MONTEPESCALI. L’intero paese si è riunito nella chiesa dei Santi Stefano e Lorenzo. È il giorno dei ricordi, il momento per ripercorrere la storia di una squadra, di rivisitare 31 anni di vita attraverso le immagini che scorrono sul grande schermo, le parole emozionate dei protagonisti e le carezze rivolte a chi non c’è più.

Il tendone si apre nel 1973, nascita del sodalizio, fino al 2004, quando il sipario si chiude. L’organizzazione è affidata alla Società Operaia di Mutuo Soccorso di Montepescali insieme al Circolo Acli Cacciatori di Montepescali.
Relatore Carlo Vellutini, con la partecipazione di Fabiana Paladini, Luisella Carnesecchi, Alessandro Maltinti e Gianluca Franci.
«Il calcio significa radici e appartenenza»
«Una squadra di calcio rappresenta le radici di un paese – mette in risalto Vellutini le cui fondamenta di vita sono immerse in questi boschi – l’appartenenza ad un territorio, che si proietta poi nelle sfide sul terreno di gioco. Il Montepescali calcio ha abbracciato tutte queste caratteristiche, le ha sviluppate e amplificate coinvolgendo generazioni diverse ma unite su una sola maglia, un solo racconto. Il corso degli eventi calcistici è il racconto di Montepescali, le sue trasformazioni, il suo essere sempre e comunque il posto da non dimenticare mai. Come le persone – ha concluso Vellutini – che si sono succedute, e prodigate, in nome di questa maglia, di queste case».
Si correva e si urlava sul breccino
Quindi è la voce di Fabiana Paladini a descrivere la parabola del Montepescali iniziata all’alba degli anni ’70. «A Montepescali si giocava a calcio nel piazzale sottostante i gradoni che dalla strada principale portano al belvedere – inizia – dove il breccino scandiva i passi e le corse dei giocatori, le urla sovrastavano i rumori del paese e rimbombavano fin sotto i lavatoi».
Fotografie in bianco e nero, semplici, senza ritocchi.

«Nelle stagioni temperate – riprende Paladini – era un susseguirsi di giovani ragazze che, con la scusa di andare a fare una passeggiata fino alla curva del Cinti, ammiccavano sorrisi e sguardi al gruppo di giocatori. Nascevano così i primi approcci amorosi. Nell’aria c’era voglia di pallone e a farne le spese erano i vecchi portoni usati come reali porte di un campo di calcio.
La squadra del Montepescali nasce nel 1973 in Terza categoria grazie a ragazzi che avevano riscattato il cartellino a spese proprie: Mauro Fiorilli dalla Massetana, Rossano Lozzi dal Gavorrano, Giancarlo Storai dal Follonica, Mauro Lenzini dal Ribolla, Giorgio Cipriani e Remo Rigoli dal Braccagni, Gianpiero Lozzi dal Sauro. Fino al 1988 il Montepescali resterà in Terza, poi salirà in Seconda dove resterà fino al 1995 – prosegue Paladini – quando, vincendo lo spareggio a Buonconvento con il Lucignano l’11 giugno conquistò la Prima categoria dove rimase fino al 1997».
La costruzione del campo
Il richiamo alla costruzione del nuovo terreno di gioco spetta a Alessandro Maltinti. «Ci eravamo stancati di giocare sempre in trasferta – premette – e la gente ci sollecitava per dare una casa alla squadra. L’area che individuammo era di proprietà della chiesa. Un luogo non facile, dalla pendenza vertiginosa che degradava su una strada adiacente. A vederla metteva paura, le difficoltà dello spianamento consigliavano la rinuncia».
L’amore e la forza di volontà, comunque, ebbero la meglio. Maltinti continua: «Correva l’anno 1974 quando iniziarono i lavori. Lo sbancamento significò movimentare circa seimila metri cubi di materiale roccioso grazie all’utilizzo di ruspe, escavatori, pale meccaniche e scoppi di mine grazie all’appoggio del deposito esplosivi di Versegge. L’intera area fu sconvolta in uno scenario da sbarco in Normandia. Il campo sportivo aprì nel settembre del 1977 insieme agli spogliatoi. Il Montepescali ha giocato su quel terreno per dieci anni, cioè fino alla Prima, categoria dove quel campo non era a norma. Adesso quello spazio serve come parcheggio – termina Maltinti – per manifestazioni paesane o eliporto di soccorso in caso di incidenti».
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Collaboratore di MaremmaOggi. Ho viaggiato sulla carta stampata, ho parlato alla radio e alla televisione. Ora ho la fortuna e il privilegio di scrivere online su maremmaoggi.net. Come lavagna uso il cielo. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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