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Violenza su medici e infermieri: casi in aumento

Nell’Asl Toscana sud est sono stati 227 nel 2022 contro i 128 del 2021. I più colpiti: donne e infermieri
Paola Pasqualini, presidente dell’Ordine dei medici di Grosseto e Nicola Draoli presidente dell'Ordine professioni infermieristiche di Grosseto
Paola Pasqualini (presidente dell’Ordine dei medici di Grosseto) e Nicola Draoli (presidente dell’Ordine professioni infermieristiche di Grosseto)

GROSSETO. Una tendenza che non sembra arrestarsi. I casi di maltrattamenti ai danni di chi lavora nell’ambito sociosanitario sono infatti in aumento. Nel 2021 nell’azienda sanitaria Toscana Sud Est erano stati denunciati 128 episodi di violenza, nel 2022 sono saliti a 227. I casi sono quasi raddoppiati, con 181 aggressioni verbali e 46 fisiche.

I più colpiti sono gli infermieri con 141 casi. 39 sono stati ai danni di medici e 28 agli operatori sociosanitari. Le altre segnalazioni sono arrivate dagli assistenti sociali e dai dipendenti dei settori amministrativi. Le aggressioni principalmente hanno interessato le donne, con 185 episodi. Le aree maggiormente colpite sono quelle dell’emergenza e della salute mentale.  

Una giornata per ricordare e sensibilizzare

Domenica 12 marzo, si celebra la seconda Giornata nazionale contro la violenza sugli operatori sanitari.
«Questi dati parlano da soli – spiega la presidente dell’Ordine dei medici di Grosseto, Paola Pasqualini – Gli episodi sono cresciuti in modo esponenziale rispetto al passato e purtroppo questo fenomeno non accenna a diminuire. Il cittadino insoddisfatto del Sistema sanitario nazionale, a causa della carenza di personale o dei tempi di attesa spesso troppo lunghi, scarica sul personale il proprio disagio, senza comprendere che gli operatori sono a loro volta vittime».

Il problema deve essere affrontato, per mettere in sicurezza chi lavora ogni giorno nelle strutture sanitarie. Come fare?

«Prima di tutto occorre denunciare – continua la presidente – Spesso chi subisce atti di violenza, anche verbale, evita di coinvolgere le autorità competenti per svariati motivi. D’altro canto, anche l’azienda sanitaria dovrebbe lanciare un messaggio forte, costituendosi parte civile quando accadono fatti di questo tipo».

«Poi dobbiamo parlarne: la sensibilizzazione sull’argomento è fondamentale per far capire ai cittadini l’impegno e la dedizione che il personale sociosanitario mette nel proprio lavoro – conclude Pasqualini – così che certi episodi diventino sempre più rari. A fine marzo è previsto l’inizio di un progetto formativo per ogni area provinciale proprio su questo argomento, perché la sensibilizzazione deve essere rivolta all’esterno e anche all’interno delle nostre strutture».

«Solidarietà al personale sanitario vittima di violenza. Serve più consapevolezza»

Nicola Draoli, presidente dell’Ordine professioni infermieristiche di Grosseto commenta così la giornata nazionale: «Ci tengo a far avere la mia vicinanza, e quella di tutto l’Ordine, non solo agli infermieri ma a tutte quelle figure in ambito sociale e sanitario che hanno ricevuto abusi, minacce e aggressioni».

«E’ sempre più frustrante intervenire su questo tema – continua Draoli – perché se ne parla ormai da molto tempo e sono già state individuate dalla letteratura una serie di azioni: come i protocolli d’intesa tra le aziende e le forze dell’ordine, la riduzione dei tempi d’attesa, la formazione specifica per gli operatori sanitari, l’adeguamento delle strutture di accoglienza, il dovere di denuncia ancora poco agito. Dobbiamo, però, lavorare davvero sui percorsi per far sì che il cittadino abbia ben chiaro a chi potersi rivolgere evitando che arrivi nei posti non indicati a trattare il suo bisogno. Questo, in particolare, si ha tra l’accesso improprio al pronto soccorso e gli accessi di natura territoriale».

Nicola Draoli
Nicola Draoli

Ma al di là della lista con tutte le azioni individuate da studi e analisi, Draoli richiama al bisogno di più consapevolezza da parte di tutti. «Dobbiamo essere più consapevoli del fatto che ogni volta che si verifica una forma di violenza ai danni degli operatori sanitari si ha un danno a tutta la comunità – specifica – Non dobbiamo assuefarci alla cronaca come fosse la normalità».

«Concorriamo tutti a creare ambienti più o meno aggressivi e questa deve essere una responsabilità condivisa, soprattutto perché in un momento in cui il nostro Servizio sanitario locale è in difficoltà, questi episodi minano la stabilità dell’intera comunità e la tenuta dello stesso Servizio sanitario nazionale. Ci deve essere un senso di solidarietà comune» dichiara Draoli.

«Le aggressioni vanno combattute a tutti i livelli, perché indeboliscono il nostro Sistema sanitario con il rischio – conclude Draoli – che un domani la nostra comunità ne rimanga priva, visto che per troppo tempo è stato maltrattato così come gli operatori sanitari”.

In campo anche la polizia

Nell’ottica del rafforzamento dei posti di Polizia negli gli ospedali con pronto soccorso, il questore di Grosseto, Antonio Mannoni, ha potenziato il servizio già attivo all’ospedale Misericordia di Grosseto.

Già a partire dal novembre 2021 era stata incrementata la presenza della polizia, un’operazione estesa a diverse strutture su tutto il territorio nazionale.

auto della polizia all'ospedale
Un’auto della polizia all’ospedale

 

 

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  • Federico Catocci

    Nato a Grosseto, pare abbia scelto quasi da subito di fare l’astronauta, poi qualcosa deve essere cambiato. Pallino fisso, invece, è sempre rimasto quello della scrittura. In redazione mi hanno offerto una sedia che a volte assomiglia all’Apollo 11. Qui scrivo, e scopro. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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