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Usura e minacce, a processo

Tra gli imputati c’è Massimiliano De Simone, rimasto paralizzato dopo la sparatoria di via Matteotti a Follonica
Il tribunale di Grosseto
Il tribunale di Grosseto

FOLLONICA. Avrebbe chiesto un prestito di 47.000 euro, ma gliene avrebbero chiesti indietro 75.000. E, nel caso in cui avesse fatto il nome di uno di loro, sarebbe stato minacciato di morte. Certe volte, i tassi richiesti erano anche superiori al 100%.

Per questo il giudice per l’udienza preliminare Sergio Compagnucci ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla sostituta procuratrice Valeria Lazzarini nei confronti di tre persone: i reati contestati sono usura in concorso e minacce. Si tratta di Massimiliano De Simone, 49 anni, della sua compagna Tatyana Vassilyeva, 41 anni, difesi entrambi dall’avvocato Franco Ciullini

L’incubo per un fruttivendolo della città del Golfo era cominciato nel 2017.L’uomo aveva avuto qualche difficoltà economica e aveva accumulato diversi debiti. De Simone si sarebbe fatto avanti per aiutarlo: a fare da intermediario, in questa fase, – secondo le indagini della guardia di finanza –  sarebbe stato Ausilio.

A dicembre del 2017, De Simone avrebbe prestato 20.000 euro all’uomo, chiedendo la restituzione della somma a giugno del 2018, con un interesse del 102,86%, mentre a gennaio del 2018, i prestiti sarebbero stati altri due: uno da 7.000 euro, che sarebbero diventati 10.000 e uno da 20.000 euro lievitati a 33.000 euro. Come garanzia, sarebbero stati sufficienti assegni in bianco, staccati dal commerciante con il libretto del conto corrente intestato alla società.

Fino ad aprile del 2018 era stato lui stesso ad andare a riscuotere: poi, la sparatoria di via Matteotti, nella quale suo fratello Simone morì e lui rimase gravemente ferito, lo costrinse a fermarsi: è stato allora che sarebbe entrata in scena la sua compagna.

Secondo le indagini delle fiamme gialle, il fruttivendolo avrebbe consegnato alla donna fino all’estate 2018, 10.000 euro.

Ora l’intera vicenda arriverà, a gennaio, in aula, di fronte al giudice Adolfo Di Zenzo.

 

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