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Un italiano su due taglia la spesa per mangiare

Alcolici, dolce e pesce in cima alla classifica delle rinunce. In casa si utilizzano meno forno e lavatrice, tornano le doggy bag nei ristoranti e cresce la quantità di persone che si coltivano il proprio orticello o si rivolgono agli agricoltori locali
tagli alla spesa, la verdura ne ha risentito meno, sul tavolo peperoni, carote, zucchine e altre verdure
La verdura è una delle tipologie di prodotti che meno ha risentito dei tagli sulla spesa fatti dagli italiani

GROSSETO. A dirlo è il rapporto Censis/Coldiretti denominato “Gli italiani e il cibo nelle crisi e oltre”. Il dato è nazionale e riflette una tendenza che riguarda anche la Maremma. 

Un italiano su due (il 52%) ha tagliato la spesa per il cibo che mette in tavola. Il taglio riguarda sia la quantità che la qualità, le difficoltà sono particolarmente alte per le famiglie a basso reddito. Il rapporto, presentato all’apertura del XX Forum Internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione (a Roma) sonda gli effetti dei rincari che si sono abbattuti negli ultimi mesi sulle famiglie italiane.

«Con l’inflazione che ha colpito duramente i prezzi dei beni alimentari al consumo, il 47% degli italiani ha dovuto a tagliare le quantità di cibo acquistato – spiegano Coldiretti/Censis – ma se si considera la fascia di popolazione a basso reddito, la percentuale sale addirittura al 60%, mentre per i redditi alti si scende al 24%». Accanto a chi ha dovuto risparmiare sulla quantità, c’è poi un 37% di italiani che ha preferito tagliare invece sulla qualità (il 46% nel caso dei bassi redditi, ma appena il 22% per quelli alti). Dalle analisi svolte è risultato che gli adulti e i giovani tagliano molto più degli anziani, e i bassi redditi più dei benestanti. Oltre sei italiani su dieci tra coloro che tagliano gli acquisti sono convinti che questa situazione durerà almeno per tutto il 2023.

fare la lista della spesa può salvare da acquisti d’impulso non necessari

L’81% degli italiani ha preso l’abitudine di fare una lista degli acquisti da fare, per tenere sotto controllo le spese d’impulso. “Stringendo la cinghia”, cambiano anche i luoghi della spesa: il 72% degli italiani che va a fare acquisti nei discount, mentre l’83% punta su prodotti in offerta.

Su cosa si risparmia di più

Nella classifica dei prodotti più abbandonati a loro stessi sugli scaffali, ci sono al primo posto gli alcolici: il 44% degli italiani ne avrebbe interrotto o ridotto il consumo. Al secondo posto delle rinunce, ci sono i dolci, tagliati dal 44% dei cittadini. Al terzo ci sono i salumi ai quali ha rinunciato il 38,7% degli italiani, subito davanti al pesce (38%) e alla carne (37%). I rincari hanno costretto molte famiglie a ridurre anche gli acquisti sugli alimenti per bambini (come merendine e dolci): il 31% dei cittadini avrebbe fatto questa scelta. Il 23% degli italiani, quasi 1 italiano su 4, avrebbe anche deciso di acquistare meno pane.

I generi alimentari che invece meno risentono dei tagli sono la frutta (solo il 16% dei consumatori ne ha comprata meno) e la verdura (12%). Quasi irrinunciabile, la pasta, allontanata dai piatti dall’11% degli italiani.

Il pane è tra gli alimenti ai quali gli italiani stanno rinunciando di più

«Le difficoltà delle famiglie si trasferiscono sulle imprese – afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – dove l’aumento dei costi di produzione colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne. Più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività. Ma ben oltre 1/3 del totale nazionale (34%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo – precisa – per effetto dei rincari. Bisogna intervenire subito per contenere i costi di produzione. Con misure immediate per salvare le aziende agricole e la spesa degli italiani».

Prandini ha evidenziato anche che ci sono quasi 3 milioni di persone costrette a chiedere aiuto per mangiare. Aiutate con la consegna di pacchi alimentari in dono o nelle mense di carità. Un dato in aumento del 12% nell’ultimo anno, secondo i dati del rapporto 2022 del Fondo per l’aiuto europeo agli indigenti (Fead). «Contro la povertà è cresciuta anche la solidarietà – continua Prandini – che si è estesa dalle organizzazioni di volontariato alle imprese e ai singoli cittadini a partire dall’esperienza della “Spesa sospesa” di Campagna Amica, che è arrivata a donare oltre 6 milioni di chili di cibo e bevande di alta qualità».

