ROCCASTRADA. È stata uccisa appena arrivata ad Auschwitz, il 28 maggio del 1944. Aveva appena tre mesi. E a Gigliola Finzi, il gruppo “Roccastradini nel mondo” ha voluto dedicare un tributo per scolpire il nome della bambina, figlia di ebrei livornesi che erano stati internati nel capo di Roccatederighi, per sempre nella memoria della comunità.
La posa della pietra in corso Roma
L’appuntamento è fissato per lunedì 19 febbraio in corso Roma, alle 10.30, dove gli studenti delle scuole di Roccastrada e Ribolla poseranno la pietra. Ci sarà anche un’ex insegnante di Roccastrada, coetanea di Gigliola Finzi.
Una testimonianza preziosa, per la comunità roccastradina.
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Gigliola Finzi era nata in via IV Novembre nella sala maternità dell’ex ricovero per anziani. La madre, Berta Della Riccia, aveva 33 anni, il padre Natale Finzi, due anni di più. Erano ebrei livornesi, e avevano dovuto lasciare la loro città per sfuggire alle persecuzioni antisemite. Si rifugiarono a Castell’Azzara ma poi furono internati nel campo di Roccatederighi dove l’allora prefetto di Grosseto, Alceo Ercolani, allestì un campo di raccolta degli ebrei nella villa del seminario vescovile.
Da lì la famiglia fu portata ad Auschwitz, dove la bambina fu uccisa appena arrivata: il suo pianto aveva dato fastidio ai soldati tedeschi.
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