GROSSETO. Prima il terrore delle botte, gli schiaffi e gli insulti. L’orrore, di vedere quell’uomo che aveva amato colpire anche la figlia 14enne. Poi la corsa in ospedale, le visite, la denuncia alla polizia. Infine, l’inserimento nel percorso del codice rosa senza però avere più una casa nella quale vivere. Ed avere, come unica prospettiva, una casa famiglia pronta ad accoglierla insieme ai suoi due figli, una femmina di 14 anni e un maschio di 17, ma a Siena.
«Non ho potuto accettare – racconta la donna – perché lavoro a Grosseto, ho un contratto a tempo indeterminato e i miei figli vanno a scuola qui. Non posso permettermi di perdere tutto. Cerco una casa per me e per i miei figli, ma sembra impossibile trovare un appartamento in affitto a un costo che mi consenta di continuare a vivere». O, ancora meglio, di farsi una vita migliore di quella che la donna ha dovuto subire da luglio in avanti, da quando le cose con il suo compagno hanno cominciato a precipitare.
Ospitata da un’amica, poi in albergo
Originaria dell’Est Europa, a Grosseto da 25 anni, la donna lavora in città dove si sposta con l’autobus. «Non ho un’auto e non guido – spiega – Ho la cittadinanza italiana e ho sempre lavorato. I miei figli vanno a scuola in città e non posso trasferirmi altrove. Non voglio una casa gratis, vorrei solo trovare una sistemazione per me e per i miei ragazzi, a un costo che mi permetta di vivere».
Qualche giorno fa, nell’abitazione della famiglia sono dovuti intervenire i soccorsi per portare la donna all’ospedale, dove poi è arrivata la polizia. «Sabato mattina ho sporto denuncia e mi sono ritrovata fuori di casa – dice – L’appartamento nel quale vivevo è in affitto ma è intestato a lui e non possiamo tornare lì».
A Grosseto però, negli appartamenti e nei centri dove vengono accolte le donne vittime di violenza, non c’è posto. «A Siena non potevo andare – dice ancora – Sono stata ospitata da una mia amica, poi ho trovato una camera d’albergo che ho pagato io. Ma non è dignitoso vivere in questo modo. Mi avevano proposto anche un altro alloggio, ma avrei dovuto lasciare fuori mio figlio perché accolgono solo le donne. E dove lo mando, a 17 anni? Non voglio separarmi da mio figlio, non ci penso nemmeno».
L’appello: «Cerco una casa in affitto, aiutatemi»
Vivere una vita normale, avere una casa, continuare a lavorare e prendersi cura dei suoi figli. È solo questo quello che la donna cerca. «Gli amici mi sono stati vicini e mi hanno aiutata – dice – ma siamo in tre persone e non possiamo piazzarci a casa loro».
Giovedì 10 aprile, la donna ha appuntamento con l’operatrice di un centro antiviolenza. «Spero che questa situazione si risolva – dice – Sono mesi che cerco una casa dove vivere con i miei figli. Ho uno stipendio, un contratto a tempo indeterminato. Ma per ora non sono riuscita a trovare nulla, se non appartamenti che non posso permettermi».
Il coraggio di denunciarlo, lei, lo ha avuto. Ora però, sarebbe bello che qualcuno desse alla donna e ai suoi figli la possibilità di tornare a vivere.
Chi volesse farsi avanti, può scrivere a redazione@maremmaoggi.net.
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Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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