Milena Sanna direttrice Coldiretti Grosseto

Al commento di Prandini fa eco quello di Milena Sanna, direttrice Coldiretti Grosseto. «In questo momento di crisi delle famiglie in cui si sommano i tagli alla spesa alimentare, una risposta si può trovare come sempre nei mercati di Campagna Amica o direttamente nella vendita diretta effettuata dagli agricoltori – precisa – Una scelta che, come evidenzia il rapporto, fanno 5 italiani su 10. Con Campagna amica si consolida il rapporto diretto tra produttore e consumatore. E attraverso la spesa sospesa gli agricoltori, anche se in difficoltà, stanno dando un aiuto concreto alle fasce più deboli della popolazione».

Caro bollette: la risposta degli italiani

Dal rapporto Censis/coldiretti emerge anche come gli italiani cerchino di risparmiare nell’ambiente domestico, in risposta al caro bollette. La metà degli italiani (50%) avrebbe deciso di ridurre o rinunciare all’uso del forno elettrico mentre il 35% ha tagliato l’utilizzo dei fornelli a gas. La rinuncia alla cottura dei cibi colpisce soprattutto le famiglie meno abbienti: nel 54% dei casi hanno ridotto o eliminato l’utilizzo del forno elettrico.

Ma il rapporto evidenzia anche altri tagli. Ben il 55% degli italiani dichiara di ricorrere meno a termosifoni o stufe elettriche. Si userebbe meno anche il ferro da stiro: così per il 45% dei cittadini. Ricade nei tagli anche l’asciugacapelli, e cui ha rinunciato il 33%. Si taglia anche sulla pulizia di casa, con il 38% che utilizza di meno l’aspirapolvere e il 40% che cerca di fare a meno lavatrici. 

Le strategie per risparmiare

La crescita a doppia cifra dell’inflazione mette in crisi i bilanci familiari. Dall’utilizzo degli avanzi alla doggy bag al ristorante, dal ritorno della gavetta in ufficio agli orti sul balcone, dalla lista della spesa fino all’assalto ai discount sono solo alcune delle strategie adottate dagli italiani per far fronte al carovita.

Il rapporto evidenzia che il 58% degli italiani ha iniziato a cucinare pietanze utilizzando gli avanzi dei pasti. Coniugando la necessità di risparmiare con l’importanza etica di ridurre lo spreco. «Il riutilizzo degli avanzi si sposta poi – rilevano Coldiretti/Censis – dalle mura domestiche all’ufficio, con il 52% dei lavoratori che dichiara di portarsi al lavoro la gavetta con il cibo, magari preparato utilizzando quanto rimasto di pasti precedenti».

Cucinare pietanze a casa, per ridurre gli sprechi e risparmiare

C’è anche chi parte direttamente dall’orto per aiutarsi a portare prodotti in tavola. Il 41% degli italiani dichiara infatti di coltivare frutta, verdura, erbe aromatiche in casa sul balcone, negli orti urbani o in piccoli orti di proprietà. Una tendenza che viene soprattutto confermata dai più giovani e dagli anziani. In molti casi si tratta di micro-coltivazioni, ma rappresentano comunque un segnale del ritorno di attenzione per l’origine del cibo.

Spostandoci dagli orti ai ristoranti vediamo poi come il 49% di clienti si dice pronto a chiedere la doggy bag per portarsi via gli avanzi. Con una percentuale che nei giovani sale addirittura al 58%. «L’idea che occorre evitare sprechi – notano Coldiretti/Censis – con positivi effetti sul risparmio nella spesa, è diventata dunque più forte del senso di vergogna che sino ad oggi limitava il ricorso a questa pratica peraltro molto diffusa nel mondo anglosassone».

«C’è anche chi nella situazione di difficoltà preferisce fare una spesa etica – precisa il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – Con 8 italiani su 10 (80%) che acquistano ovunque possibile prodotti agricoli italiani, perché li considerano di qualità più alta ma anche per dare supporto economico all’agricoltura italiana. Quasi sette italiani su 10 (69%) cercano regolarmente di prodotti a Km0. Il 50% effettua acquisti nei mercati dei contadini con l’obiettivo di sostenere le realtà locali, ridurre l’impatto ambientale dei lunghi trasporti e garantirsi prodotti più freschi che durano di più».

«Un impegno – ha concluso Prandini – sostenuto dalla Coldiretti con la realizzazione della più estesa rete di vendita diretta nel mondo. Con 15mila agricoltori aderenti in quasi 1200 mercati lungo la Penisola, dove hanno fatto la spesa 20 milioni di italiani».

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