di Rossano Marzocchi
GROSSETO. La forza del vento, l’energia naturale, l’intuito dell’uomo.
Sono queste le componenti che oltre un secolo fa un giovane di Maremma, quella terra conosciuta come amara e portatrice di morte, seppe sfruttare al meglio per creare uno strumento innovativo che si sarebbe dimostrato di enorme utilità per molte generazioni.
Non c’è retorica in queste parole né paura di esagerare, perché l’uomo, Raimondo Vivarelli, creò le pompe a vento che per un lungo periodo si sono viste e si vedono ancora nelle campagne, non solo toscane.
Il giovane inventore di Grosseto
Vivarelli nacque nel 1851 e non aveva neppure 21 anni quando creò uno strumento innovativo che avrebbe riscosso un diffuso e inaspettato successo.
Era infatti il 1872 e la sede dell’industria Vivarelli si trovava in un capannone nel cuore di Grosseto, in via Mazzini, dove venivano sperimentati prototipi e create attrezzature pronte per essere immesse sul mercato.
L’intuizione che cambiò la Maremma
Vivarelli cavalcò un’intuizione geniale, quella di sfruttare l’energia del vento – catturata dal movimento circolare della grande ruota a pale – per portare in superficie l’acqua dei pozzi scavati nelle campagne. Così quei tralicci di ferro divennero un emblema per la Maremma, non più amara, ma bonificata e coltivabile.
Come funzionava l’aeromotore Vivarelli
L’aeromotore Vivarelli era composto infatti da un traliccio alla cui estremità superiore era fissata un’elica a diciotto pale orientabili. L’energia eolica metteva in moto l’elica che, per mezzo di ruote dentate e di un lungo asse verticale, azionava una pompa idraulica; questa aspirava acqua da un pozzo artesiano e la immetteva in una capiente vasca, utilizzabile sia come abbeveratoio sia come serbatoio idrico per irrigazione.
Dalle officine di Grosseto al mondo
L’industria Vivarelli rimase in via Mazzini fino agli inizi degli anni Venti, per lasciare poi spazio alla direzione del Deposito Allevamento Quadrupedi e trasferirsi quindi in via Senese, davanti all’ex caserma dei Vigili del Fuoco, dove continuò la produzione per oltre quarant’anni.
L’invenzione nel frattempo fu brevettata e il nome di Vivarelli, insieme all’aeromotore con annessa pompa aspirante per il sollevamento delle acque dei pozzi artesiani, si diffuse in tutto il mondo. “La Maremma come il Texas”, avrebbero commentato in molti alcuni anni più tardi, vedendo nelle campagne di mezzo mondo queste tipiche strutture, diventate protagoniste perfino nei film western.
L’eredità di Raimondo Vivarelli
Raimondo Vivarelli, come fu precoce in tutto nella vita, lo fu anche nella morte, scomparendo nel 1910, alla sola età di cinquantanove anni. Ma la sua azienda restò in vita fino al 1966, grazie al nipote, anche lui Raimondo, scomparso a 90 anni nel 2014, e ancora oggi la figura di Vivarelli mantiene i maremmani in quella schiera di santi, navigatori, poeti e, come in questo caso, inventori.

Rossano Marzocchi, nota biografica
Rossano Marzocchi è nato e vive a Grosseto. Giornalista pubblicista, già direttore di banca, è un attento studioso e cultore di storia locale, tematica che da molti anni tratta su quotidiani e periodici legati al territorio.
In particolare, dal 2011 al 2025, su La Nazione Grosseto ha ripercorso ogni domenica le vite di uomini e donne che hanno segnato la Maremma, raccontando negli anni le storie di oltre seicento personaggi.
È membro delle redazioni del settimanale Toscana Oggi/Rinnovamento e del mensile Maremma Magazine, del consiglio di amministrazione della Fondazione Luciano Bianciardi e dell’Arciconfraternita di Misericordia di Grosseto.
Ha ricoperto in passato incarichi pubblici e istituzionali, tra i quali membro della Commissione Toponomastica del Comune di Grosseto, della Commissione consultiva del Teatro Comunale degli Industri e commissario dell’Azienda Farmaceutica Comunale. Per il suo impegno per il territorio, nel 2005 è stato insignito anche dell’onorificenza di Commendatore della Repubblica.
È autore, inoltre, di numerosi saggi che affondano la penna nella Maremma e nella sua gente. Tra questi, Vite nel vento – Storie e persone che hanno segnato l’ultimo secolo in Maremma” (Polistampa, 2009), acquisito anche dalle biblioteche statunitensi delle Università di Princeton, Harvard e Yale, nonché dalla Library of Congress e dalla New York Public Library; Maremma voce dell’anima – Il linguaggio della nostra terra (Innocenti Editore, 2017); La storia dei Grifoni – Sessant’anni del premio della Proloco di Grosseto, scritto insieme a Umberto Carini (Innocenti Editore, 2018).
Nel 2025, La Nazione ha pubblicato il libro da lui curato “Storie di Maremma – Grosseto e la sua terra nei volti dei protagonisti”, che raccoglie una selezione di articoli dell’autore tra quelli pubblicati nel tempo per il giornale.



