MASSA MARITTIMA. La morte improvvisa e inaspettata di Saber Mohamed Ahmed, avvenuta lo scorso 1° maggio al lago dell’Accesa, ha suscitato in tutta la cittadinanza di Massa Marittima un grande sentimento di solidarietà, tanto che in molti hanno deciso di fare una donazione per permettere alla famiglia di riavere la salma e organizzare un funerale.
Il giovane di origine egiziana era ospite del centro di accoglienza per minori non accompagnati di Valpiana e la sua famiglia, oggi residente in Gana, ricevuta la terribile notizia ha chiesto il rimpatrio in Africa della salma.
Per permettere di realizzare questo desiderio, il Comune di Massa Marittima, assecondando anche le richieste di tante cittadine e cittadini, ha dato il via ad una raccolta fondi. La risposta della cittadinanza è stata grande: ad oggi per Saber sono stati raccolti quasi 4mila euro.
La raccolta fondi continua
La raccolta è ancora aperta ma a breve verrà chiusa per destinare poi il ricavato alla famiglia. Chi volesse partecipare può fare un bonifico all’iban 𝐈𝐓𝟓𝟑𝐒𝟎𝟏𝟎𝟑𝟎𝟕𝟐𝟐𝟗𝟎𝟎𝟎𝟎𝟎𝟎𝟏𝟑𝟎𝟒𝟎𝟐𝟑 e aggiungere nella causale: “raccolta per Saber”.
Il conto corrente è stato aperto il 6 maggio e in soli quindici giorni sono state fatte molte donazioni.
«Voglio ringraziare di cuore tutte le persone che con grande generosità e sensibilità hanno contribuito e coloro che vorranno contribuire – aveva detto nei giorni scorsi l’assessora Grazia Gucci – La loro vicinanza è un segno tangibile di umanità e solidarietà nei confronti della famiglia di Saber che ha espresso il desiderio di poter riportare il corpo del proprio amato a casa per consentirne una degna sepoltura».
I tuffi al lago e poi il dramma
Saber è annegato il primo maggio al lago dell’Accesa, in un momento di festa. Il ragazzo stava giocando in acqua con due amici quando si è tuffato e non è più riemerso. A nulla è servito l’intervento dei bagnini che si sono tuffati in acqua riportando a riva il corpo di Saber. Il ragazzo è rimasto per circa cinque minuti sott’acqua e dopo un lungo massaggio cardiaco durato mezz’ora è stato chiaro che per lui non c’era più nulla da fare.
«Ci abbiamo provato – ha raccontato a MaremmaOggi Daniele Criscuolo, uno dei bagnini intervenuti – In quelle condizioni se fossimo riusciti a rianimarlo sarebbe stato un miracolo – dice ancora Criscuolo – Ci siamo attrezzati con quello che siamo riusciti a trovare sul campo».