GROSSETO. Enrico Amantini non aveva nemmeno 66 quando è morto giovedì 15 giugno nel reparto di Leniterapia dell’ospedale di Grosseto. Da quasi vent’anni combatteva con il suo cuore e per questo era stato seguito dal personale dell’Utic che ha continuato a fare tutto quello che poteva anche quando l’ex bancario è stato trasferito appunto in Leniterapia.
Amantini, dopo la laurea, era entrato a lavorare al Monte dei Paschi di Siena, dove ha lavorato fino alla pensione.
Il ringraziamento dei figli al personale
Durante la pandemia, il personale che lavorava all’ospedale, medici, infermieri, operatori socio sanitari, erano diventati degli eroi. «Poi ci siamo scordati di loro – dice Lorenzo, figlio di Enrico – ma quello che io e mio fratello Giovanni abbiamo incontrato all’ospedale, non è stato soltanto una grande professionalità ma un’umanità e una dedizione incondizionata».
Enrico Amantini è stato seguito dal personale dell’Utic e da quello della Leniterapia. «Aveva un problema genetico – spiega Lorenzo – I medici ci hanno proposto di sottoporci anche noi figli ad accertamenti. Sono andati oltre il loro compito, sono stati di grandissimo aiuto a mio padre ma anche a noi. E lo hanno fatto, insieme a tutto il personale dei due reparti, in un momento in cui babbo stava male, in cui aveva delle limitazioni e quindi dei bisogni che hanno soddisfatto in pieno».
Sono Lorenzo e Giovanni ad esprimere tutta la loro gratitudine al personale dei due reparti. «Quando babbo è stato trasferito in Leniterapia – dice ancora il figlio – il personale dell’Utic ha continuato ad informarsi sulle sue condizioni, hanno voluto aggiornamenti. Sono andati oltre al loro ruolo e noi non possiamo fare altro che ringraziarli».
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