GROSSETO. Elena Palmieri, fondatrice di Villa Elena Maria, poteva revocare i consiglieri. Lo ha stabilito una sentenza del tribunale di Grosseto che ha visto la vedova dell’imprenditore Manlio Brozzi, trionfare in una controversia legale che riguardava la gestione della Fondazione Villa Elena Maria della quale la stessa è fondatrice.
Elena Palmieri, difesa dall’avvocato Riccardo Vaselli, ha ottenuto il riconoscimento della validità delle disposizioni statutarie che conferiscono al fondatore il potere di revoca degli amministratori, smentendo le pretese dei consiglieri estromessi che avevano contestato questi poteri e che l’avevano chiamata in causa in tribunale.
Legittima la revoca dei consiglieri
La causa era stata infatti avviata dagli ex membri del consiglio di amministrazione della fondazione, che erano stati estromessi nel 2019 per volontà proprio della fondatrice. I consiglieri si erano rivolti al tribunale per accertare la nullità delle disposizioni statutarie che garantivano ad Elena Palmieri la possibilità di revocare i membri del consiglio.
Il tribunale però ha stabilito che queste disposizioni sono legittime e in linea con la natura della fondazione di partecipazione come sostenuto dalla difesa della signora Palmieri, mettendo in luce alcuni aspetti cruciali riguardanti la governance delle fondazioni in Italia.
La questione centrale del processo riguardava la legittimità delle disposizioni statutarie che conferivano alla fondatrice il potere di revocare i membri del consiglio di amministrazione e quello di essere ascoltata nelle decisioni relative alla gestione della fondazione, un aspetto che era stato messo in discussione dai membri precedenti del consiglio.
I ricorrenti sostenevano che tali poteri fossero in contrasto con il modello tradizionale di fondazione che prevede autonomia gestionale una volta che l’ente è stato costituito.
La fondatrice attiva nella gestione
Tuttavia, la giudice Claudia Frosini, ha stabilito che la fondazione di partecipazione, nella quale la Palmieri ha inteso progettare Villa Elena Maria, consente un modello più flessibile, dove la figura del fondatore può continuare a giocare un ruolo attivo nella gestione.
Inoltre, la sentenza ha anche stabilito che i comportamenti posti in essere dagli ex amministratori fossero stati correttamente censurati dalla fondatrice e tali da giustificare in ogni caso la loro estromissione dal consiglio di amministrazione.
Riconosciuto il ruolo fondamentale della Farfalla
Inoltre, la decisione ha evidenziato il ruolo fondamentale dell’associazione La Farfalla, che gestisce la struttura e rappresenta un collegamento diretto con la missione sociale di supporto ai malati oncologici e alle loro famiglie.
Questa vittoria quindi, non solo rafforza la posizione della signora Palmieri come fondatrice e custode della missione della fondazione, ma rappresenta anche un’importante affermazione dei diritti dei fondatori nel contesto delle fondazioni in Italia. Con il futuro della Fondazione Villa Elena Maria ora stabilito, la comunità di Grosseto può guardare avanti con speranza, sapendo che la fondazione e la Associazione La Farfalla rappresentano un pilastro di supporto sempre più saldo per coloro che affrontano il difficile percorso della malattia.
La giudice Frossini ha anche disposto la condanna degli ex consiglieri al pagamento delle spese processuali e confermato i precedenti provvedimenti cautelari che in corso di causa avevano garantito che la governance fosse affidata ad un cda di nuova nomina della fondatrice.



