, secondo il Pm, le indagini della Guardia di finanza evidenzia “l’esistenza di bilanci depositati che non forniscono la rappresentazione veritiera e corretta della situazione economica patrimoniale aziendale; l’esistenza di contabilità inattendibile a causa dell’omissione della registrazione del contratto di affitto di azienda con Fcc (Follonica Corse Cavalli, ndr) sin dalla sottoscrizione per importo annualmente rilevante; l’esistenza di contabilità inattendibile a causa dei rilevanti errori contabili relativi alla registrazione dei contributi ministeriali per gli anni 2021-2022, imputando ricavi con competenza errata e per l’anno 2023 la presenza di importi contabilizzati come contributi in conto impianti che non trovano alcun giustificativo; l’esistenza di contabilità inattendibile a causa dell’errore di contabilizzazione dei saldi fornitori, che risulterebbero non aggiornati e con un elevato scostamento contabile; l’evidenza di bilanci effettivi ricostruiti con esercizi sociali chiusi sempre in perdita per importi rilevanti; l’esistenza di patrimonio netto negativo sin dal 2013 verosimilmente anche da anni precedenti, almeno dal 2010; l’esistenza di ingenti debiti tributari nei confronti dell’Agenzia delle Entrate”.

Il consulente ha evidenziato un debito complessivo della società pari ad euro 16.846.600, ipotizzando come dovuto l’originario canone pattuito nel contratto del 2010 in ragione del mancato adempimento alle scritture di riduzione del canone intervenute durante lo svolgimento del rapporto e, dunque, sul presupposto della loro sopravvenuta inefficacia. Ricostruzione contestata da Sistema Cavallo.

L’appartamento da quasi 2 milioni a Milano

Il ctu ha inoltre accertato rilevanti discrepanze tra i contributi ministeriali erogati e quelli contabilizzati nel triennio 2021-2023, evidenziando elevate percentuali di scostamento rispetto ai dati di bilancio, con conseguente ulteriore conferma della totale inattendibilità degli stessi. Di particolare rilievo, poi, l’acquisto, da parte della società, di un appartamento a Milano dell’ingente valore di €1.950.000, la cui indicazione come bene strumentale nella nota integrativa del bilancio non risulta corrispondere alla destinazione effettiva dello stesso quale civile abitazione.

Ne consegue che – secondo l’analisi del Ctu del pubblico ministero – “la situazione patrimoniale della società risulta essere compromessa con un patrimonio netto negativo che nel 2023 con le corrette contabilizzazioni sarebbe stato pari a € – 14.188.522”.

Ricavi quasi esclusivamente dai contributi ministeriali

A conclusione delle verifiche compiute il ctu ha dunque evidenziato che: “la società sin dal 2013, anno di inizio delle comparazioni dei bilanci del sottoscritto, risulta aver fatturato ricavi quasi esclusivamente in base ai contributi ministeriali ricevuti, tali contributi sarebbero stati finalizzati alla gestione degli impianti, in realtà questi venivano utilizzati per coprire tutte le spese societarie compresi i compensi amministratori, i pagamenti di benefit a familiari e da ultimo nel 2022 addirittura all’acquisto un immobile civile in centro a Milano di cui non è stata fornita alcuna spiegazione in nota integrativa. L’immobile risulta poi venduto a maggio 2023 senza alcuna menzione in nota integrativa del relativo bilancio. La remunerazione del capitale investito risulta inesistente, i conti economici risultano tutti evidenziare perdite rilevanti”.

“La società risultava avere più oneri di quanto riusciva a coprire con i ricavi, una gestione dell’impresa poco oculata e volutamente non corretta ha portato a omissioni ed errori contabili tali da rendere la contabilità inattendibile. La società, a seguito della riclassificazione dei bilanci presenta un patrimonio netto negativo tale da evidenziare uno squilibrio economico patrimoniale sintomo dello stato di insolvenza della stessa. Pur non essendo stato possibile fare una approfondita revisione contabile tale da evidenziare tutte le anomalie contabili, è stato comunque possibile con i documenti in atti trovare errori rilevanti che evidenziano una contabilità inattendibile”.

La difesa va in appello

L’impressione è che ci sia un pregiudizio nei confronti di Sistema Cavallo e che le carte dicano ben altro rispetto a quanto scritto dal Ctu e quanto attesterebbe la Finanza con le proprie indagini.

Non per nulla sono due anni che il pm ha fatto istanza di fallimento, ma nessun creditore si è mosso. Anche nei confronti dell’erario ci sono solo due piccole cartelle, che sono già state rateizzate. E poi se ci fossero debiti con l’erario come potrebbe la società avere soldi dal ministero? Non avrebbe il Durc, il Documento Unico di Regolarità Contributiva.

Del resto anche le indagini della Finanza sono ancora in fase di dibattimento quindi, al momento, l’evasione contestata è solo presunta.

Dubbi anche su quanto affermato sui soldi del ministero: si tratta di soldi con i quali vengono pagati dei servizi, perché Sistema Cavallo organizza le corse, non sono “soldi pubblici rubati” come qualcuno vuol far credere. 

Per questo la difesa ritiene di avere in mano ottime carte per vincere in appello.

Intanto il curatore fallimentare si sta occupando di portare avanti le corse, che non si fermeranno né a Follonica, né a Livorno.

 

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