ORBETELLO. La notizia è arrivata come un pugno allo stomaco, lasciando Orbetello e tutta la Costa d’Argento in un dolore sordo: Marco Di Agostino, per tutti Diago, se n’è andato a soli 57 anni, vinto da una malattia che ha affrontato con una dignità e una forza disarmanti.
«Hai lottato come un guerriero, Marco, ma non è servito… Questo maledetto male ti ha portato via» scrivono con le lacrime agli occhi amici, colleghi e cittadini.
Diago, una vita spesa per gli altri
Sposato con Véronique e padre adorato della giovane Sophie, Marco era il direttore della scuola Orbit Lingua di Orbetello, una realtà che grazie a lui era diventata un crocevia di culture, sorrisi e futuro. Non solo un luogo dove si insegnavano lingue, ma uno spazio dove si respirava umanità.
Chi lo ha conosciuto sa che Marco aveva il dono dell’ascolto e della presenza: una stretta di mano sincera, uno sguardo che sapeva comprendere, una parola giusta al momento giusto. Era uno di quelli che fanno bene al mondo, senza far rumore.
Diago, l’anima gentile del calcio maremmano
Ma Marco era anche altro: era Diago, nome che risuonava nei campi di Porto Ercole e soprattutto Orbetello. Un volto familiare negli spogliatoi, una bandiera per il calcio dilettantistico, un compagno vero, un amico leale. Il suo talento non era solo nei piedi, ma nel cuore: sapeva unire, costruire, far crescere.
Non a caso, è stato l’U.S. Orbetello, la squadra della sua anima, a rendergli il primo e commosso omaggio sulla propria pagina ufficiale.
Da lì, un’ondata di messaggi ha invaso i social: una valanga di affetto, di riconoscenza, di dolore condiviso.
«Un esempio in campo e nella vita, un uomo buono, ti portiamo nel cuore, Diago», scrivono in centinaia.
Una battaglia vissuta con coraggio silenzioso
Marco non ha mai smesso di combattere. Fino all’ultimo ha affrontato il male che lo stava consumando con la stessa forza con cui affrontava ogni ostacolo: con dignità, determinazione, rispetto per chi gli stava accanto.
Non si è mai arreso, anche quando tutto sembrava già scritto. Ha lottato per sua moglie, per sua figlia, per chi lo amava. Ha dato esempio, ancora una volta, anche nel dolore.
L’abbraccio di una comunità intera
In queste ore, tutta Orbetello si stringe attorno alla sua famiglia. Le strade sembrano più silenziose, le voci più rotte.
Ci mancheranno i suoi passi lenti lungo il corso, il suo sguardo gentile, quella presenza discreta che faceva bene solo a saperla vicina.
Ciao Diago, resterai nei nostri cuori
Ora il campo è vuoto, le luci si abbassano, ma noi continuiamo a vedere la tua figura in mezzo al gioco, con quella calma fiera che solo i grandi sanno portare. Riposa in pace, Marco. Hai dato tutto. Il cielo ha un guerriero in più. E Orbetello, un angelo da non dimenticare.



